“È meglio parlare o morire?” si chiedeva Marguerite of Navarre nel Cinquecento. Il tema dell’incomunicabilità, in effetti, è sempre stato appannaggio proprio di chi con le parole ci crea opere d’arte, poeti ma anche cantautori. Ed è proprio questa la tematica attorno a cui ruota anche il nuovo singolo dei FRENÈSYA feat. Mazzariello, Sott’acqua.
Mentre comunicare sembra così difficile e trasformare in parole le nostre emozioni ci pare impossibile, il silenzio ci allontana da chi amiamo fino a creare un divario incolmabile. La paura di non capirsi ci porta ancora più distanti, ci chiude all’ascolto dell’altro, creando un circolo vizioso di incomprensione che distrugge un legame che credevamo saldo.
Per trattare questo tema ci vuole una grande sensibilità, perfettamente dimostrata sia dai FRENÈSYA che da Mazzariello.
Con grande delicatezza, questo brano dipinge tutte le sfumature della distanza emotiva. Non parliamo solo di difficoltà di comunicazione. Il brano infatti racconta anche come il silenzio può trasformarsi in un’arma per ferire, rientrando in una dinamica di violenza psicologica giocata sul “silent treatment”.
Ed è proprio quando questo silenzio ci schiaccia, in un modo o nell’altro, che ci sentiamo appunto sott’acqua, incapaci di emettere un suono quando vorremmo solo gridare e farci sentire, farci ascoltare davvero.
Sono sott’acqua e non puoi sentire più la mia voce
E come un gridoAttraversi i miei pensieri e porti un brivido
“Sott’acqua”: il featuring tra FRENÈSYA e Mazzariello
Dopo il loro progetto d’esordio “Rumore Bianco“, i FRENÈSYA si preparano al lancio del loro nuovo EP, che racconterà i 6 sensi dedicando a ciascuno di essi una canzone.
Sott’acqua è il brano dedicato al senso dell’udito. In questo pezzo i fratelli Flavia e Federico Marra si distinguono per la profondità del tema scelto e per la selezione attenta delle parole che servono a raccontarlo. A loro si unisce la tenera voce di Mazzariello, che con la sua penna poetica aggiunge una sfumatura ancora più intima a questa canzone.
L’effetto finale è un componimento acusticamente davvero ben equilibrato, che suona come un abbraccio da parte di chi sa quanto pesano quei silenzi così difficili da sopportare.
“Non si può non comunicare”, scriveva lo psicologo Paul Watzlawick. Anche il silenzio è comunicazione. Come vogliamo interpretarlo e come vogliamo rispondere ad esso, sta a noi.










