Dopo averci fatto ballare e riflettere con i singoli “Sorridi e vuoi fumare” e “Batte il cuore”, Clementino apre oggi un nuovo e inaspettato capitolo della sua storia artistica: esce Grande Anima, un disco che va oltre la musica, trasformandosi in un cammino spirituale tra radici, ricerca interiore e nuove prospettive. Quindici brani per raccontare un’evoluzione profonda, non solo musicale ma soprattutto umana.
In questo progetto Clementino non si nasconde: si espone, si interroga e condivide. Ogni canzone è un tassello di un percorso personale e universale al tempo stesso, nato da esperienze vissute tra il Costa Rica, l’India, il Kenya, il Giappone. Luoghi che hanno lasciato un segno indelebile, nutrendo la sua scrittura di immagini sacre, suoni ancestrali e riflessioni esistenziali. Non è un caso se il titolo dell’album è proprio Grande Anima: perché è lì, in quel nucleo invisibile ma potentissimo, che tutto ha avuto origine.
Dalla Costa Rica a Napoli: il nuovo capitolo spirituale di Clementino
Il disco si apre con Risveglio, una traccia che ha il sapore di un rito. Scritta dopo una cerimonia spirituale in Centro America, ha l’intensità di un mantra e la delicatezza di una preghiera laica. È la nascita di un nuovo Clementino, più consapevole, che attraversa l’ombra per ritrovare la luce.
A seguire “Dolce come il miele”, con il feat. di Settembre, ci ricorda che le risposte non sempre vanno cercate fuori: spesso sono già dentro di noi, pronte a emergere se si è disposti a guardarsi dentro. Il brano è un invito ad ascoltare quella voce interiore che conosce la strada anche quando tutto sembra confuso.
Tra le tracce più significative, “Il codice dell’anima”, realizzata con Gigi D’Alessio, è forse il cuore pulsante dell’intero lavoro. Una riflessione lucida e toccante sull’identità e sul destino, arricchita dal monologo di Totò tratto da “Il più comico spettacolo del mondo”. Un vero piccolo atto teatrale in musica, che restituisce dignità e spessore all’anima del clown.
Ma Grande Anima non è solo introspezione. C’è anche spazio per l’amore fragile e potente in brani come “Cielo e terra”, dove il cantautore napoletano si lascia attraversare dal groove funk partenopeo, e “Aspettando questa notte”, una dolce dichiarazione di fiducia e armonia con l’altro.

Il risveglio di un artista: Clementino apre la sua “Grande Anima”
Clementino ci trascina nel cuore della giungla, in un omaggio sonoro all’energia della natura, tra percussioni tribali e spiritualità indigena. Un brano che invita a rallentare, respirare, sentire. Mentre “Nuie pe’ semp”, nata sulle rive del Gange dopo una meditazione a Rishikesh, si fa promessa eterna all’amore in tutte le sue forme.
Le collaborazioni sono un punto di forza del disco: dai Negrita in “Pianeti”, che esplorano l’amore come forza cosmica, a Greg Rega, Calmo e Ugo Crepa, dove la contaminazione di stili diventa valore. C’è anche la voce intensa di Ste in “Parlo ‘e te”, che rilegge il classico Luna Rossa con una sensibilità nuova, in equilibrio tra tradizione e modernità.
Il viaggio si chiude con “Guardando la luna”, bonus track che ha fatto da colonna sonora spontanea al trionfo del Napoli. Una canzone nata per l’amore e diventata inno, capace di fondere malinconia e celebrazione.
Grande Anima è anche un’esperienza dal vivo: due concerti speciali sono in programma il 20 novembre al Fabrique di Milano e il 28 dicembre al Palapartenope di Napoli. Sul palco, oltre a Clementino, ci sarà una band d’eccezione e i breaker Gino Rota e Salvatore Deflow, a sottolineare l’anima hip hop che non è mai andata via, ma si è semplicemente evoluta.
Grande Anima è il diario della metamorfosi di Clementino, e al tempo stesso un invito collettivo: smettere di fuggire da sé stessi, e iniziare finalmente a cercarsi.
Clementino apre il suo cuore in “Grande Anima”
Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Clementino, che ci ha accolto con l’energia e la sincerità di sempre. Insieme abbiamo ripercorso le tappe dei suoi ultimi anni: viaggi in terre lontane, esperienze che gli hanno cambiato la vita, momenti di buio e consapevolezze ritrovate. Ma soprattutto ci ha raccontato Grande Anima, il disco che segna una svolta nel suo percorso artistico e personale, un lavoro che nasce dal profondo e che porta in musica tutta la sua evoluzione.
“Grande Anima” è il tuo nuovo disco, com’è nato?
“Grande Anima è sicuramente il mio disco più cantautorale. È nato in seguito ai viaggi che ho fatto in giro per il mondo: Costa Rica, India, Giappone. A questi viaggi si è aggiunta la meditazione, la lettura, la riscoperta di certi libri. È stata una vera e propria ricerca personale, che mi ha portato alla nascita di questo album.”
Hai detto che questo è il tuo album più cantautorale. Cos’è cambiato, nel modo in cui ti sei seduto a scrivere?
“Sicuramente il modo di scrivere è cambiato molto, perché a 43 anni non potevo più scrivere le cose che scrivevo a vent’anni. Avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Questi viaggi mi hanno aiutato a trovare altri vocaboli, nuove tematiche. In questo disco non c’è traccia di autocelebrazione rap, ma c’è tanta analisi delle sfumature dell’anima: l’amore, la speranza, la spiritualità, il ritorno a casa, la famiglia, la città.”
Dalla Costa Rica all’India, passando per Kenya e Giappone: che cosa ti ha insegnato davvero il viaggiare da solo?
“Sono stati viaggi che ho fatto completamente da solo e mi hanno insegnato tantissime cose. Prima di tutto, a capire che tante cose sono inutili. Esistono un sacco di elementi superflui nella nostra vita, ma l’essenza è un’altra cosa. L’importante sono le radici. Perché, scoprendo altri luoghi, impari anche a valorizzare di più il posto da cui vieni.”
In “Giorni nostri” dici “dedicato a chi come me ha galleggiato sul dolore”. Cosa hai capito del dolore?
“Ho vissuto dieci anni turbolenti, tra dipendenza, alcol e tutto il resto. Ho fatto la vita da rockstar per tanti anni. Quel dolore era il frutto della mia immaginazione, della mia mente. Ho capito che non avevo bisogno di tante cose: vivere davvero è un’altra cosa. Oggi sto vivendo lo sballo della vita, ed è fantastico: vedere posti nuovi, costumi diversi, città lontane. Sto bene così. Ho capito che sto bene così. Tutto il resto… less is more. Mi sto godendo veramente la vita da cantante e da intrattenitore.”
Nel disco parli spesso di luce dopo l’oscurità. Oggi ti senti più in equilibrio o ancora in viaggio?
“Mi sento in equilibrio. C’è una frase contenuta ne Il codice dell’anima di Hillman che dice che non dobbiamo lasciarci affossare dai problemi, ma restare con i problemi. Cosa vuol dire? Che anche facendo meditazione, i problemi non spariscono, ma cambia il modo in cui li guardi. Oggi faccio una vita super sana, molto diversa da quella che facevo anni fa. Però i problemi ci sono ancora: magari un ritardo di un aereo, un imprevisto sul lavoro. E lì bisogna evitare di arrabbiarsi, perché ci sono cose che non puoi cambiare. Quindi, il problema resta, ma impari a viverlo in un altro modo.”
Hai scelto i featuring con il cuore. Penso a Gigi D’Alessio in “Il codice dell’anima”, ma anche a Pau dei Negrita, a Settembre.
“Non volevo fare un disco uguale a quelli precedenti, non volevo inserire i soliti rapper famosi. Non mi andava, perché sarebbero stati fuori dall’essenza di questo progetto. Ho voluto coinvolgere artisti non rapper: Gigi D’Alessio, Settembre, Ugo Crepa, i Negrita… Ho ascoltato tanta musica cantautorale in questi anni: Pino Daniele, Lucio Dalla, Branduardi, Battiato. E i featuring che ho scelto sono cantanti a tutti gli effetti. Non perché voglia snobbare il rap, assolutamente. È solo che in questo momento della mia vita non mi sentivo di fare un album troppo rap, troppo crudo. Volevo qualcosa di più conscious, più introspettivo.”

In “Giorni nostri” dici che la tua valigia è stretta ma piena. Se potessi metterci solo tre cose quali porteresti con te?
“A parte l’abbigliamento?” (ride) “Sicuramente un libro, delle cuffie per ascoltare musica… e ti direi una macchina fotografica, ma a questo punto dico il telefono.”
Hai mai avuto paura che una canzone non bastasse a raccontare quello che provavi?
“Non ho mai avuto paura di questo, perché ho avuto paura in passato di cose molto più gravi. Ho sfidato le tenebre. La paura è un’altra cosa: non è quella di non riuscire a scrivere una canzone. Una canzone, prima o poi, esce. Ho sempre affrontato le cose a testa alta e con i piedi per terra. So solo una cosa: che la verità è fare musica. Il rap è musica, e musica vuol dire verità. Vuol dire raccontare quello che sei, senza paura. Quindi si prende con filosofia, e si va avanti.”
In “Pianeti” dici che l’amore può “curare cicatrici e svoltare i giorni grigi”. È più difficile amare o lasciarsi amare, per te?
“Pianeti l’ho scritta un anno fa. È una canzone d’amore che ho composto con De a Amsterdam. Mi piaceva questa frase: ‘Tu sei quelle cose così grandi che nessuno sa, che solo l’universo mi può regalare’. È un amore che non è rivolto solo a una fidanzata, ma può essere anche per una madre, una città, una sorella, un fratello. È un amore universale. Mi ispirava molto anche quella frase di Battiato ne La cura, quando dice: ‘Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via’. Io ho voluto prendere spunto da quella poetica per dire: tu sei qualcosa di così grande che solo l’universo può donare. È un mega complimento.”
A quale canzone dell’album ti senti più legato?
“Le canzoni di un album sono come dei figli, quindi è come scegliere tra un figlio e un altro. Però, così su due piedi, ti direi Aspettando questa notte, perché da poco mi sono fidanzato. Sono felicemente fidanzato con Roberta. È l’ultima canzone che ho scritto per l’album e l’ho dedicata a lei, perché è una ragazza che mi fa stare bene. Quando l’ho conosciuta ci siamo trovati subito, e poi ci siamo fidanzati a Tokyo. Le ho dedicato questa canzone.”
Porterai live “Grande Anima” con due date speciali a Milano e Napoli. Cosa vuoi che si porti a casa chi ascolta queste nuove canzoni dal vivo?
“Sicuramente le date di Napoli e Milano saranno speciali, perché salirò sul palco con la band. Sono onorato di lavorare con dei musicisti straordinari. Porteremo in primo piano Grande Anima, sarà il cuore dello show. Ma non mancheranno i miei freestyle e i brani storici più conosciuti. Sarà un mix tra il nuovo e quello che il pubblico ama da sempre.”