È passata appena una settimana dall’ascolto dei 30 brani in gara alla 74esima edizione del Festival di Sanremo. Tra prime impressioni, pronostici e artisti (ma soprattutto artiste) quotati sul podio, non è mancato il nome dei The Kolors: Un Ragazzo Una Ragazza segna il loro ritorno all’Ariston, a seguito della loro partecipazione nel 2018 e un 2023 a dir poco elettrizzante grazie al successo di “ITALODISCO“, con oltre 150 milioni di streaming e innumerevoli dischi di platino.
Si sa, durante le settimane pre Festival gli addetti ai lavori e la stampa si riversano come delle trottole di conferenza in conferenza. Noi non siamo da meno e qualche giorno fa abbiamo fatto un salto alla presentazione di Un Ragazzo Una Ragazza all’Armani Privé di Milano. Stash, Alex e Dario fanno il loro ingresso sotto le note di “ITALODISCO“.
«Siamo felici, abbiamo letto un po’ di recensioni e commenti sul primo ascolto. Devo dire che siamo fieri ,in particolar modo per una cosa: si parla di “suono The Kolors”e per una band avere un’identità sonora è sempre un po’ il goal, l’obiettivo, ci fa sentire okay al cento per cento»
Così Stash prende la parola, esprime tutta la sua gratitudine riguardo al supporto ricevuto e continua:
«Consideriamo Sanremo la vera Champions League del pop. Nel pop c’è chi ammette di voler fare Sanremo e chi mente. Speriamo che il pezzo piaccia e arrivi a tutti»
E ancora, sul “sound The Kolors“:
«Non consideriamo giusto il non far percepire la palette di suoni della nostra band in questo momento, si deve sentire che in questo momento del nostro percorso siamo questo, non potevamo non mettere il funk, che forse questa volta strizza l’occhio alle chitarre di Prince e i fiati sul finale alla Al Jarreau. Il nostro obiettivo è di rimanere una band funk»
E infatti, Un Ragazzo Una Ragazza strizza l’occhio a generi molto cari alla band, il groove funky e la cassa dritta si amalgamano e danno vita a un “pantone sonoro” in pieno stile The Kolors. Una cosa è certa: Stash assicura che il loro obiettivo principale sarà quello di far divertire e ballare gli ascoltatori. Avevamo dubbi?
Ma attenzione, seppur molto simile a livello di sonorità a “ITALODISCO”, il pezzo in gara non vuole essere il copia-incolla del tormentone estivo (al contrario di quanto detto un po’ in giro).
Ma in che occasione nasce Un Ragazzo Una Ragazza?
«Tutto è partito più di un anno fa. Ci trovavamo in Stazione Centrale a Milano con nostro fratello Davide Petrella e vediamo fuori dal treno un ragazzo che tentava l’approccio con una ragazza. Osservavamo la scena, nascondeva un po’ il concetto di rompere il ghiaccio nei giorni nostri nell’era dell’online, con le difficoltà che può avere una persona che vive digitalmente ad avere un approccio offline: in quel momento doveva trovare “l’idea continentale” (per citare la prima frase del pezzo), doveva trovare il gancio per rompere il ghiaccio. Questo episodio ci ha dato il La e ci ha dato la possibilità di iniziare a raccontare una storia»
Sul peso delle aspettative dopo il successo e i numeri di ITALODISCO:
«Per quanto diversa, seppur cadendo sotto l’ombrello di questa band, e quindi riconoscendo tutta la palette di suoni della band, Un Ragazzo Una Ragazza non è sovrapponibile, ci dà la tranquillità di far uscire quest’altro pezzo. La cosa sbagliata è paragonare pezzi precedenti ai nuovi e pensare di ripetere le cose che un artista ha già fatto. In questo modo diventiamo imprenditori e non ci divertiamo più. Non ci piace ragionare con un approccio imprenditoriale in studio di registrazione, ci piace seguire quello che è il flow. Quando sei al microfono non registri solo ritmo e armonie, stai registrando anche uno stato d’animo e questa cosa ce l’ha dimostrata ITALODISCO nuda e cruda: in un quarto d’ora è uscita fuori così. Questa cosa l’avevamo già avvertita con Pensare male, un altro brano a cui tenevamo e volevamo far uscire senza troppe pretese, e poi è andata molto bene fra dischi di platino e prime posizioni in classifica in radio. Così per Un Ragazzo Una Ragazza: ci siamo messi in studio e abbiamo tirato fuori quello che volevamo tirare fuori senza pensare troppo alle strategie discografiche, alle classifiche»
Una seconda partecipazione al Festival che porta inevitabilmente delle consapevolezze in più:
«Rispetto al 2018 sicuramente c’è un po’ di consapevolezza in più dal punto di vista strumentistico e questo tipo di approccio ci dà la possibilità di goderci alcuni momenti che appartengono a quella fase in cui spesso prevale l’ansia, la preoccupazione, ma poi a un certo punto ti rendi conto che è anche quello il bello, anche quella lunga settimana di preparazione. La differenza sostanziale tra quella volta e questa è proprio lo stare con i piedi per terra e riuscire a viversi appieno quello che sta accadendo, anche nella fase di preparazione»
Tuttavia, Un Ragazzo Una Ragazza è solo il preambolo di ciò che sarà il 2024 per la band:
«Il 2024 è l’anno del nostro primo forum (il 3 aprile). Non vi nascondiamo che stiamo facendo tanto lavoro di preparazione. Quello sarà il momento in cui riusciremo davvero a dire grazie a tutte le persone che in questo momento importante del nostro percorso ci stanno dando la possibilità di fare quello che abbiamo sempre desiderato fare. Il primo forum non si scorda mai, ha per noi un’importanza gigante. Mi ricordo che nel 2015 (periodo post Amici) c’era stata la possibilità di fare qualche palazzetto, ma mi sento di dire “meno male che abbiamo aspettato per farlo”, questo è il momento migliore per farlo, per raccontare più fasi del nostro percorso. Sarà davvero una grande festa»