Cantare mentre tutto il resto non canta era il titolo di un vecchio saggio del critico letterario Falcetto che commentava le canzonette per evadere dall’evasione di Calvino.
Quello che apparentemente può sembrare uno slogan, in realtà, è il vero senso di tutto lo spettacolo di Margherita Vicario, ieri sera a Villa Ada di Roma.
Una delle poche artiste che prende davvero posizione sulle cose e lo fa in più riprese: dalla Palestina libera, alla scuola d’italiano per i lavoratori dei campi, con una parabola che non si eclissa neanche finito il concerto.
Margherita Vicario a Roma raccontare itinerari e consolida realtà
Chiunque sia stato al concerto di Villa Ada ieri sera non può non aver fatto caso al colore del cielo. Limpido, senza una nuvola e di un celeste così chiaro che portava con sè tutte le cromature; si rifletteva a stento però nello storico laghetto di Villa Ada.
C’era un’aria strana e sembrava quasi che le stelle fossero scese sulla terra. E queste stelle, almeno ieri sera, erano vestite di bianco.
Margherita Vicario ha un’energia inesauribile, un’intensa dinamicità e una poetica acuta che fanno si che la sua musica vada oltre il significato. L’estetismo dei suoi brani avviene attraverso immagini e analogie tra astrazione e introspezione.
Durante il concerto di ieri, grazie anche un pubblico estremamente variegato che cantava le canzoni dell’artista, è avvenuto un superamento dell’estetica verso una nuova poetica che, in ambito artistico e culturale, si nutre delle crisi che caratterizzano gli uomini e le donne.
Quando i testi della Vicario incontrano le produzioni di Dade, le canzoni raggiungono livelli di realtà complessi e sovrapposti: entrambi impegnati nella ricerca delle forme e dei sensi dell’espressione, cercano di portare innovazione trasformando il pensiero dominante culturale e musicale di oggi.
La musica non può mentire come le parole
La missione di Margherita Vicario, si è pensato spesso essere quella di una continua riproposizione e ribellione attraverso l’arte, che sia musica, cinema o letteratura. Dopo il concerto di ieri sera a Villa Ada abbiamo compreso che invece lei utilizza l’arte come strumento per la trasformazione sociale e la rivoluzione dei comportamenti.
Roma s’inginocchia davanti allo spessore dell’artista.