Poco più di vent’anni, eppure sembra ci sia una certa chiarezza in ciò che Filippo Cattaneo Ponzoni ci sta mostrando con il suo nuovo progetto artistico solista. Plenilunio è la dimostrazione che l’artista vuole farci conoscere diverse parti di sé, e perciò volenteroso nel voler sperimentare per potercele rivelare tutte.
Plenilunio esce l’ultimo giorno di settembre e, come ottobre alle porte, porta freschezza anche solo al primo ascolto. L’artista illumina il pezzo con diverse sonorità che calzano perfettamente l’una con l’altra, contaminando il suo pop di tante altre sfumature intriganti.
Il risultato, alla fine, è quello di un pezzo giovane, chiaro e attuale che ci porta immediatamente a ragionare sul testo per via della sua trasparenza.
La giovane età dell’artista rende la narrazione del pezzo immediata e spontanea, si percepisce quasi una sorta di sensualità nei suoni che, sommata alle immagini raccontate da Filippo, rende il pezzo funzionante e diretto.
Come luna piena illumini
Ogni estremità di questa stanza buia
Anche più della notte che
In un lampo si dissolve
Ho più domande che risposte
L’artista è naturale e cristallino nel raccontare la storia di questa canzone, non usa mezzi termini e per quanto si percepisca la ferita dietro la scrittura: l’obiettivo del pezzo è anche quello di esporre i sentimenti in maniera cosciente e semplice.
Ora mi muovo da un punto di stallo
La tua voce fuoricampo (ormai)
Ormai qui non trova spazio
Con te all’alba solo brividi
Al tramonto erano lividi
Avevi le uniche certezze tue
Dentro le mie debolezze
Plenilunio ci parla di relazioni complesse, di quelle che non hanno trovato scampo quando si sono schierate con le differenze caratteriali.
Sto sulla luna
Quando ho la testa in off
Plenilunio ancora un po’
Al tuo mondo dico
Che importa se poi
Corro nei miei pericoli
Senza emozioni inutili
Con il sole addosso
La metafora della luna viene utilizzata di nuovo per descrivere un insieme, una sensazione, un contesto.
L’epilogo della canzone è infine la consapevolezza: per quanta perdizione e complessità possiamo trovare nell’altr*, l’unico luogo sicuro è quello che ci costruiamo noi stess*.