Si è tenuto mercoledì 15 settembre al circolo Magnolia di Milano il concerto di Fulminacci. L’evento avrebbe dovuto svolgersi martedì 6 settembre , ma una forte pioggia non ha permesso la prosecuzione delle esibizioni.
Questa è stata la penultima data di un tour che ha portato il cantante romano in giro per l’Italia durante l’estate per promuovere il suo ultimo lavoro discografico, Tante care cose e altri successi.
Filippo si è fatto attendere, ma ha ripagato ampiamente le aspettative del pubblico.
Le esibizioni sono state tante, non sono mancati i grandi successi come Santa Marinella, Tommaso e Borghese in borghese ma è stato dato spazio anche a qualche sorpresa.
A condividere il palco con il cantautore romano sono arrivati Mobrici e Willie Peyote , con cui Fulminacci ha duettato sulle note di Stavo pensando a te , (cover del brano del rapper Fabri Fibra) e di Aglio e olio, scritta insieme al rapper torinese.
Il pubblico, alla vista degli ospiti è andato in visibilio ,tanto che da proseguire a cantare anche dopo l’uscita di scena di Willie Peyote.
” Okay, sono letteralmente impazziti”!, ha detto Filippo compiaciuto.
In occasione di questo concerto , noi di Cromosomi abbiamo anche avuto modo di fare quattro chiacchiere con lui proposito della sua carriera e del suo modo di intendere la musica:
Come funziona il processo creativo per Fulminacci? Lo racconti parlandoci di come è nato uno dei brani che più ti sta a cuore?
Il mio processo creativo non è mai stato lo stesso per ogni brano. Per quanto riguarda La vita veramente, l’ho scritta canticchiando nel traffico: in quel caso la melodia e il testo sono arrivati insieme, come se fossero sempre esistiti nella mia testa e io mi fossi solo limitato a trovarli. In altre situazioni sono partito dalla chitarra o dal piano, per poi costruire arrangiamento e linea melodica.
Nella tua musica c’è molta attenzione al testo ma anche alla ricerca a livello armonico e melodico. Quali sono gli artisti a cui ti sei ispirato?
Credo che i riferimenti siano fondamentali per chi fa questo mestiere. I Beatles, il cantautorato italiano dagli albori agli anni ’90 e il pop rock internazionale dei ’70 mi hanno influenzato moltissimo.
Ti è mai capitato di dover dare delle spiegazioni a qualcuno che ha dimostrato di non credere nel tuo percorso? Come ti poni nei confronti di queste situazioni?
Nella vita capita sempre che qualcuno non sia d’accordo con te e non apprezzi quello che fai. L’importante è crederci senza perdere obiettività, e se e cose che fai ti piacciono hai il dovere di realizzare i tuoi sogni.
Ad oggi come pensi di essere riuscito a lasciare la tua impronta nel panorama musicale attuale, dove tanti artisti cercano ormai di imporsi?
Non so di che portata sia l’impronta che ho lasciato ad oggi, In ogni caso non mi divertirei se il mio obiettivo fosse quello di impormi. A me piace suonare, scrivere, cantare, imparare da chi mi sta intorno ed emozionarmi per tutta la gente che mi viene a trovare sotto il palco. Questo è il mio lavoro e sono grato a chi mi permette di farlo perchè credo sia il più bello del mondo.










