Il 4 dicembre è arrivato al cinema Attitudini: nessuna, il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Il giorno prima è uscito il brano firmato da Brunori Sas, cantautore che sembra perfetto per accompagnare il documentario.
L’idea nasce da una poesia di Aldo Baglio e da una vecchia pagella in cui, alla voce “Attitudini”, compariva un secco “nessuna”. Un dettaglio minuscolo che diventa il fulcro del progetto.
Attitudini: nessuna. Un titolo semplice, che funziona
“Ho girato i tarocchi, mi hanno letto la vita
L’ho guardata negli occhi, ma non l’ho capita
E soffia tra i neuroni che archiviano i ricordi
“Attitudini: nessuna”, è la risposta dei sogni“
Brunori prende quella parola e la porta in una canzone essenziale: voce in primo piano, arrangiamento ridotto, atmosfera (quasi) domestica. E dentro questa semplicità c’è anche il suo lato meno dichiarato: quella spontaneità un po’ comica che emerge nelle interviste, nelle battute improvvise, nel modo in cui sa sdrammatizzare anche un verso serio.
Una caratteristica che, paradossalmente, lo avvicina più del previsto al Trio. C’è poi un dettaglio geografico che non è mai banale: Brunori è calabrese. Quel Sud che si porta addosso — nei modi, nei tempi, nel sorriso — fa eco alla parte siciliana di Aldo, riscoperta da adulto e diventata lingua comica. Due storie lontane ma con lo stesso punto d’origine.
È lo stesso approccio del film di Sophie Chiarello, che osserva i tre comici senza metterli su un piedistallo. Nel documentario riemergono ciò che li unisce e ciò che li differenzia.
“Siamo tre clown, ma insieme diventiamo un solo clown.“
Attitudini: nessuna. Ne siamo sicuri?
“Perché il mondo gira alla rovescia, mentre noi giravamo in tondo
Senza una donna, senza una macchina, senza neanche Dio
Ma con in bocca una canzone“
Spaesamento, tentativi, identità costruite strada facendo. Quanti di noi hanno creduto di non avere un talento? Di non essere abbastanza?
A quel punto il titolo perde il suo significato letterale. Non è un limite. Non è ironia amara. È una definizione scaduta. Il film lo mostra, la canzone lo sottolinea e il titolo regge solo sulla carta.
Nella vita — la loro, la nostra — le attitudini non si compilano. “Chi sa fare, sa capire.”
La canzone si chiude con la voce di Fiammetta, la figlia di Brunori, che lo chiama per il caffè. Un momento reale, lasciato così com’è, che chiude il brano con la spontaneità della vita.









