Se Marracash lo chiamano King, Madame, in rete, è stata definita la Queen. E non solo per tutto quello che è successo nella notte milanese del Marrageddon che si ripeterà a Napoli, ma perchè entrambi sembrano aver infranto il sacro tempio del cantautorato italiano con la vittoria della Targa Tenco.
Madame, reduce da un tour estivo fatto di diverse date, si appresta a ripartire col tour invernale nei teatri e all’Auditorium Parco della Musica di Roma in cui , tra l’altro, ha già un sold out.
I numeri stanno dalla sua parte, tanto quanto quelli per Marracash, e parliamo di numeri reali, biglietti venduti (davvero), nonostante la critica musicale old school che le rimprovera l’uso dell’autotune.
Ma fermiamoci un attimo a discutere del contenuto delle canzoni, della stilistica e della metrica: i testi di Madame son tutto meno che banali.
Prendiamo per esempio la sua ultima hit, Aranciata:
“Io ti ho gonfiato le tasche di amore e le hai bucate
Non so se di proposito, non penso di proposito
Uno specchio per le allodole le tue commedie plateali
Parla chiaro e dimmi perché te ne vai da me
Il tuo fiume senza margini non è più il mio rifugio
Da quando in quello che immaginavi io non ero inclusa
Trovo pace in una gabbia che non ho aperto a nessuno
Perché dentro c’è un ricordo che deve stare al sicuro”.
Madame all’età di ventun’anni, quasi ventidue, riesce a raccontare sfumature ed emozioni d’amore affatto scontate. Di diritto, quindi, crediamo possa essere inserita nella grande scuola genovese della musica e del cantautorato.
Nei testi della giovane rapper si intersecano messaggi d’amore, diritti di genere, temi sociali, esattamente come nei brani di Marracash.










