A poche ore dalla finale di Sanremo abbiamo fatto due chiacchiere con i Coma Cose, in gara alla 73sima edizione del Festival con L’Addio.
Una canzone che (di)mostra il potere terapeutico della musica, che è l’antidoto al dispiacere migliore che possa esistere. Ne abbiamo parlato con loro, che alla quinta e ultima serata della kermesse si definiscono “Abbastanza carichi e provati, ma carichi e con l’adrenalina dell’ultimo round”, quindi siamo carichi.“
Durante la serata delle cover e dei duetti siete saliti sul palco dell’Ariston con i Baustelle. Com’è nata questa collaborazione e la scelta di Sarà perchè ti amo ?
Ieri sera è andata molto bene, è stata un’esperienza stupenda. È nato tutto in modo molto istintivo da parte di entrambi i nuclei musicali, volevamo portare sul palco qualcosa di lontano dal nostro immaginario. Volevamo rendere omaggio al Festival della Canzone Italiana con una canzone come Sarà perchè ti amo. Quando abbiamo iniziato a cantare e tutta la platea si è messa a saltare e ballare abbiamo capito che era stata la scelta giusta. Ci stava secondo noi, nell’intercedere della serata, inserire un brano così tra brani toccanti e più profondi.
La vostra cifra stilistica ormai è ben chiara a tutti. Ad occhi chiusi fin dalla prima serata L’Addio non poteva che essere una vostra canzone. Ma anche ad occhi aperti, in realtà: i vostri sguardi, il modo in cui vi toccate e la vostra vicinanza vi contraddistinguono. Come riuscire a portare sul palco quest’intimità?
Pensiamo che sia naturale: raccontiamo la nostra vita e portarla in scena è un’emozione enorme. Siamo cantautori e crediamo sia una conseguenza di questo!
E da Fiamme negli occhi (2021) a L’Addio cos’è cambiato?
Tante cose. Sicuramente nel nostro micromondo – al di là degli alti e bassi di coppia, che a volte sono anche momenti per scrivere canzoni come in questo caso – abbiamo affrontato diversi stati emotivi negli ultimi due anni.
Abbiamo iniziato questo progetto che non eravamo super giovanissimi – c’è tanto vissuto prima di diventare i Coma Cose – e quel pezzo di vita continua a cadere nelle canzoni. Fin dal primo giorno abbiamo sempre cercato di raccontare il presente con riferimenti e parallelismi al passato. Quindi va avanti la vita, la carriera, l’amore… addirittura ora diventiamo marito e moglie, come si trasformano le cose!
Un notizia data proprio durante la settimana del Festival, raccontateci meglio com’è andata la proposta:
Intanto ti faccio vedere l’anello (California ride, ndr)
È una cosa di cui abbiamo sempre ciclicamente parlato. Quando ci siamo conosciuti Fausto mi disse “se tra un anno stiamo ancora insieme vorrei sposarti”.
Un mesetto fa eravamo a casa, stavamo chiacchierando del matrimonio e io gli ho detto “ma cosa ne dici se ci sposiamo, cosa ne pensi?” Lui mi ha detto di sì e poi il primo giorno di Festival ha ufficializzato il tutto in maniera più tradizionale con un anello. Non me lo aspettavo assolutamente.
Vi avrei chiesto tre cose che avete portato con voi a Sanremo, ma considerando l’anello… diventano due: cosa avete con voi ogni giorno e ogni sera e non sareste potuti partire senza?
California:
Beh sicuramente la cannuccia per scaldare la voce: facciamo le bolle dentro una bottiglietta per scaldare le corde vocali, tecnica molto figa che funziona.
Fausto:
Una cosa che porto sempre con me in tasca è un plettro che ho dal primo concerto, è il mio portafortuna per ogni esibizione. Spero di non perderlo… che poi magari finisce la fortuna!
Se non foste in gara, diteci il vostro podio:
Per noi i vincitori sono Colapesce e Di Martino, hanno assolutamente il pezzo migliore del Festival, speriamo salgano in classifica!
In bocca al lupo ragazzi, buona finale di Sanremo e… buona musica!
Rivedi l’intervista ai Coma Cose qui!










