Giovedì scorso abbiamo assistito, durante la puntata di X Factor, alla presentazione degli inediti. Ogni concorrente in gara ha presentato un suo inedito sul palco per mettere in chiaro, a un passo dalla finale, la propria identità artistica e musicale.
EroCaddeo porta sul palco un inedito che non è una sorpresa, eppure ci stupisce tutti. Punto è infatti il brano con cui si è presentato alle auditions, con il quale ha conquistato 4 sì da parte dei giudici, e un po’ anche i cuori di tutti i fan a casa.
Il brano, ancora incompleto e poco curato trasmetteva sensazioni che oggi, dopo un’attenta rifinitura sono state soltanto amplificate. Damiano Caddeo, vero nome del cantautore sardo, dice di aver “sofferto molto” per scrivere questo pezzo e la sofferenza ne traspare tutta.
Rispetto alla versione ascoltata alle auditions troviamo una strofa aggiunta, una cura maggiore nei dettagli musicali, ma anche e soprattutto una crescita artistica non indifferente. EroCaddeo appare più sicuro, non c’è la stessa tensione delle auditions e questo fa sì che la sofferenza struggente delle frasi di questo brano prevale su tutta l’esibizione e ci arriva dritta al centro dello stomaco.
Caddeo ha tutte le carte in regola per entrare nell’Olimpo dei grandi cantautori pop che ci emozionano da generazioni. Cover sempre sul pezzo, mai un errore, ha dimostrato di sapersi confrontare con i registri più vari. Non ha l’aria da cattivo ragazzo, la voce è pulita: arriva al cuore in modo così spontaneo e naturale che è impossibile negarlo.
Punto resta in testa dopo pochi ascolti, radiofonica ma non mainstream. Racconta l’amore giovane sotto un punto di vista che cerca di essere maturo, di guardare al futuro, rimanendo ancorato però a quei ricordi amari di cui non riusciamo a liberarci.
“So che siamo stati bene
e che questo vale tutto
siamo virgole che non hanno il coraggio
di esser punto“
EroCaddeo chiude un cerchio iniziato con le auditions, fa una scelta azzardata ma centrata: non smette di stupire e ci lascia con la curiosità di ascoltare altro.









