Il 20 novembre il Fabrique si prepara a diventare un’arena rap di livello serio. Il 28 dicembre, invece, tocca al Palapartenope: una chiusura d’anno che promette temperatura alta anche se fuori farà freddo. Non è marketing, è il contesto: due città che nel rap hanno messo radici profonde, e un artista che con quelle radici ci parla da sempre.
A Milano saliranno con lui Serena Brancale, Ensi, Nerone, Ste Young Hash e Ugo Crepa. A Napoli arriveranno Gigi D’Alessio, Rocco Hunt, i Negrita, Settembre e di nuovo Ugo Crepa. Ospiti scelti con la logica di chi conosce bene il proprio mondo: più che featuring, sono alleanze artistiche.
Il fulcro dei due show sarà Grande Anima (Epic Records Italy/Sony Music Italy), l’album più recente di Clementino. Un lavoro che scava nella sua visione, mettendo in primo piano temi interiori, percorsi personali e una scrittura che guarda lontano. Non è un “esperimento”, non è una svolta forzata: è un disco che riflette un momento preciso e che trova il suo habitat naturale dal vivo, con una band ampia e una costruzione scenica fatta per amplificarne ogni dettaglio. È il tipo di progetto che in un live cambia peso specifico.
Sul palco ci saranno anche i breaker Gino Rota e Salvatore Deflow, oltre a una formazione di musicisti che sembra uscita da un laboratorio creativo più che da una sala prove: consolle, chitarre, archi, batterie, tastiere, voci. Quattro ballerini che fanno da cornice dinamica e una regia che punta a un impatto visivo importante. Clementino, del resto, è uno che vive il palco come un parco giochi: parla, improvvisa, ribalta i tempi, si diverte. Ed è difficile stargli dietro, in senso buono.
La parte televisiva della sua carriera corre parallela. Dopo Suzuki Jukebox su Rai1, è tornato coach a The Voice Senior dal 14 novembre, e nel 2026 farà lo stesso nella versione Kids. Non sono deviazioni: sono ampliamenti. Gli permettono di mostrare quella capacità comunicativa che nel rap è da sempre la sua firma.
Le due date, prodotte da Promomusic Italia, hanno il sapore di quelle occasioni in cui un artista tira le somme di un periodo particolarmente fertile. Non c’è nostalgia, non c’è voglia di ripetere il già fatto. C’è l’intenzione di portare sul palco tutto quello che oggi rappresenta: la parte tecnica, la parte ironica, la parte emotiva e quella scenica. Una miscela che, nel suo caso, funziona proprio perché non somiglia a nessun altro.









