Dopo mesi, forse anni, di rumors infondati sulla presunta reunion dei fratelli Gallagher, arriva la notizia ufficiale. Il mondo dei social – e non solo – esplode non appena compare un post sugli account ufficiali di Liam, Noel e degli Oasis, che contiene semplicemente una data e un orario: “27/08/2024. 8 am”. La scritta parla chiaro, il logo è quello della storica band di Manchester. I fan non hanno dubbi, è l’annuncio della tanto attesa reunion.
Internet impazzisce, escono articoli su articoli, post su ogni tipo di social network. C’è chi è dubbioso: “e se fosse solo l’ennesima edizione deluxe dei primi album?”, c’è chi invece si prepara già a mettersi in coda per accaparrarsi i biglietti prima che “quelli che conoscono solo Wonderwall ci rubino il posto”.
L’ora x è arrivata, il sito ufficiale della band va subito in down per i troppi click. Finalmente viene annunciato ciò che aspettiamo da quel lontano agosto 2009:
The guns have fallen silent.
The stars have aligned.
The great wait is over.
Come see.
It will be not televised.
Gli Oasis sono tornati. Per davvero.
Annunciano il tour nel Regno Unito e in Irlanda nel 2025, anno del trentesimo anniversario dell’album (What’s the story) Morning Glory? Quattordici date, tra Manchester, Londra, Cardiff, Edimburgo e Dublino. La corsa all’oro per i biglietti inizierà dalle ore 10 italiane di sabato 31 agosto, e la tensione è già palpabile.
In questi anni, molti fan affezionati hanno seguito i due fratelli nei rispettivi tour, ma nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di rivederli di nuovo insieme. Ormai la speranza era quasi persa, perché la distanza tra i due fratelli sembrava essere incolmabile. Sono in molti a dire che questa riconciliazione non sia frutto di amore per i propri fan o per la storia del gruppo, ma semplicemente un modo per arricchirsi ulteriormente.
Certamente i soldi non fanno schifo a nessuno, ma la devozione di entrambi i fratelli Gallagher nei confronti degli Oasis è innegabile. Basti pensare alla scaletta dei loro tour individuali: durante Don’t Look Back In Anger, Live Forever, Slide Away, Supersonic, Champagne Supernova, solo per citarne alcune, – e naturalmente la tanto amata/odiata Wonderwall – il calore del pubblico è così intenso che sembra quasi di poterlo toccare; se ti guardi intorno vedi solo dei cuori che battono all’unisono ed occhi ricolmi di lacrime – in un misto di commozione, nostalgia, gioia e dolore. Ovviamente il fascino carismatico di Liam e Noel Gallagher è notevole anche singolarmente, ma è solo insieme che la vera magia può avvenire.
Il ritorno degli Oasis ci insegna che la musica è di tutti
L’aspetto più bello di questo ritorno incredibile e commovente è che a esultare non sono soltanto coloro che erano giovani negli anni Novanta. La passione è stata trasmessa di generazione in generazione, come tutta la grande musica. La nostalgia è un sentimento dolceamaro, che riesce a colpire sia chi ha vissuto un’esperienza sulla propria pelle, sia chi se l’è solo fatta raccontare. Se guardiamo il pubblico di una band come gli Oasis, troviamo un miscuglio di generazioni diverse: ci sono coloro che hanno vissuto la golden age del britpop, ci sono i millenials che associano la band alla loro infanzia, ci sono i ventenni che si sono appassionati grazie ai dischi dei genitori e dei fratelli maggiori.
Età diverse, vite diverse, ma un sogno in comune. Siamo solo sconosciuti che si incontrano e che condividono, per qualche ora, lo stesso incontenibile entusiasmo di chi ascolta dal vivo la colonna sonora della propria vita. E come sempre, il bello della musica è che non importa quanti anni hai o da dove vieni: siamo tutti parte di un qualcosa di più grande e indefinibile. Se è un sogno, non svegliateci.