Levante è tornata mora ma no, non è questa la notizia principale. Canzone d’estate è l’ultimo singolo di Claudia Lagona, il primo brano dopo Opera Futura, l’album che ha visto la luce in concomitanza con la partecipazione al Festival di Sanremo.
Levante chiude così un cerchio, la parentesi che l’ha vista protagonista di una querelle alquanto animata: “meglio mora!” “Il problema sono le sopracciglia…” “Comunque prima stavi meglio”.
Ci ha giocato su ironicamente nella promozione del nuovo singolo, Canzone d’estate, includendo alcuni amici e colleghi tra cui Pilar Fogliati, Paola e Chiara, Valerio Lundini, Colapesce e Di Martino, Linus, Fiorello e Amadeus.
Perchè? Non poteva dedicarsi solo alla musica? Probabilmente no, perchè era necessario un chiarimento. Non tanto per sé stessa, immaginiamo, quanto per chi ha vissuto il Sanremo di Levante come una delusione dipendente solo dal colore dei capelli. First world problems, ça va sans dire.
Una volta chiuso il cerchio, però, è la musica a parlare: l’incipit di Canzone d’estate ci proietta subito in una dimensione di malinconia e nostalgia, dalla quale difficilmente la stagione estiva ci riesce a sottrarre:
Cammino a passo svelto
Tra il ricordo del tuo affetto
Non ne posso più
Di dileguarmi in fretta
Che l’amore non sia facile non è una novità. Che Levante ce lo abbia già raccontato, nemmeno. Il controcanto di Canzone d’estate è nel suo passato, in 1996 La stagione del rumore:
E passa il tempo a passo svelto
E noi senza risposte alle domande
Un sogno che era grande
È diventato grandine
E quando il cuore è in fiamme ci saranno sempre mille bracciate di malinconia da affrontare e vivere, per quanto l’estate sia bella. Lo dice Levante stessa:
“Canzone d’estate è il racconto di una relazione arrivata a termine mentre la stagione più calda ha inizio. Si nuota in un mare di rimpianti sperando che sia il cuore scottato a spellare per levarsi dal petto il peso di un sentimento ingombrante, l’amore finito”
Una canzone scritta nel 2018, con riferimenti agli anni ’60 e ispirazioni alla musa (dichiarata) Carmen Consoli, che riesce a risvegliare emozioni e sentimenti contrastanti.
Da un lato, il desiderio di vivere una storia d’amore che sia degna di esser chiamata tale, dall’altro la paura di soffrire e di doversi ritrovare a nuotare in direzione ostinata e contraria.
Grazie Claudia, come sempre.