Con La stessa canzone, Mecna sposta il focus: «quel forte legame che resta invariato anche dopo che qualcosa finisce». Non parla solo di rancore o rabbia, ma dell’affetto che sopravvive alle fratture: un ricordo che diventa indipendente da chi l’ha generato.
Questo singolo è il secondo estratto dopo Ritratti e prepara il terreno al disco – copertine alternative, stati d’animo diversi, edizioni LP e CD, vinile 10″ per l’EP Introspezione già uscito. Ogni formato è pensato come esperienza fisica oltre che sonora.
Dopo due anni e mezzo dal suo ultimo lavoro Stupido Amore, e pochi mesi da Introspezione, Mecna conferma che il suo filo conduttore è l’interiorità. Le sue canzoni non sono finestre perfette, ma specchi: il testo diventa voce delle sue esperienze e di quelle dell’ascoltatore.
Lui stesso racconta: «Ho cercato la componente grezza, spontanea. Non ho inseguìto la perfezione, mi sono lasciato guidare dall’istinto». Influenze da Dominic Fike, Bon Iver, Dijon emergono e contaminano il suono, senza snaturarlo.
Ora Mecna torna anche dal vivo con il Terapia Club Tour 2026, prodotto da Vivo Concerti. Si parte il 17 gennaio da Senigallia e si arriva fino a Londra l’8 febbraio. Nelle tappe italiane: Napoli, Milano, Roma, Bologna, Padova… ognuna pensata come incontro diretto con chi ascolta il suo mondo.
Con La stessa canzone e il nuovo album, Mecna prova a catturare l’imprevedibile: ciò che resta, nonostante tutto.










