Tony Boy, l’intervista: i retroscena della deluxe di Umile

da | Ott 20, 2023 | Interviste

Un nuovo astro nel firmamento del rap italiano, una delle recenti scoperte portate in auge dal loro stesso talento, si chiama Tony Boy, classe ’99 di Padova, ed ha appena pubblicato la deluxe di Umile, il suo ultimo disco. Abbiamo ascoltato in anteprima i cinque nuovi pezzi dell’EP, per poi chiacchierare riguardo questo, e non […]

Un nuovo astro nel firmamento del rap italiano, una delle recenti scoperte portate in auge dal loro stesso talento, si chiama Tony Boy, classe ’99 di Padova, ed ha appena pubblicato la deluxe di Umile, il suo ultimo disco. Abbiamo ascoltato in anteprima i cinque nuovi pezzi dell’EP, per poi chiacchierare riguardo questo, e non solo, con l’artista. La sua musica è diversa, può piacere o meno ma è un prodotto nuovo, fresco e assolutamente spontaneo. Proprio questo aggettivo, “spontaneo”, è quello che usa Tony per descrivere se stesso.

Un aggettivo per descrivermi? Io ti direi spontaneo. Anche versatile, ma quella è una qualità più tecnica. Proprio per questo è difficile anche per me etichettare la mia musica. Cerco di fare di questa versatilità un mio punto di forza, così come con il mio approccio che è molto old school.

La sua concentrazione ora è tutta sull’uscita della deluxe di Umile, l’ultimo progetto targato Tony Boy, che proprio in nome di quella spontaneità descrive un lato di sè più intimo, andando a scavare ancora più in profondità di quanto non avesse già fatto prima, come dice lui stesso. Abbiamo voluto rendere l’ascesa di Tony letterale, chiedendogli quale fosse la sensazione provata nel vedersi all’undicesimo piano di uno Skyline a Milano. Proprio dalla risposta a questa domanda è sorta tutta l’umiltà e la voglia di fare musica di un ragazzo che ha tanto da dire e che va sicuramente scoperto.

Sono veramente contento, cioè mi sento blessed. Nononstante questo rimango sempre focus, comunque non mi siedo sugli allori. Diciamo che è bello lo skyline, ma comunque siamo qui per lavorare, proprio per questo sono contento.

Il lavoro, la musica, la costanza, sono le tre matrici chiave di Tony Boy. Non esiste Tony Boy senza la sua attitudine old school, senza la sua applicazione e soprattutto senza la sua interiorità, che lo distingue nettamente da qualsiasi artista italiano visto fino ad ora. Com’è nato, da Antonio, Tony Boy? Ce lo spiega direttamente lui.

Il nome Tony Boy? Nasce grazie a mia madre, mi chiama Tony da sempre, sono sempre stato tony. Il desiderio di fare musica nasce dato fatto che ho sempre ascoltato tanta musica, sono sempre stato un appassionato, quindi è stato tutto abbastanza naturale. Iniziare a fare questo, a rappare, non è successo in un momento, è stato tutto graduale. Da piccolo ho iniziato a perfezionare sempre di più, e perfezionando poi ho trovato il mio stile, la mia formula. Però non c’è un momento o un episodio in cui qualcosa mi ha convinto a fare rap, è una cosa innata.

Così Antonio ha iniziato a vivere la musica prima come una sfida, poi come un percorso di catarsi, un modo di vedersi dentro e poter buttare tutto fuori. Una sorta di terapia che si mostra pienamente nella musica, che da quanto ci ha detto Tony Boy presenta una particolarità. Difatti dal viaggio in America, nello specifico a Los Angeles, l’artista si è portato dietro un modo di fare freestyle al microfono, di buttare tutto fuori in rima, che gli ha permesso di scrivere anche una buona parte del disco. Umile è dunque una miscela tra scritto e freestyle, tutta l’anima di Tony.

L’attitudine al lavoro si vede anche nel rapporto coi colleghi. In particolare abbiamo voluto indagare il rapporto con un artista in particolare: Kid Yugi. La crasi artistica tra i due giovani ha prodotto ottimi pezzi, tra cui Sintetico che hanno cantato insieme sul palco del Marrageddon. Proprio su Kid Yugi, Tony Boy ha detto queste parole, anche a proposito di un possibile progetto in collaborazione tra i due.

Diciamo che possiamo far sognare un po’. Con Kid ho tantissimi pezzi, vediamo cosa succede, come vengono immagazzinati. Veramente abbiamo un sacco di pezzi con tanti artisti, ame piace fare tanti pezzi in collaborazione. Io quando trovo un’artista non mi piace fare solo un featuring e poi ciao, capito? È difficile che io faccia solo una canzone con una persona che stimo. Per esempio tutte le hit del disco sono con i featuring, perché comunque ci ho tenevo particolarmente ad avere quegli artisti su quelle tracce.

Prima di concludere, abbiamo chiesto a Tony Boy com’è arrivata la chiamata del Marrageddon, cosa è stato per lui partecipare ad un evento tanto affascinante quanto storico come il festival di Marracash. Ci ha colpiti la sicurezza e la tranquillità che ha trasmesso sul palco, vista soprattutto l’epicità e la portata degli eventi di Napoli e Milano.

A dirla tutta ero tranquillo, così tranquillo che quelli intorno a me quasi mi preoccupavano. Ero concentrato, con la voglia di spaccare, di salire sul palco e dare tutto. Come è arrivato l’invito? Hanno chiamato il mio manager e hanno chiesto se volessi esibirmi. Ho detto di sì subito. Tra l’altro avevamo anche una data che è stata cancellata apposta per permettermi di partecipare.

Per chiudere l’intervista, abbiamo voluto chiedere a Tony Boy qualcosa del suo futuro, un sogno. Ci ha risposto e possiamo dire tranquillamente che non è assolutamente un sogno piccolo. Se sognare in grande l’ha portato fin qui, chissà se un giorno lo porterà anche a realizzare questo grande desiderio.

Qual è il mio sogno musicale più grande? Suonare a San Siro. Anche perchè non ci sono mai stato, nemmeno per una partita di calcio.

Tony Boy non sarà forse l’artista che unisce tutto il pubblico. Il gusto è divisivo, eppure all’ascesa di questo ragazzo vanno riconosciute molte cose. Il suo modo di fare musica ha portato il rap ad un altro step, a conoscere qualcosa di nuovo. La sua attitudine è street, ma non si limita a questo e lascia indagare la profondità delle esperienze, di fatti e sensazioni. Il suo modo di lavorare, di concepire la musica, è costante e interessante, lui l’ha definita quasi “ossessione”.

Le proposte e gli aspetti della musica di Tony Boy sono tanti, pian piano li sta facendo scoprire uno a uno. Intanto Umile e la sua deluxe sono disponibili all’ascolto. Così da sentire tramutato in musica tutto ciò che avete potuto leggere.

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