Disponibile in digitale dal 22 marzo e in radio a partire da questa settimana, Mary è il nuovo singolo di Ditonellapiaga. Insieme a “Fossi come te” e “È tutto vero“, il brano anticipa e lancia “FLASH”, il nuovo album dell’artista in uscita venerdì 10 maggio per BMG/Dischi Belli e già disponibile in preorder.
Il nuovo progetto discografico verrà presentato in due imperdibili appuntamenti live: il 15 maggio a Roma (Largo Venue) e il 25 maggio sul palco del MI AMI Festival 2024 al Circolo Magnolia.
L’amore cosmico in Mary di Ditonellapiaga
L’ansia per un futuro incerto che travolge all’avvicinarsi dei trenta si alterna in maniera costante al rimpianto del tempo in cui tutto sembrava essere possibile.
Torna in mente quella ragazzina che, vergine di conseguenze, si faceva consumare dalla vita, non pensando al risultato delle sue azioni ma godendo la bellezza processuale dell’operazione. L’irrazionalità era l’unico comando da seguire e il timore non agiva ancora da freno.
Quella ragazzina è Mary.
Fammi volare più su
Poi godere di più
Mi fa bene
Non guardare mai giù
Tra le tante esperienze che non si riesce più ad assaporare con la stessa spontaneità e leggerezza di una volta, c’è sicuramente anche quella dell’amore.
Ditonellapiaga in Mary ricorda l’impavida libertà di una sedicenne con la voglia di amare e far l’amore per la prima volta.
Non aveva mai fatto l’amore
Lo trova galattico selvatico
È un missile dolcissimo, lui
Con il suo rossetto lucido, lei
Non aveva mai detto ti amo
E l’ha fatto in un attimo
Che brivido
Una libertà sconfinata, senza limiti a fargli da argini, rappresenta la chiave per un universo di possibilità.
Se gli ingegneri cercano di minimizzare gli errori per non far deviare il missile dalla traiettoria prevista, Mary è quel missile che l’errore lo massimizza. Che non ha traiettoria. Che il cosmo lo vuole esplorare tutto.
Vuoi vedere la mia amica atomica
Viene a caduta libera
Queste le parole usate dall’artista circa il significato del nuovo brano, scritto insieme al duo pop La rappresentante di lista:
“Con Veronica e Dario abbiamo scritto Mary in un caldo giorno di fine aprile a Palermo. Ero entrata in studio con l’idea di scrivere un brano su una ragazza che desiderava andare nello spazio, ma durante la finalizzazione del ritornello, proprio nel momento in cui non riuscivamo a trovare le parole giuste, ci è venuto spontaneo giocare con il testo, inventando frasi e qualche assurdità: tra queste il fatto che Mary, più che di andare nello spazio, avesse voglia di fare l’amore. Rileggendo il testo ci siamo resi conto della bellissima metafora che si era venuta a creare in maniera assolutamente ingenua e involontaria. Da quel momento in poi abbiamo proseguito la scrittura con questa doppia narrazione e ci siamo divertiti moltissimo. Lavorare con Dario e Veronica è davvero travolgente: quel giorno in studio c’era un via vai di musicisti, amici, parenti, tutti coinvolti nel dare un piccolo contributo alla scrittura della pazza storia di “Mary”
Nell’ascoltare Mary torna in mente l’incipit di “La bella estate” di Cesare Pavese: “A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era così bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravamo ancora che qualcosa succedesse […] e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline.”
Ecco, Mary è la speranza certa della possibilità dietro la collina. Il resoconto di occhi ingenui, che non avvezzi a mettere a fuoco, riescono ancora a farsi accecare dalla bellezza del vedere per la prima volta.