Alessandro Guercini, musicista dei Fast Animals and Slow Kids, racconta il Tour nei Teatri che inizierà il 29 marzo

da | Mar 27, 2023 | Interviste

Sono passati ben 15 anni dal lontano 2008, momento in cui Aimone Romizi, Alessio Mingoli, Alessandro Guercini e Jacopo Gigliotti, quattro ragazzi perugini allora appena ventenni, decisero di muovere i primi passi come Fast Animals and Slow Kids. Un sogno, il loro, iniziato per puro divertimento e voglia di suonare assieme, ma che col passare […]

Sono passati ben 15 anni dal lontano 2008, momento in cui Aimone Romizi, Alessio Mingoli, Alessandro Guercini e Jacopo Gigliotti, quattro ragazzi perugini allora appena ventenni, decisero di muovere i primi passi come Fast Animals and Slow Kids. Un sogno, il loro, iniziato per puro divertimento e voglia di suonare assieme, ma che col passare del tempo è diventato sempre più reale.

Dall’uscita del primo EP, Questo è un cioccolatino (To Lose La Track), sembra passata una vita e i ragazzi hanno macinato 6 album in studio e numerosi singoli. Le collaborazioni, invece, sono da sempre scelte molto accuratamente, motivo per cui non vediamo l’ora di questo tour che porterà i ragazzi a dividere, per la prima volta, il palco con una piccola orchestra da camera. A qualche giorno dall’inizio di Una notte con: FAST ANIMALS AND SLOW KIDS  – Concerto in 4 atti per piccola orchestra da camera, noi di Cromosomi abbiamo avuto l’occasione di fare una chiacchierata con Alessandro Guercini, chitarrista della band.

Come stai? Come stanno i Fast Animals and Slow Kids? Siete carichi per questa nuovissima avventura?

Siamo super carichi per quello che sta per succedere. Siamo tutti indaffarati con le prove, ma è decisamente un bel periodo.

Cosa vi aspettate da questo tour, che, di fatto, è totalmente diverso dai concerti nei club e nei festival attraverso i quali vi siete sempre approcciati al pubblico?

Guarda, è un’idea che avevamo quasi dall’inizio dei FASK. Abbiamo sempre avuto questa tendenza teatrale, è qualcosa che volevamo fare da sempre, anche perché altri strumenti oltre ai nostri li avevamo aggiunti già in alcuni pezzi, come le trombe in Hybris, o i violini in Alaska, e andando avanti sempre di più. Quindi è una modalità che volevamo mettere in piedi da sempre. Il nuovo tour nei teatri sarà quindi l’occasione per dare ufficialmente importanza agli ultimi dischi. Al nostro entusiasmo tutto il team ha risposto chiaramente contento e propenso alla cosa! Siamo, quindi, riusciti ad esaudire quello che era uno dei nostri sogni più grandi.

Vi vedremo, dunque, in una veste molto intima, un nuovo contatto con il pubblico, anche in termini di fisicità, aspetto che ha sempre caratterizzato i vostri live. Penso per esempio ai tuffi di Aimone fra la folla, o a lui che si arrampica in mezzo ad un pubblico che salta e incita. Ci si aspetta quindi un’esperienza inedita, dei Fast Animals and Slow Kids inediti.

Si assolutamente, abbiamo riarrangiato tutte le nostre canzoni perché possano essere fruibili in un ambiente diverso dal solito, in una modalità di ascolto differente. C’è molta curiosità di capire come verranno poi percepite queste nuove vesti, anche perché le canzoni sono comunque sempre le stesse, quelle che il nostro pubblico già conosce, ma con abiti nuovi.

Canzoni che in occasione di questo tour speciale sono state, appunto, riarrangiate dai ragazzi assieme al Maestro Carmelo Patti, per essere suonate assieme ad un una piccola orchestra di sei elementi formata da Francesco Chimenti al violoncello, Franco Pratesi al violino, Daniel Boeke ai legni, (musicisti fra loro già legati dal progetto artistico Sycamore Age), Matteo Del Soldà alla viola, Ivan Elefante alle trombe e al flicorno e Francesco Pellegrini, polistrumentista e chitarrista del gruppo rock toscano Zen Circus, al fagotto.

Voi per questo tour avete anticipato che sarà suddiviso in 4 atti, come avete concepito questa divisione? Lo spettacolo è pensato in 4 atti per dare una scansione cronologica seguendo la linea temporale delle vostre pubblicazioni?

No, i quattro atti sono quattro aree tematiche che vengono spesso citate nelle nostre canzoni, le canzoni sono state suddivise in quattro macro temi sviscerati appunto attraverso i testi. Non ti posso dire quali sono questi temi, però se uno ascolta bene la nostra discografia può sicuramente indovinarli, in quanto topic che abbiamo trattato spesso e volentieri nel corso degli anni.

Non è importante il finale, quanto il viaggio“: citando un po’ quella che potremmo dire la vostra filosofia artistica, il tour nei teatri può essere visto come occasione per tirare le somme di quanto fatto, magari ripercorrendo con più consapevolezza la vostra discografia? Riporterete anche brani da Cavalli, primo vostro album?

Certo! Ogni nostro tour è costruito e pensato come un viaggio, una celebrazione di tutto quello che abbiamo fatto fino a quel momento, un modo per festeggiare, festeggiarci e festeggiarvi. Brani tratti da Cavalli sarà difficile inserirli per un discorso stilistico. Questo tour più che essere un viaggio a ritroso nel tempo, è una celebrazione di alcuni dei brani di ogni nostro album.

Io ricordo di avervi seguito tantissimo durante la pandemia perché trasmettevate una grande empatia in relazione a quello che stava succedendo e che ci univa tutti. Penso siate stati una delle band più attive e presenti a livello mediatico e di contatto con il pubblico in quel momento storico. Empatia che si è percepita tutta negli instore di presentazione del vostro fumetto Come reagire al presente, occasione di interfacciarvi nuovamente con un pubblico che per mesi c’era solo virtualmente e che siete riusciti a mantenere proprio grazie ad una voglia di non perderlo e di non perdervi fra di voi, in quanto impossibilitati a riunirvi. Ecco, io penso che il tour nei teatri capiti a pennello, per ricreare quell’armonia quasi intima fra voi e il vostro pubblico.

Siamo davvero contenti di essere riusciti a tenere compagnia al pubblico in quel momento. È effettivamente una riflessione che non avevo mai fatto, ma che ha molto senso. Noi cerchiamo sempre di trasmettere l’intimità che si trova dietro alle nostre canzoni, in ognuna di esse. Ricordo quando facevamo le dirette nelle quali suonavamo alcuni pezzi in chiave acustica, e condividerli era un bel modo per noi per tenerci occupati e farlo mostrando al pubblico che la musica non si era fermata.

Il tour inizia e finisce a Perugia. Viene dunque spontaneo chiedersi che valore abbia per voi questa città, sia a livello sicuramente personale, che a livello artistico?

La risposta si fonde un po’, perché in entrambi i casi Perugia è per noi fondamentale. Abbiamo qui tutti i nostri affetti e i luoghi nei quali siamo cresciuti, e il fatto di abitare in una città più piccola rispetto alle metropoli dove si sviluppa il mercato musicale, ci ha sempre tenuti con i piedi per terra, ci permette di non farci perdere la bussola, l’obiettivo vero. Tornare da un tour per l’Italia e ritrovare un ambiente a misura d’uomo, come è Perugia per noi, fa molto bene all’idea che abbiamo noi della musica.

Ed è una cosa che si sente molto nei testi dei Fast Animals and , la purezza e l’umanità del quotidiano, le fragilità di quattro artisti che, è vero, fanno date live rapidamente sold out (come anche già molte di questo nuovo tour), ma che riescono ad essere sempre quei quattro ragazzi che si divertivano a suonare fra di loro; il che, a mio avviso, non è affatto scontato.

Ultima curiosità: in vista dell’estate e soprattutto delle ultime collaborazioni, penso a Luciano Ligabue e ai Santi Francesi, c’è qualcosa in cantiere, per quanto è possibile rivelare?

Ad oggi ti posso dire gran poco, la nostra musica sicuramente non si fermerà, per ora non vediamo l’ora di queste date nei teatri italiani. Poi vedremo, rimaniamo ancorati al presente.

Un presente che è, sia per i Fast Animals and Slow Kids che per il loro pubblico, un sogno che si realizza.

Grazie mille, dunque, ad Alessandro Guercini. Ci si vede a teatro.

La Playlist di Cromosomi