Da oggi è disponibile la riedizione del suo album del 1980, E io ci sto, rimasterizzato in digitale, vinile e CD. Un ritorno che non puzza di nostalgia né di merchandising spiccio: è uno di quei casi in cui un disco storico rientra nella stanza e tutti fanno silenzio. Non per rispetto, ma perché Rino è ancora una voce che parla senza chiedere il permesso.
La cosa più sorprendente, però, non è il remaster: è l’opera video che accompagna il brano, diretta da Nicolò Bassetto. Il progetto nasce da un manoscritto ritrovato, uno script in cui Gaetano immaginava un videoclip fatto di Roma, Capri e un tramonto che sembrava un sipario. Bassetto riprende quel sogno e lo traduce in un film d’arte girato tutto in pellicola, con Giovanni Maini nei panni di un ragazzo che attraversa la città affiggendo un cartello: “sei la tua guerra”. Una frase che da sola basta a dire perché Rino è ancora qui, vivo nel presente più di molti artisti contemporanei.
Il video mescola malinconia e resistenza: la solitudine dell’individuo, la scelta di esserci comunque, il dubbio costante se valga la pena restare in piedi quando tutto intorno sembra cedere. C’è anche un’apparizione di Alessandro Gaetano, nipote del cantautore, che aggiunge un’intimità non costruita, un ponte tra memoria ed eredità.
La nuova edizione del disco rimette al centro la tracklist originale e aggiunge un inedito, Un film a colori (Jet set), una versione alternativa che svela un lato più romantico e privato, un amore raccontato con quella sua ironia sottile che punge ma non ferisce. Il vinile rosso include anche il manoscritto da cui è partito tutto: una piccola reliquia che spiega quanto fosse avanti Gaetano quando il termine “visionario” non era ancora un’etichetta da copertina.
Rileggere E io ci sto oggi significa ritrovare una satira che non ha perso i denti: la critica al mondo dello spettacolo, la disamina del potere, il disincanto che non scivola mai nel cinismo. È il ritratto di un artista libero, irregolare, allergico all’omologazione. L’ultimo album prima della sua morte, ma anche il più lucido nel raccontare un Paese che non è cambiato poi così tanto.
L’inedito compare anche in Rino Gaetano sempre più blu, il film di Giorgio Verdelli che arriva in sala a fine novembre: un racconto corale che prova a mettere insieme il mito e l’uomo, le sue storture e le sue epifanie, la sua eredità musicale che continua a germogliare.









