A 7 giorni dall’inizio del festival di Sanremo 2025 sono stati pubblicati i testi ufficiali delle canzoni in gara. I 29 brani sono tra loro molto diversi, esattamente come gli artisti che si sfideranno sul palco dell’Ariston. Ciascuno incarna l’animo artistico di ogni interprete, con le sue peculiarità e le sue particolarità.
Ma cerchiamo di leggerli più da vicino.
Achille Lauro – Incoscienti Giovani
Amore e sregolatezza. Il brano che Achille Lauro porta sul palco dell’Ariston quest’anno potrebbe essere la perfetta colonna sonora di un remake di Gangster Story, ma dove Bonnie e Clyde fuggono lasciandosi alle spalle la periferia romana.
Amore mio veramente
Se non mi ami muoio giovane
Ti chiamerò da un autogrill
Tra cento vite o giù di lì
Di amore muori veramente
Se non ti amo fallo tu per me
In questo testo leggiamo il desiderio di amarsi senza regole, di vivere un’emozione intensa e travolgente nel momento in cui nasce, senza porle alcun limite.
Bresh – La Tana del Granchio
Un testo intimo, intimo come il luogo che Bresh racconta quando gli si chiede che cosa sia questa enigmatica “tana del granchio”.
Nella tana del granchio c’è una canzone
Ho posato i miei vestiti al sole
Ti ho vista piangere dietro alle mie parol
Ma non sapevo cos’altro dire di te
Ora che siamo soli mi puoi pure parlare
Guardati intorno non c’è nessuno
In questo eremo intimo, forse solo immaginario, leggiamo la possibilità di trovare conforto, di depositare i nostri segreti al sicuro, senza paura. È forse il luogo, o magari uno spazio mentale condiviso con una specifica persona, dove possiamo rifugiarci quando ci confrontiamo con le sfide della vita e della crescita.
Brunori Sas – L’albero delle noci
Al suo debutto sul palco dell’Ariston, Brunori Sas ha scelto un brano davvero speciale per dare prova della poetica intensa della sua penna, tratto che l’ha sempre contraddistinto nella sua produzione artistica.
L’albero delle noci è una dedica commovente alla sua famiglia, in particolare a sua figlia Fiammetta. È un ritratto autentico e complesso dell’esperienza della paternità, un momento che dalle parole di Brunori appare chiaramente come capace di contenere simultaneamente la felicità più completa e la paura più totalizzante.
Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare
Attendiamo poderosi fiumi di lacrime dopo la sua esibizione.
Clara – Febbre
Accompagnata dalle sonorità elettroniche di Dardust, Clara porta sul palco dell’Ariston un brano in cui ci parla di una febbre d’amore. Non si tratta però della tipica febbre che ci travolge e ci infiamma.
Il testo, forse un po’ ripetitivo verso il finale, racconta di una fluttuazione instabile, che alterna l’ardore più potente alla freddezza e all’incomunicabilità.
Non dire “je t’aime”
Dimmelo se
Ciò che provi è solo febbre
Che sale e scende
Che mi fa male male
Coma_Cose – Cuoricini
La monotonia assassina dell’amore, i social l’arma del delitto.
Potremmo riassumere così l’essenza del testo di Cuoricini, il brano presentato dai Coma_Cose quest’anno a Sanremo.
Una coppia che si ama da molto tempo sa bene quanto sia importante e impegnativo mantenere vivo il rapporto che lega due persone. Ci vuole consapevolezza, ci vuole sforzo quotidiano, anche quando soccombiamo alle migliaia di distrazioni tecnologiche che il nostro tempo ci pone davanti agli occhi.
Ma attenzione, perché ciò che abbiamo di valore sta oltre lo schermo del nostro cellulare.
Un divano e due telefoni
È la tomba dell’amore
Ce l’ha detto anche un dottore
Porta un chilo di gelato
E poi nel dubbio porta un fiore
E almeno un kiss, please
Elodie – Dimenticarsi alle 7
Quando l’amore finisce e la nostra vita riprende, il momento in cui ci si dimentica arriva inaspettato, come quando ci si accorge che sono già arrivate le 7 del mattino dopo una nottata passata a ballare.
Dimenticarsi alle 7
Così di un giorno qualunque
Mentre si parla di niente
Lì seduti in un bar
Può capitare a chiunque
Mai a noi no
Tra ritmo e malinconia, Elodie celebra in questo pezzo anche il caotico mondo dei club che l’ha vista nascere come artista quando era solo una bambina.
Fedez – Battito
Dopo la bufera di gossip che l’ha travolto nei giorni passati, Fedez ci sorprende con un brano dal testo introspettivo e sicuramente molto personale.
Ho alzato barriere di filo spinato
Ma le ho sempre messe nel lato sbagliato
Mi sento annullato
Dottore che cosa mi ha dato
Socialmente accettato
Anestetizzato
Nelle parole della sua Battito si legge chiara l’esperienza della terapia, salvifica ma anche difficile e a tratti alienante. Per Fedez, d’altra parte, quello della salute mentale è sempre stato un tema caro, che oggi si vede ad affrontare in maniera diretta e profonda su uno dei palchi più difficili della sua vita.
Francesca Michielin – Fango in Paradiso
Rianalizzare la fine di una relazione per giungere a nuove consapevolezze. Dopo “centomila lacrime” Francesca Michielin rielabora il dolore di un amore terminato con grande maturità.
Programmare un addio chiusi in macchina
Era tutta teoria ma non pratica
Mi dispiace però
A volte capita
Di volersi sempre
O mai più
Nella quotidianità delle scene descritte dal testo di Michielin si legge la vera essenza del lutto relazionale. È quando si rompe quella sicurezza che risiede nel quotidiano che viene davvero a mancare la terra sotto ai piedi.
Francesco Gabbani – Viva La Vita
Come si può facilmente intuire dal titolo, la canzone che quest’anno porta Francesco Gabbani all’Ariston è una celebrazione della gioia di vivere. Ci aspettiamo dunque un brano ritmato e che ci faccia sorridere, magari aiutandoci a vedere il bello in ogni momento della vita.
Viva la vita finché ce n’è
Viva la vita questa vita che
È solo un battito
Un lungo battito
Un battito che è decisamente diverso da quello di Fedez, con un tono del tutto diverso nell’interpretazione del brano. Il battito per Gabbani è la metafora di una vita veloce, che va assaporata appieno ogni singolo giorno.
Gaia – Chiamo io chiami tu
Il gioco della seduzione descritto nel brano di Gaia si lega bene con quello che sarà probabilmente il ritmo latino e dinamico di questo pezzo.
Nella ripetizione della domanda “Chiamo io? Chiami tu?” c’è la classica dinamica del flirt, quella miccia che serve a far scoppiare un fuoco, tutta la tensione di un amore che potrebbe diventare tempesta.
Volevo stringerti a me
Come fosse per sempre ancora
Ogni volta che stiamo così
Non serve a niente tanto è sempre lunedì
Giorgia – La cura per me
L’amore può essere cura?
Secondo Giorgia la risposta è affermativa e lo canta nel brano con cui arriva in gara quest’anno a Sanremo, scritto da Blanco.
La cura per me è il racconto di un amore che lenisce le ferite, accompagna nella quotidianità ma anche nei momenti più complessi, facendoci sentire che abbiamo sempre qualcuno su cui poter contare.
Non so più quante notti ti ho aspettato
Per finire a ingoiare tutta la paura
Di rimanere sola
In questa stanza buia
Solo tu sei la cura per me
Irama – Lentamente
Anche Irama porta in gara un brano che ci parla di un amore che sta finendo. Scritta insieme a Blanco, Lentamente è il racconto di un’inesorabile fine che si avvicina sempre di più.
Cerco il tuo sguardo ma ti giri dall’altra parte
Ma non so più come dirtelo
Vederci appuntamenti nascosti in ristoranti costosi
Ma non cambia niente
Nel testo leggiamo la sicurezza atterrante di star per perdere una persona amata, ma anche la rabbia che accompagna questa fase di transizione.
Joan Thiele – Eco
Questa new entry a Sanremo potrebbe davvero sorprenderci. Eco di Joan Thiele riesce a distinguersi da tutti gli altri brani in gara per il tema che porta sul palco. È una canzone che ci parla di coraggio, il coraggio necessario a essere sé stessi e difendere le proprie idee.
E se capissi perché contano sempre più le idee
Rimangono negli occhi della gente
Hanno più potere della rabbia
Tu difendile
Un testo impavido, orgoglioso, che pur ammettendo quanto sia difficile non perdersi nella propria insicurezza, invita a tenere gli occhi sulla propria individualità.
Lucio Corsi – Volevo Essere un Duro
Un’altra potenziale grande sorpresa in questa edizione di Sanremo.
Lucio Corsi dimostra già ora una grande maturità artistica con un testo sagace e ironico, ma anche profondamente autoconsapevole.
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Ironia, certo, ma anche tanta empatia in questo brano che sicuramente saprà stupirci con un sapore decisamente diverso da tutte le altre canzoni in gara.
Marcella Bella – Pelle Diamante
Definito dalla cantante stessa “un inno femminista”, Pelle Diamante di Marcella Bella è un brano determinato, che celebra la forza delle donne e la possibilità di rappresentarsi finalmente come “toste e indipendenti”.
La mia più grande fan
Sono io
Forte, tosta, indipendente
Pelle come diamante
Non mi fa male niente
Un amore decisamente diverso quello di cui canterà Marcella Bella: l’amore di sé. Davvero una ventata di novità in un Sanremo dove si affollano brani dedicati al mondo romantico-relazionale.
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
E a proposito di relazioni e soprattutto di fine di relazioni, veniamo al testo di Massimo Ranieri.
La fine di un amore è un tema molto caro al classico cantautorato italiano, corrente che Ranieri incarna alla perfezione. Tra le mani un cuore racconta la volontà di proteggere il proprio cuore da una nuova delusione, mantenendo la capacità di amare nonostante tutto il dolore.
Se hai tra le mani un cuore
Un giorno crollerai
Sollevalo da terra
Comprendilo se torna stanco da una guerra
Un testo che verrà sicuramente apprezzato dai più romantici tra gli spettatori di Sanremo.
Noemi – Se t’innamori muori
Brano firmato da Blanco e Mahmood, Se t’innamori muori, cantata da Noemi, racconta la lotta per superare la schiacciante paura che innamorarsi possa portare alla morte.
Perché è impossibile scordare quelle notti,
Con i sorrisi e con le borse sotto gli occhi,
La sensazione che se ti innamori muori,
Serenamente.
Nella contrapposizione tra amore e morte si rivede l’eterna lotta tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura di cadere.
Olly – Balorda Nostalgia
Anche Olly punta sulla fine di un amore con Balorda nostalgia per Sanremo 2025.
Nel brano di Olly, così come in quello di Michielin, leggiamo l’importanza che assume la quotidianità e la routine nel rapporto di coppia. Ed è proprio questo l’elemento a cui si attacca il dolore della perdita, in cui si percepisce maggiormente l’assenza di chi abbiamo perso.
Non so più come fare senza te
Te che mi fai, vivere e dimenticare,
Tu che mentre cucini ti metti a cantare
E tu chiamala se vuoi la fine
Ma come te lo devo dire
Sta vita non è vita senza te
Rkomi – Il ritmo delle cose
Sorpresa anche da parte di Rkomi, che pur presentando un brano che apparentemente parla di un amore travagliato, utilizza questo pretesto per criticare il modo asettico in cui oggi sembrano viversi le relazioni.
Quante cose distruggiamo costruendo
È un violento decrescendo
È un moderno decrescendo
È un inferno a fuoco lento
Questo modo così burrascoso di vivere le relazioni forse riflette una confusione di fondo nell’universo relazionale giovanile, un sentirsi persi nel caos che si riversa nei rapporti che costruiamo.
Rocco Hunt – Mille vote ancora
Rocco Hunt riporta il suo caratteristico mix di italiano e napoletano sul palco di Sanremo con una canzone dedicata alla sua città.
Mille vote ancora è un’autobiografia, un diario del viaggiatore che abbandona la sua città natale in cerca di un futuro brillante.
Ogni giorno è un regalo
Per chi come me è destinato a partire
E le voci di chi ha giudicato
Ritornano nella mia testa
Mi dicevano “tu non sarai mai nessuno”
Un brano personale e per questo autentico, che ha davvero ottime possibilità di essere apprezzato dal pubblico.
Rose Villain – Fuorilegge
Ancora amore impossibile in questo Sanremo. Fuorilegge di Rose Villain sembra la pagina del diario di una ragazza innamorata che confida alla carta i suoi pensieri più intimi.
Mentre tutti si amano
Io rido del nostro destino avverso
Ascolto Almeno Tu nell’Universo
Mi inginocchio e chiedo agli angeli di darmi ciò che ho perso
Un desiderio bruciante che tiene svegli la notte a farsi mille domande. Un sentimento travolgente e allo stesso tempo estenuante: ecco di cosa canterà Rose Villain tra pochi giorni.
Sarah Toscano – Amarcord
Altra nuova presenza nel festival di Sanremo, la giovanissima Sarah Toscano per questo debutto ha scelto un brano pop e dall’atmosfera colorata, che pur raccontando anche in questo caso la fine di una storia d’amore ci trasporta in un universo tutto suo.
La sera ride, ma suona drammatica
Sembra la zona più buia di un luna park
Con te era più romantica
La ruota panoramica
Mi piaceva anche avere paura
Ripercorrere nostalgicamente un ricordo, come suggerisce il titolo della canzone, aiuta a prendere consapevolezza di ciò che è stato, un’esperienza dolce-amara tipica delle prime esperienze d’amore giovanili.
Serena Brancale – Anema e Core
Una ballata decisamente interessante quella di Serena Brancale, che propone un twist innovativo e frizzante. Come Rocco Hunt, unisce italiano e dialetto e ha dichiarato che questo brano omaggia Pino Daniele.
Il brano dipinge una spensierata giornata passata in compagnia di chi amiamo, un dipinto che scalda il cuore invitandoci ad amare senza riserve.
Che s’adda veré, s’adda da veré, s’adda da veré.
Baby I love u, Nenné ti amo,
Non lo so se ti suonerà neo-melodico,
Ma stanotte ti dedico:
Anema e core.
Shablo – La Mia Parola
Per la prima volta in gara a Sanremo, Shablo porta sul palco un rap che non sarà facile da digerire per i più puristi del festival.
Il brano è un classico pezzo dai toni duri che contraddistinguono questo genere e il testo fa sicuramente a botte con tutte le parole d’amore che abbiamo letto nelle altre canzoni. Sarà un bene o un male?
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Per fortuna la musica italiana può ancora contare su gemme rare come Simone Cristicchi.
La sua canzone Quando sarai piccola potremmo definirla uno specchio di quella che verrà cantata da Brunori Sas. Mentre Brunori infatti racconta la tenerezza di esser padre, Cristicchi si concentra su quella di essere figlio e di prendersi cura di una madre che purtroppo si allontana sempre di più.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
Che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
Ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Condividere su un palco così importante un’esperienza così profonda e intima richiede coraggio. E noi siamo grati che Cristicchi abbia scelto di farlo.
The Kolors – Tu Con Chi Fai L’Amore
In perfetta continuità con il brano presentato lo scorso anno, i The Kolors tornano sul palco di Sanremo con un brano leggero e divertente che celebra la spensieratezza.
Se fai così mi togli l’anima
Che cosa stupida
Tanto la cosa importante non è
Tu con chi fai l’amore
Il ritmo pop e l’energia della band saranno abbastanza per conquistare una posizione di rilievo in classifica?
Tony Effe – Damme ‘na mano
La sua partecipazione a Sanremo è ancora chiacchieratissima (e criticatissima), ma se almeno possiamo riconoscere un merito a Tony Effe è di non aver portato in gara l’ennesima canzone d’amore. Più o meno.
Perché sì, la sua Damme ‘na mano è una dichiarazione d’amore, ma non a una donna, bensì alla città di Roma. In un testo scritto a metà tra l’italiano e il dialetto romano, Tony dipinge la Capitale tra le sue bellezze e le sue crepe.
Ogni notte è per sempre
Per le strade di Roma
E non fare la stupida stasera
Tu non sei mai sincera
Tu sei pericolosa
Willie Peyote – Grazie ma no grazie
In un Sanremo dove è stato espressamente richiesto di non portare la politica sul palco, Willie Peyote trova brillantemente il modo di rimanere fedele a sé stesso.
Grazie ma no grazie è una presa di posizione nella maniera più strategica possibile. Come ammette lo stesso Willie Peyote in un’intervista a Sorrisi e Canzoni TV “Andare su un palco così grande senza dire niente per me sarebbe come sprecare una possibilità.”
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze
Grazie ma no grazie
Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse
Da una prima analisi dei testi in gara possiamo sicuramente affermare: troppo amore! Sarà forse colpa del veto posto da Carlo Conti rispetto a temi politicamente e socialmente rilevanti?
Non ci resta che attendere le esibizioni degli artisti direttamente sul palco per farci sorprendere.