Il naturale “HABITAT : tour” di Nayt: il palco

da | Lug 5, 2024 | Recensioni album

Il nuovo album live di Nayt "HABITAT : tour" è un deep dive all'interno della sua anima, amplificata dal calore del pubblico.

Lo avrete sicuramente visto spopolare di recente su TikTok con la sua “se ne va”: è WilliamNaytMezzanotte, classe ’94 con una carriera già avviata alle spalle.
Oggi il rapper ha pubblicato il suo primo album live HABITAT : tour.
Dalla penna che si pone a metà tra il cantautorato e l’hip-hop old school, l’obiettivo principale di Nayt è distaccarsi dal piattume esistenziale e scavare a fondo nella sua complessa personalità.

Non è sempre stato così: c’è infatti una bella differenza fra il Nayt degli esordi e il Nayt che parla a cuore aperto al pubblico in HABITAT : tour.
C’è stata una svolta verso l’introspezione, un guardarsi con occhio più dolce.
Un immergersi all’interno dell’ego al fine di analizzare sé stesso ed il mondo esterno con una delicatezza e una consapevolezza diverse.

HABITAT : tour è un deep dive nella parte più profonda dell’anima di Nayt.

Circa quaranta minuti di tracce; soltanto lui, il pubblico ed il mic.
HABITAT : tour è permeato da un senso di angoscia, di amore e di rabbia (ma una rabbia positiva, che viene utilizzata come catalizzatore per i sentimenti).
Derivante dall’album antecedente “HABITAT”, la sua versione live si configura come un progetto che ci abbraccia calorosamente.
Partendo da “FRAGILE”, continuando con “cosa conta davvero”, Nayt parla al suo pubblico della difficoltà di dover affrontare la vita nel momento storico in cui versiamo e di come certe situazioni lo tormentino.
Ma in realtà non è prevalentemente un fatto relativo al mondo che lo circonda tanto quanto un’ossessiva analisi e iper-intellettualizzazione del sé. Che non è mai sbagliato.

La sua scrittura è infatti viscerale e diretta, contorta e malinconica. Nayt è flusso di coscienza. Ma nonostante l’apparente velo aspro e diretto come un pugno, gli ascoltatori riescono a connettersi con le sue esperienze personali, grazie alla delicatezza delle parole usate. Questo è ciò che rende HABITAT : tour un album fantastico e facilmente ascoltabile: c’è calore.
L’amore, le sensazioni viscerali, il cantare del pubblico insieme al rapper diventando tutt’uno. C’è consapevolezza dietro ogni brano, è tutto pregnante di significato.

HABITAT : tour è un album pensoso: scandaglia l’ego, il panorama musicale ed il contesto storico in cui viviamo (con una vivida critica al capitalismo).
Musicalmente, le influenze sono tante e varie: il rap old school, la trap, la musica latina, le chitarre rock, il pop, l’elettronica.
Il funk-blues di “cazzi miei” (nella sua versione live) arriva forte – è una dichiarazione di intenti. Un album misto e ricco di cultura musicale, che si manifesta in ogni produzione.

Nayt esplora sé stesso e supera i suoi limiti, concedendosi il lusso di essere fragile.

L’album è una coccola: è un dialogo costante tra il pubblico ed il rapper.
C’è una restituzione, si percepisce. Ogni canzone è una finestra sulla mente di Nayt, che riesce però ad accogliere e a far accomodare chi riesce a guardare un po’ più oltre del proprio naso. Sono presenti anche tre inediti ed il singolo precedentemente uscito “Danimarca”. Brani decisamente controcorrente rispetto al resto della scena, con sfumature melodiche super catchy che richiamano il pop ma in modo estremamente deep – Nayt ha parecchie cose da dire e la sua musica è complementare alla sua coscienza, che fuoriesce in modo estremamente profondo e lineare. Nonostante ciò, in HABITAT : tour, Nayt raccoglie il suo concedersi il lusso di essere fragile, di essere debole – che d’altronde è ciò che in fondo rende la nostra generazione magnifica.

Il prendersi cura di sé, il cercare di alfabetizzare le emozioni: tutto ciò è parte integrante del nostro DNA ed è ciò di cui Nayt parla, senza vergogna e senza timore di arrivare.
HABITAT : tour è un album che non solo mette in luce la lirica dell’artista, ma anche la sua capacità di creare musica che risuona profondamente con tutti noi. È un viaggio che dimostra ancora una volta perché Nayt è considerato uno dei migliori autori (e non solo) della nostra generazione.

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