Sanremo Giovani: una finale sospesa tra presente e futuro della canzone italiana

da | Dic 15, 2025 | News

La finale di Sanremo Giovani, andata in onda ieri sera in diretta su Rai 1 dal Teatro del Casinò di Sanremo, è stata molto più di una gara. Una serata costruita come un ponte: tra chi sogna l’Ariston e chi lo abiterà a febbraio, tra nuove voci e grandi ritorni.

La finale di Sanremo Giovani 2025 si è svolta domenica 14 dicembre. A guidare la serata è stato Carlo Conti, che ha scelto una conduzione capace di alternare due piani narrativi: da una parte le competizioni tra i giovani artisti, dall’altra la presentazione dei titoli dei brani in gara al Festival di Sanremo di febbraio. Un’alternanza che ha dato ritmo alla diretta e un significato preciso alla finale: Sanremo Giovani non come evento a sé, ma come parte integrante di un racconto più grande.

Accanto a lui, Gianluca Gazzoli che ha seguito passo dopo passo il percorso dei giovani artisti nelle cinque puntate andate in onda su Rai 2 dall’11 novembre; ha seguito da vicino le sfide tra i ragazzi, accompagnandoli con empatia e naturalezza. Il suo ruolo è stato quello di dare voce alle emozioni del “prima” e del “dopo”, trasformando ogni confronto in un momento di racconto umano, prima ancora che musicale.

Teatro del Casinò di Sanremo si è confermato ancora una volta uno spazio simbolico: non solo un palco, ma una soglia. Qui si respira già l’atmosfera dell’Ariston, ma con una tensione diversa, più fragile e più vera.

Le presentazioni dei titoli dei brani in gara a febbraio, inserite da Carlo Conti tra una sfida e l’altra, hanno rafforzato questa sensazione di continuità. 

Sarà Sanremo: le sfide

Il percorso di Sarà Sanremo è partito da oltre mille candidature, scremate fino ad arrivare ai sei finalisti che si sono giocati l’accesso al Festival. A contendersi il palco dell’Ariston sono stati Antonia, Angelica Bove, Nicolò Filippucci, Seltsam, Senza Cri e Welo.

A giudicarli, una Commissione musicale composta da Manola Moslehi, Carolina Rey, Ema Stokholma, Daniele Battaglia ed Enrico Cremonesi, affiancata dai cosiddetti “giurati dietro le quinte”: Carlo Conti e Claudio Fasulo. Un sistema di valutazione che ha tenuto insieme competenza tecnica, sensibilità artistica e visione televisiva.Ogni finalista ha portato sul palco un brano identitario, specchio di un percorso personale e musicale ben definito. Antonia ha presentato Luoghi perduti, Angelica Bove Mattone, Nicolò Filippucci Laguna, Seltsam Scusa mamma, Senza Cri Spiagge e Welo Emigrato.

Nella prima sfida diretta, Welo contro Angelica, è stata Angelica ad avere la meglio. Ma uno dei momenti più significativi è arrivato quando Carlo Conti ha proposto a Welo di trasformare il ritornello della sua canzone in un jingle ufficiale per Sanremo 2026. Un segnale chiaro: a volte il futuro passa anche da chi non vince.

Nella seconda, a vincere è stato Nicolò Filippucci; nella terza, Senza Cri. A vincere la serata e ad assicurarsi un posto al Festival di Sanremo 2026 nella categoria Nuove Proposte sono stati Angelica Bove e Nicolò Filippucci. Due percorsi diversi, due sensibilità artistiche distinte, ma una stessa capacità di arrivare al pubblico con autenticità e consapevolezza.

Area Sanremo completa il quadro delle Nuove Proposte

Nei giorni precedenti alla finale erano già stati annunciati i due artisti selezionati tramite Area Sanremo che saliranno sul palco dell’Ariston nel 2026: Mazzariello, già visto a Sanremo Giovani 2024, e il trio formato da El Ma, Blind e Soniko, tutti con esperienze precedenti anche a X Factor.

A loro si sono aggiunti, nella serata conclusiva di Sarà Sanremo, Angelica Bove e Nicolò Filippucci, completando ufficialmente il gruppo delle Nuove Proposte del prossimo Festival.

Il tempo che passa e la forza di restare

A presentare per primo il titolo del brano in gara alla prossima edizione di Sanremo è stato Raf con Ora e per sempre. Ha raccontato che si parlerà un amore che attraversa gli anni e resiste al cambiamento del mondo. Un brano autobiografico che riflette su come le relazioni si trasformino insieme alla realtà, senza perdere profondità.

Tredici Pietro, con Uomo che cade, porterà sul palco la fragilità della giovinezza: il sapere poco della vita, il cadere continuo, il ricominciare. Una canzone che parla di percorso, di corsa, di tentativi. La speranza non è una promessa, ma un gesto: rialzarsi ogni volta.

Tommaso Paradiso con I Romantici offrirà una dedica d’amore semplice e diretta, rivolta a chi sceglie ancora di sentire senza protezioni.

Patty Pravo, con Opera, ricorderà che siamo tutti opere d’arte e che il desiderio di un grande amore resta universale, attraversando epoche e generazioni.

Fulminacci con Stupida sfortuna vuole trasformare la solitudine in una passeggiata notturna: un percorso a ostacoli, fatto di ricordi, incontri mancati e ricerca continua. Una canzone che accetta il dubbio come parte del cammino.

Labirinti interiori e ritorni all’innocenza

Luchè con Labirinto scaverà nelle contraddizioni interiori, mentre Arisa con Magica favola ha raccontato di parlare di una vita che cambia e si evolve, fino a ritrovare la genuinità della bambina che siamo stati. Un ritorno all’innocenza che non è regressione, ma bisogno di verità.

Serena Brancale con Qui con me presenterà un brano intimo molto probabilmente dedicato alla madre.

Enrico Nigiotti, con Ogni volta che non so volare, porterà sul palco un flusso di coscienza fatto di cadute e risalite, dimostrando come toccare il fondo sia spesso necessario per ritrovare il respiro.

Poesie clandestine di LDA e Aka7even invece racconterà un amore viscerale e fuggente, volutamente aperto all’interpretazione di chi ascolta, capace di adattarsi a molte storie diverse.

Una finale che dialoga con febbraio

Malika Ayane con Animali notturni ha confermato la sua eleganza emotiva, mentre Mara Sattei con Le cose che non sai di me ha detto che racconterà una storia d’amore. Sayf ha definito Tu mi piaci tantocome una fotografia emotiva, uno scatto dello stato d’animo personale e collettivo.

J-Ax ha cambiato registro con Italia Starter Pack, un ritratto ironico e lucidissimo dell’identità italiana contemporanea, fatto di simboli, contraddizioni e autoironia. Ermal Meta con Stella stellina porterà un canto di speranza e resistenza collettiva.

Dargen D’Amico con Ai Ai e Nayt con Prima che hanno raccontato che si parlerà la distanza emotiva del presente, tra maschere, ferite e schermi che sostituiscono gli incontri reali.

Leo Gassmann con Naturale inviterà ad andare oltre le apparenze, mentre le Bambole di Pezza con Resta con me hanno ribadito il bisogno di restare, anche quando è difficile.

E ancora in gara ci saranno: Michele Bravi con Prima o poi, Ditonellapiaga con Che fastidio!, Chiello con Ti penso sempre, Francesco Renga con Il meglio di me, Maria Antonietta e Colombre con La felicità è basta, Eddie Brock con Avvoltoi, Elettra Lamborghini con Voilà e Sal Da Vinci con Per sempre sì.

Ora lo sguardo si sposta su febbraio, quando tutto prenderà forma sul palco dell’Ariston.

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