“Boys don’t cry” di Heartman: la nuova sorpresa dell’R&B italiano

da | Dic 11, 2024 | Interviste

Heartman presenta il suo nuovo ep come inno alla libertà di essere vulnerabili, sviscerando la mascolinità tossica nella musica urban (e non solo).

 «Questo EP non ti farà piangere, ma ti ricorderà che puoi farlo anche tu»

Così Heartman anticipa sul suo profilo Instagram l’uscita del suo ep Boys don’t cry, offrendo già parte del racconto interiore messo in musica nel suo ultimo progetto, uscito lo scorso 6 dicembre su tutte le piattaforme digitali. 

L’artista classe ‘98, proveniente da Brescia ma con origini della Costa d’Avorio, lo conosciamo in gran parte grazie alla risonanza mediatica ottenuta con il brano “ESPERIENZE NUOVE”, andato virale su TikTok. Successivamente, arriva il brano “FAI L’UOMO” in collaborazione con Mondo Marcio, il risultato di un’evoluzione a livello stilistico e introspettivo, che prosegue con la pubblicazione del brano “INGUARIBILE ROMANTICO” lo scorso 22 novembre, per poi culminare con la pubblicazione di un intero ep.

Abbiamo chiesto a Heartman qualche curiosità in merito a Boys don’t cry:

Partiamo dal titolo del tuo ep Boys don’t cry, svisceriamolo. Presentaci le tematiche e il fil rouge del progetto.

«Vuole essere un po’ uno slogan di ribellione alle solite espressioni come “Fai l’uomo!” o “I veri uomini non piangono!”, che i giovani sentono ripetere sin da quando ne hanno memoria. Col tempo queste frasi diventano credenze radicate all’interno di un individuo, per quanto false e pericolose siano. Con questo progetto vorrei solo ricordare a tutti che si può essere vulnerabili»

Faccio un parallelismo apparentemente e diametralmente opposto al tuo filone musicale e generazionale, ma: l’omonimo e celebre brano dei The Cure del 1979 “Boys don’t cry” ironizza su quanto lo stereotipo dell’invulnerabilità maschile sia radicato e mette in musica la frustrazione causata da qualsiasi tipo di repressione, emotiva, sociale o di genere dell’epoca (parliamo di un contesto sociale rigido collocato negli anni ‘70 in Inghilterra). 
Abbiamo fatto dei passi in avanti negli anni o navighiamo sempre nella stessa rigidità di allora?

«Trovo che abbiamo fatto dei passi avanti. Nell’epoca del “tutto immediato” in cui viviamo, ci aspettiamo che cambiamenti radicali avvengano in breve tempo. Ma per temi come il “maschilismo tossico” si parla di retaggi culturali trasmessi di generazione in generazione. Ci vorrà del tempo, ma azzardo a dire che ci stiamo muovendo nella giusta direzione»

Rimanendo sempre sul filone degli stereotipi di genere, “FAI L’UOMO” racchiude bene parte delle tematiche affrontate nell’ep. Parlaci del brano in collaborazione con Mondo Marcio. Com’è stato lavorare insieme a un artista con un’esperienza ventennale?

«Il featuring con Marcio in realtà non era neanche programmato: la traccia l’avevo scritta come pezzo per l’EP. Un giorno mi stavo ascoltando “Tieni Duro” e decido di fare una storia e postarla. Poco tempo dopo vedo un DM di Marcio che mi scrive: “Spacchi, becchiamoci in studio!”. Io, essendo fan di Marcio sin da adolescente, ero incredulo e super entusiasta. Da lì, la stessa settimana, ci siamo visti in studio, e vederlo lavorare è stato super ispirante. Quell’uomo scrive, produce e si registra da solo. Un artista a tutto tondo»

Qual è il pezzo al quale sei più legato e perché?

«Decisamente “Sensibile”. Per quanto semplice e corto, è il pezzo più onesto che mi descrive senza giri di parole»

Le tue sonorità sono prettamente R&B, hai dei modelli musicali che ti hanno particolarmente influenzato? Chi?

«Esattamente, io sono super fan dell’R&B old school di artisti come Usher, Ne-Yo, Mario. Ma direi che sono più figlio di quella wave “alternative R&B” arrivata dal 2010 in poi, con artisti come Frank Ocean, The Weeknd, PartyNextDoor»

Credi che il tuo progetto abbia il giusto potenziale per smuovere (anche in piccola parte) le coscienze dei tuoi ascoltatori?

«Io credo di sì. Ciò che mi rende sicuro di questo sono i DM che ricevo spesso da chi mi ascolta: ragazzi e ragazze che mi scrivono dicendomi quanto la mia musica li aiuti o li abbia aiutati in determinati periodi della loro vita. È una sensazione meravigliosa sapere che la tua passione possa aiutare gli altri a stare bene»

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