Dopo l’esordio delicato e viscerale di “Elodie”, Emili Kasa torna con “Pita Gyros” (Maciste Dischi), un nuovo singolo che ribalta il concetto di canzone d’amore. Fuori ovunque da mezzanotte, il brano racconta ciò che resta quando l’amore smette di essere magia, ma non smette di farti male.
“Tanto tra me e te lo sai che non è mai stato Disneyland” — una frase che da sola contiene tutto il disincanto del pezzo. Dentro “Pita Gyros” c’è la quotidianità di chi cresce e si scontra con la realtà: una sigaretta accesa in silenzio, un episodio di Stranger Things, un pita gyros mangiato dopo una lite. Piccole scene che diventano simboli, fotografie emotive di un amore finito ma ancora vivo nella mente.
La produzione, curata da Pablo America e Mr. Monkey, gioca su un equilibrio fragile tra minimalismo e potenza. Un pianoforte che sembra respirare, poi esplode in una ballad stratificata, dove la voce di Emili Kasa si piega e si rialza, come chi cerca di restare intero dopo un crollo. Il ritornello si ripete come un mantra, un modo per convincersi che si può ancora sentire qualcosa, anche nel caos.
“Pita Gyros” è un pezzo di verità, scritto senza filtri, con la crudezza di chi non ha paura di guardarsi dentro. Figlia del 2005, cresciuta a Monte Urano con radici greche e albanesi, Emili Kasa trasforma la sua contaminazione culturale in identità sonora. Dentro la sua musica convivono l’intimità dell’R&B e l’urgenza del rap, l’emotività mediterranea e la sincerità della nuova scena italiana.
Dopo “Elodie”, questo secondo capitolo conferma una direzione chiara: Emili Kasa non canta per piacere, canta per ricordare. E “Pita Gyros” è la prova che il dolore, se raccontato bene, può essere bellissimo.










