Le cinque canzoni più spinte degli ultimi anni

da | Set 5, 2023 | News

Possiamo ancora, oggi, associare ad una canzone l’aggettivo spinto con accezione erotica e sessuale? Che cosa, esattamente, può rendere oggi il testo di un brano audace e osè? Può bastare trovare il verbo ‘scopare’ in maniera grezza, distribuito in due, tre frasi? Sarebbe più corretto affermare, banalmente, che all’interno della discografia italiana attuale troviamo dei […]

Possiamo ancora, oggi, associare ad una canzone l’aggettivo spinto con accezione erotica e sessuale? Che cosa, esattamente, può rendere oggi il testo di un brano audace e osè? Può bastare trovare il verbo ‘scopare’ in maniera grezza, distribuito in due, tre frasi?

Sarebbe più corretto affermare, banalmente, che all’interno della discografia italiana attuale troviamo dei testi che parlano di sesso, punto. Dalla trasgressione dei Måneskin di I Wanna Be Your Slave o di MAMMAMIA, alle mirabili tematiche che propone Cosmo come la libertà sessuale al di fuori di ogni definizione di genere, in molte delle sue canzoni in particolare nel brano Animali, alle proposte “indecorose” dei vecchi e cari Canova di Threesome:

Stanotte
Un threesome si potrebbe fare
Stanotte
La luna
Dal cielo ci fa innamorare
Per poco
Canzoni stonate
Allegro di notte
Che ce ne fotte

Oggi, possiamo definire ‘spinto’ il testo di una canzone, se associato ad un contesto culturale di riferimento: spezzo, in questo caso una lancia a favore di un giovanissimo artista contemporaneo in arte Rosa Chemical il quale in un contesto nazionalpopolare come il teatro dell’Ariston, porta in gara al Festival di Sanremo 2023, un brano (Made In Italy) che affronta in maniera leggera e provocatoria tematiche che possono certamente attirare l’attenzione all’interno di un contesto sanremese. 

Che Rosa Chemical sul palco dell’Ariston abbia osato, (e non solo per il brano portato) non c’è dubbio, ma il giovane artista avrà guardato certamente a grandi Maestri che sul vero senso della parola hanno portato un contributo rivoluzionario all’interno della società, del costume e della canzone italiana: faccio riferimento a personaggi eccentrici quali Renato Zero che turba l’Italia di fine anni ’70 con Il Triangolo; mi riferisco ad una firma incancellabile della canzone nazionalpopolare italiana che è quella di Cristiano Malgioglio che con i suoi testi ha introdotto temi legati all’erotismo e all’omosessualità impensabili per quei tempi: è questo il caso di Gelato al cioccolato, scritta per Pupo o Sbucciami costruita su una serie di doppi sensi legati al sesso, arrivando poi, ad esperimenti più profondi nella stesura di brani come L’importante è finire o Ancora ancora ancora, interpretati dalla voce eterna e sacra di Mina

Tra questi personaggi, troneggia, l’eroina rivoluzionaria Raffaella Carrà che ha divertito e disinibito l’Italia con la sensualità del suo Tuca Tuca o con Tanti Auguri  brano, di cui si serve per affrontare il sesso esclusivamente da un punto di vista femminile, spogliandolo quindi  di ogni morale maschilista. O ancora, la Rettore che inaugura gli scintillanti anni ’80 con il singolo Kobra, dal testo ammiccante e ricco di doppi sensi; e se parliamo di donne non posso non citare la Nannini che, con la sua America descrive l’autoerotismo come nessuna cantautrice aveva fatto prima di lei.

Dunque, non basta parlare di sesso affinché un brano possa essere definito testualmente ‘spinto’.

Sul finire degli anni ’50 si parla di orgasmo in una delle canzoni più belle di tutti i tempi, Il cielo in una stanza di Gino Paoli, il quale in un’intervista dichiara: 

«Era per una puttana della quale mi ero innamorato, perché a quei tempi le ragazze non te la davano. E poi chi ha detto che non si può amare una puttana? Per me il sesso è come un sacrificio umano, qualcosa che ti scaraventa in una dimensione mistica. Se non c’è amore, lo chiama, lo fa nascere, magari anche solo per quel momento».

Il soffitto viola, all’inizio magistralmente interpretato da Mina, era quello di una prostituta.

Quello delle meretrici, già dal 1300 definito uno dei più antichi mestieri del mondo, viene approfondito sul finire degli anni ’60 da De André in più brani: è questo il caso de La città vecchia con la qualeaccusa di bigottismo la società dell’epoca: 

Quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie

Esperimenti simili troviamo in Bocca di rosa che l’amore “lo faceva per passione” o in Via del campo dove risiede una donna che:

 se di amarla ti vien la voglia basta prenderla per la mano

L’atto rivoluzionario di artisti come De André sta nell’aver fatto della loro scrittura e della loro musica, un’arma contro il bigottismo e la morale perbenista del tempo.

Impossibile a tal proposito non menzionare il Maestro Dalla con Disperato erotico stomp, che fa del sesso e della masturbazione un racconto monumentale che ha segnato la musica italiana.

Talvolta, le canzoni più spinte sono quelle in cui il sesso non viene nemmeno menzionato, così come dichiara Gino Paoli.

«È una canzone dedicata a un gesto umano, ma mistico, che proietta in una dimensione dove sei tutto e niente. Descrivere l’atto è praticamente impossibile, così ho trovato questa tecnica: ci giro intorno e il non detto arrivo a suggerirlo con l’ambiente».

Regina del non detto è certamente la divinità Patty Pravo che, con Pensiero Stupendo, diventa regista di un bellissimo film erotico, lasciando fantasticare l’ascoltare sul racconto di un threesome con un uomo e una donna.

Dunque è più eccitante lasciare spazio all’immaginazione! A questo proposito, si inseriscono bene alcuni brani della parentesi del rock alternativo italiano di anni Novanta che affrontano il sesso, anche in maniera esplicita, ma in una maniera altissima. È questo il caso degli Afterhours di Manuel Agnelli in testi quali PUNTO G, o Strategie

scopami tra fiori urlanti

Per non parlare del cocktail di rock e sensualità dei Marlene Kuntz con Pornorima o la più enigmatica Nuotando nell’aria:

Pelle

È la tua proprio quella che mi manca

In certi momenti e in questo momento

È la tua pelle ciò che sento nuotando nell’aria

Di questa scena fanno parte certamente i Baustelle, attenti interpreti del nostro tempo, i loro dischi sono l’emozionante racconto delle prime scoperte adolescenziali, di rivoluzioni, di esistenza, quindi di sesso e di amore. È questo il caso di Gomma:

Tasche sfondate, pugni chiusi, avrei bisogno di scopare con te

E oggi, come viene affrontata la sfera erotica all’interno delle canzoni nell’era di Tinder, dei like su Instagram, del sesso online e degli stimoli di ciascun genere cui siamo sottoposti ininterrottamente? Anche la musica è un mezzo per raccontare il nostro presente e la società in cui viviamo: quindi anche la scrittura è diventata diretta, veloce e d’impatto. Il risultato è un Blanco rabbioso che fa:

E a te la notte ti piaceva, ti piaceva, ti piaceva scopreeeee, scopare, scopaaaaaare

Comunque un bel quadro erotico dei nostri tempi ce lo offre il buon Tommy Paradise, all’epoca ancora insieme ai Thegiornalisti, che con Promiscuità incendia di erotismo l’estate italiana del 2014.

Le gambe abbronzate, le tette sudate, le mani sul culo, gli sguardi che crepano persino il muro. Niente legami ma solo affetto, questione di letto. Questione di sigarette fino alle sette e poi nulla più 

Prima di salutarvi, Cromosomi ha selezionato per voi cinque brani che tutti conosciamo e che, dopo averli ascoltati, abbiamo sicuramente dedicato a qualcuno! Eheh

  1. Orgasmo – Calcutta 

Mi hai chiesto un orgasmo profondo 

Forse più profondo del mondo 

Ma mi ha dato le spalle 

E adesso tutte le strade mi portano ad altre campagne

  1. Si, ah – Frah Quintale 

Passa da me che parliamo un po’ e beviamo un po’ e poi non lo so

Puoi anche fermarti qui a cena se ti va

Ho casa libera, stasera ci mettiamo su un film

E poi passiamo la serata così, ah

Sì, ah, sì, ah (non lo guardiamo nemmeno)

  1. Sopra – Gazzelle 

Come quando mi stai sopra

Sotto, sotto, sotto sto bene

Sotto, sotto, sotto sto bene

E in fondo sotto, sotto, sotto stai bene

Sotto, sotto, sotto stai bene

Pure te

In fondo con le mani

Potevi farci un sacco di cose, un sacco di cose

  1. Bear Grylls – Tananai 

E non abbiamo mai finito un film

Preferivamo scopare

La coda sciolta, gli occhi rossi e poi

Noi respiravamo male

  1. Notti in bianco – Blanco 

E tu vivila così (ah), sì così (ah)

Muovilo così (ah), sì così (ah)

Dillo che sei mia, che sei mia

Non vantarti che sei l’unica

La Playlist di Cromosomi