“Un concerto che era il mio sogno fin da bambino”: così Lucio Corsi introduce il racconto di La Chitarra nella Roccia, il lungometraggio in uscita a novembre sul grande schermo in esclusiva in tutti i The Space Cinema. Insieme a Tommaso Ottomano, regista e direttore del film, Lucio Corsi ha raccontato l’origine di questo lavoro alla Festa del Cinema di Roma.
L’Abbazia di San Galgano è in effetti un elemento centrale dei ricordi d’infanzia di Lucio e Tommaso, un punto di riferimento della Maremma in cui sono cresciuti. Entrambi raccontano infatti di averla vista molte volte da bambini, anche passandoci vicini in macchina con i propri genitori. Entrambi avevano un sogno: un concerto proprio lì dentro.
Lucio Corsi racconta il legame che ha con questo luogo simbolo della sua terra e sottolinea l’impegno, durante il concerto e durante le riprese, a rispettare quell’atmosfera di visione onirica che apparitene all’Abbazia, senza stravolgerla con l’animo rock e vibrante del live.

Il lavoro cinematografico de La Chitarra nella Roccia prende spunto da grandi film concerto, dai Blues Brothers, ma anche da Andrej Tarkovskij, regista che proprio nell’Abbazia di San Galgano ha girato il suo “Nostalghia”.
“Me la ricordo dalle gite in macchina da bambino e Tarkovskij, un posto magico, sospeso tra memoria e leggenda. Alla fine ce l’abbiamo fatta, e suonarci dentro è stata un’esperienza unica che era obbligatorio immortalare con una cinepresa. Abbiamo deciso di farlo interamente su pellicola 16mm, alla vecchia maniera, per catturare l’autenticità delle immagini ed enfatizzare il potere viscerale del live.”
Tommaso Ottomano
La scelta della pellicola 16mm non è da trascurare. Lo racconta Tommaso Ottomano, che in questa occasione ha ricoperto il doppio ruolo di regista dietro la cinepresa e di musicista sul palco, insieme a Lucio.
“Nel cinema è comune, ma nella musica è una scelta più ambiziosa per le difficoltà tecniche che comporta. Durante il live dovevamo fermarci ogni 2 canzoni per cambiare il rullo della pellicola.
Tommaso Ottomano
Mi spingo sempre nelle cose, cerco di fare scelte ambiziose, e questa è una cosa che lega me e Lucio, non solo nella musica.”
La Chitarra nella Roccia: il ruolo della provincia e cosa significa il successo per Lucio Corsi oggi
Forte ed evidente anche la presenza della provincia. Non solo perché l’Abbazia di San Galgano è uno dei luoghi simbolo della Maremma di Lucio Corsi, ma perché quella Maremma per lui è diventata una metafora di come vedere la vita:
“La Maremma aiuta a rimanere coi piedi per terra, esattamente i suoi alberi. Quegli alberi che ho visto attorno a casa mia fin da bambino, sono sempre stati lì e lì rimarranno fino alla loro morte. Per me è incredibile che gli alberi raggiungano altezza incredibili quasi a poter sbirciare ovunque attorno a loro, eppure moriranno proprio lì dove sono nati. Lo trovo poetico ma lo considero anche un insegnamento per rimanere concentrato sulle cose importanti: la musica, l’amicizia, la sincerità.”
Lucio Corsi
La Chitarra Nella Roccia racchiude l’essenza più pura di cosa significhi vivere la musica per Lucio Corsi e la sua banda: 85 minuti di live in cui “l’obiettivo non è la precisione ma il sentimento, dove le spie fischiano, dove le voci sono rotte e tremano come le luci dei lampioni”. Durante la conferenza stampa, Lucio Corsi ritorna su questo punto:
“Io stesso, da ascoltatore, preferisco sempre la versione live dei miei artisti preferiti perché credo che quella sia una versione più autentica.”
Continua Ottomano:
“Nel live si sente la matrice della canzone, è più autentico. Le versioni live sono più “scarne” nel senso buono del termine.”
L’obiettivo di questo film-concerto, infatti, è proprio quello di dare a chi lo vede l’impressione di essere lì ad assistere allo stesso spettacolo.
Sul palco con lui, altri 15 musicisti: una formazione composta dalla band che già ha accompagnato il cantautore in tutte le date di quest’anno e a cui si sono aggiunti per l’occasione 2 coriste, una sezione di 4 fiati, un percussionista, il suo ormai iconico fotografo Francis Delacroix e lo stesso Tommaso Ottomano.
Una particolarità che rende speciale l’Abbazia di San Galgano è l’assenza di un tetto, che a detta di Lucio Corsi “consente una via di fuga alle canzoni, che sono state intrappolate nel filmato. Ma nonostante ciò le canzoni sono libere”, scherza col pubblico, “ci ho parlato, si muovono senza il permesso di nessuno”.
Durante la conferenza stampa è inevitabile discutere anche di cosa abbia significato tutto questo successo per Lucio Corsi. Il cantautore risponde con quell’autenticità e quella semplicità che è uno dei tratti distintivi più amati della sua figura:
“Per me è stata una sorpresa che il Festival di Sanremo sia andato così bene. Chiaramente vedo molte più persone ai concerti ora, ma a dire il vero io continuo a fare quello che facevo prima. Le persone con cui lavoro sono le stesse, le persone con cui passo il mio tempo sono le stesse, ho gli stessi amici di sempre. In questo senso la vita non è cambiata molto.”
Conferma anche Ottomano:
“Io e Lucio lavoriamo insieme dall’inizio, tutto questo è un percorso costruito insieme. Le cose che stanno succedendo non cambiano il nostro rapporto.”
Dove e quando vedere La Chitarra nella Roccia – Lucio Corsi dal vivo all’Abbazia di San Galgano
La prima proiezione ufficiale di La Chitarra nella Roccia è prevista per domenica 2 novembre al The Space Grosseto con la presenza dell’artista; a seguire il 3, 4 e 5 novembre sarà disponibile in tutti i cinema The Space.
Ma gli appuntamenti artistici per Lucio Corsi non terminano qui. A partire da gennaio 2026, sarà infatti protagonista di “Tour Europeo 2026”, la sua prima tournée nei club delle principali città europee. A questa seguirà “Lucio Corsi – Palasport 2026”, il suo primo tour nei palazzetti italiani, con tappe alla Nelson Mandela Forum di Firenze il 27 novembre, al Palazzo dello Sport di Roma il 5 dicembre e all’Unipol Forum di Milano l’11 dicembre.










