Alfio Martire è uno degli illustratori più in voga del momento. Ogni sua illustrazione è riconoscibile. ciò denota quanto di lui ci sia nelle illustrazione. Noi di Cromosomi abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui…
Ciao Alfio Martire! Dicono che nelle prossime settimane sarai occupato per diverse mostre italiane e non, da Milano, Bologna, Roma, Napoli, Bari e Cosenza fino a New York.
Si ho voglia di creare un percorso attraverso l’Italia fino a raggiungere gli Stati Uniti e spero riuscirò a scegliere un tema originale e stimolante incentrato sulla connessione tra sesso, arte e musica.
Il 31 sarai presente, infatti a New York per una mostra sul design italiano anni 70. Su quali temi verteranno tutte queste mostre?
New York è un ottimo trampolino di lancio e un’esperienza importante che sono sicuro arricchirà la mia mente e il mio corpo. In questo caso sarà lo stile nell’Italia degli anni 60/70, ma le mostre in Italia vorrei fossero attive e dinamiche dove il pubblico partecipa, si apre, abbatte muri e pregiudizi, che limitano le nostre emozioni e i nostri desideri più nascosti che non abbiamo il coraggio di vivere insieme.
Com’è arrivato Alfio Martire ad essere presente a tali mostre e ad avere tutta la visibilità che sta avendo anche tramite e grazie all’utilizzo che fa dei suoi social?
I social sono uno strumento, l’arte va vissuta, portata in giro, fatta conoscere, non bisogna mai usare solo la vetrina mediatica. Mai copiare una moda, perché le mode passano. Io ho cominciato con i banchetti fuori dai concerti, quando eravamo in pochi. Ma la sensazione di guardare e ascoltare le persone che ammirano i tuoi lavori è impareggiabile. Poi con tanto lavoro arriva anche il resto. Bisogna osare e non aver mai paura di fallire.
Cosa consiglieresti ad un’altra persona che magari è attratta dal mondo dell’illustrazione ma non riesce a prendere coraggio per esporsi per paura di essere giudicato?
Gli direi di ascoltare solo se stesso, come scrivevano Battisti e Mogol. “La paura inquina e uccide i sentimenti”, quindi disegnare è comunicare alle persone tutto quello che hai dentro non aspettandosi nulla in cambio. L’arte è uno strumento per esprimere emozioni e quelle arrivano sempre, in un modo o nell’altro, come le vibrazioni e le onde sonore.
Spesso le tue illustrazioni sono incentrate su temi come il sesso, i rapporti sessuali e tutto ciò che centra quindi con la sessualità. Come mai ti concentri proprio su queste tematiche?
Perché considero l’erotismo come il raggiungimento massimo della libertà d’espressione. I miei lavori sono frutto di emozioni vissute, esperienze, ricordi e sono momenti di profondissima intimità e cerco di comunicarle nel modo più poetico e meno volgare possibile.
Spesso Instagram censura capezzoli e tutto ciò che non rispetta le “linee guida”. Cosa ne pensa Alfio Martire della censura su Instagram?
Non esiste nulla di irrispettoso nella nudità, nelle forme e nell’esprimere la propria libertà sessuale. Coprire i capezzoli è di un’ipocrisia sconcertante. Naturalmente ognuno è libero di indignarsi e scegliere di seguire o non seguire un artista o una pagina. Trovo limitante e pericoloso che qualcuno possa decidere cosa è o non è “in linea” nella vita di una persona.