Il nuovo disco di Mecna, DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO è fuori dal 24 ottobre 2025. Un album in cui il nostro rapper del cuore ci regala nuovamente sé stesso, e questa volta lo fa in un modo così profondo ed intimo da non avere eguali. Alle produzioni, l’amico di sempre Lvnar e Fudasca, che ha curato anche i beat di “INTROSPEZIONE”.
“È un album a cui ho lavorato con calma e passione, un disco che ha vissuto tante vite e che si è trasformato molto durante il processo creativo. Ho cercato di mettere in primo piano la scrittura, come ho fatto nell’EP “Introspezione”, senza tralasciare la parte più melodica: meno presente rispetto ai miei lavori precedenti, ma capace, quando c’è, di rafforzare il racconto.”
DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO è il decimo album di Mecna, che da “Disco Inverno” del 2012 ad oggi ha affinato la sua penna, cambiando forma e forse abbandonando un po’ quel rap puro che ci ha fatti innamorare della sua arte, ma restando sempre fedele a sé stesso. A noi Corrado piace proprio perché in tutti questi anni non è mai stato schiavo delle mode o delle etichette discografiche, ma ha sempre concepito la musica come qualcosa di più grande. In un panorama dove spesso contano solo le cifre, le sue canzoni restano autentiche: sono un mezzo per darsi voce, non per inseguire le classifiche.
Il nuovo progetto di Mecna raccoglie canzoni intense e raffinate e utilizza il rap come linguaggio e come strumento per arrivare al cuore di chi sa ascoltare. E allora immergiamoci in questo ascolto…
Il filo conduttore dei ricordi e della nostalgia di Mecna
Il disco parte con l’intro “QUELLO CHE NON HO”, che si apre con il rumore di una cassetta che viene inserita nel lettore. Il brano introduce il processo di autoanalisi che verrà portato avanti durante tutto l’album. Un pezzo essenziale, in cui la base è scarna e funzionale soltanto a dare uno scheletro al brano. Il vero protagonista è il testo, come un po’ in tutto l’album.
”SOGNARE IN GRANDE” è un rincorrersi di ricordi. Si ripercorrono le origini, i cambiamenti, la strada che ha portato fino a qui. Un percorso dalla giovinezza all’età adulta in tre minuti e ventisei secondi, in cui l’unica certezza resta la musica.
Con la musica ho sempre cercato di raccontare gli stati d’animo, anche quelli banali. Preferisco parlare di cose non tangibili, perché di cose materiali già ne parlano tutti. La musica ci ha salvati, ed ogni giorno acquista altri significati. Anche se ultimamente non ti riconosci, hai solo bisogno di sognare in grande.
Seguendo il filo conduttore dei ricordi, “ALFABETO” parla dei primi amori, di quando tutto sembra più facile e ingenuo ma anche incredibilmente intenso. Tutto ciò si può riassumere con una immagine tanto semplice quanto efficace: chi di noi non ha mai staccato la linguetta di una lattina di Coca Cola recitando l’alfabeto, sperando che si spezzasse proprio sull’iniziale della nostra cotta?
Se “DUE MOSTRI” ti suona familiare è perché nasce dal campionamento di “Teenage Dirtbag” e costituisce testualmente l’evoluzione delle tracce precedenti. Lo sguardo sulle relazioni e sui rapporti personali diventa un modo per conoscersi, in uno scenario in cui due persone si avvicinano, conoscono i propri lati oscuri e li abbracciano. La relazione diventa un pretesto per conoscere sé stessi anche attraverso gli occhi dell’altro.
Due mostri si incontrano e fanno “boo”, non si spaventano più
Introspezione e autoanalisi, il lato brutto e quello bello delle relazioni
Quinta traccia è “QUANTO TI IMPORTA”, che ha anticipato l’album a marzo. Un singolo che è uno spaccato di verità, uno storytelling che percorre le tappe di una relazione fra alti e bassi, in cui l’unico punto fermo resta il ricordarsi “quanto ci importa”. Con “LA STESSA CANZONE”, Mecna sposta l’attenzione sul post-relazione. Un legame che resta invariato anche dopo che qualcosa finisce, concentrandosi non sul “dopo”, ma sul “durante”. Un ricordo talmente bello da diventare indipendente dalla persona con cui è nato.
“Si parla spesso del rancore e della rabbia che si prova dopo la fine di un rapporto, qui invece volevo spostare il focus sull’affetto che resta e che legherà sempre quelle due persone, qualsiasi cosa succeda, nonostante tutto.”
A seguire “TERAPIA”, una canzone che ricorda il “vecchio” Mecna: irriverente, diretto, schietto. Il featuring con primastaanzadestra, artista emergente nel panorama musicale, crea un effetto sinergico che dona al brano un che di onirico. Fra flussi di coscienza e domande esistenziali, il brano esplicita l’autoanalisi cominciata nella prima traccia (o nel primo disco…).
Terapia, terapia, terapia… mi chiedo se anche a me mi serva andare in terapia.
“TUTTO O NIENTE” è un dialogo aperto fra Corrado e la sua coscienza che parla della difficoltà di restare autentici. Anche “SOLAMENTE DI TE” è uno di quei pezzi che rimandano al rap oscuro e crudo del tempo in cui Mecna era un po’ meno pop. Fra citazioni velate a vecchi singoli e la strofa di Tredici Pietro che dà una marcia in più, “SOLAMENTE DI TE” è la quota sensuale di DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO.
Il fulcro di DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO
Eccoci arrivati al cuore pulsante dell’album, al brano che più di tutti merita una menzione d’onore: “A CIEL SERENO”. Un pezzo intimo, che ad ascoltarlo quasi ci sentiamo di troppo. Le emozioni ci travolgono con la consueta forza di una canzone di Mecna, ma stavolta sono amplificate dalla delicatezza dei contenuti e dalla tenerezza con cui vengono affrontati. Un brano che parla di amore e complicità, di una gravidanza e di una perdita. Ma anche dell’arrivo di una nuova vita dopo aver creduto di non poter più ritrovare la felicità, e del nuovo interrogarsi su sé stessi e sulla propria capacità di essere genitori.
Il tema dell’aborto è trattato con delicatezza, sussurrato a mezza voce e affidato al silenzio di un’ecografia senza battito. Il titolo “A CIEL SERENO” assume nel brano un duplice significato: prima rappresenta il dolore improvviso di una perdita che arriva senza preavviso, poi diventa simbolo di speranza, con una nuova gravidanza che sorprende. Come se non fosse abbastanza, Mecna ha deciso anche di inserire dei vagiti a chiusura del brano, per darci il colpo di grazia.
“BRUTTA GIORNATA” è uno dei primi pezzi scritti per l’album e occupa una posizione strategica nella tracklist, alleggerendo i toni prima della conclusione dell’album e restituendo armonia al percorso dell’album. È un brano che ci ricorda che tutto passa, ma lo fa in un modo rassicurante: qualsiasi cosa accada, sarà stata soltanto una brutta giornata. Un messaggio alquanto confortante, quello di Corrado, che ci ricorda non solo il ventaglio di opportunità che ci si presenta nella vita, ma anche che nessuna decisione è scolpita nel granito e che si può sempre cambiare rotta.
Se nel cercarti ti perdi, sarà soltanto una brutta giornata, solo chi sbaglia può cambiare strada.
DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO si chiude con “RITRATTI”, in cui la vena hip hop di Mecna dà il meglio di sé. “RITRATTI” è una fotografia allo specchio ed è la degna conclusione all’album, perché ne contiene tutti i temi cardine. Di “RITRATTI” Mecna afferma:
”È uno sfogo, una fotografia… anzi, direi una radiografia di dove sono e di come mi sento, guardando indietro e attorno a me, soprattutto nell’ambiente della musica, ma non solo.”
DISCORDIA, ARMONIA E ALTRI STATI D’ANIMO: il miglior disco di Mecna?
Molti sui social inneggiano a questo progetto come al miglior disco di Mecna mai pubblicato. Di certo alcuni troveranno questa affermazione avventata, ma fermiamoci un attimo a riflettere.
Negli ultimi tredici anni Mecna è andato incontro ad una evoluzione stilistica, più che tematica. “Disco Inverno” è stato il marchio di fabbrica di Mecna, con uno stile grezzo, schietto e diretto che con il tempo è stato raffinato e modellato, senza mai perdere autenticità. Negli anni siamo passati da un hip hop old school ad atmosfere più electro pop e R&B tipiche di “Lungomare Paranoia” e “Mentre Nessuno Guarda”, mentre la sua penna è diventata via via più consapevole.
Il viaggio di Mecna dal primo disco solista ad oggi è anche il suo passaggio dalla gioventù alla vita adulta. Quello di “Disco Inverno” era il Corrado venticinquenne, alle prese con l’amore per il rap, con i sacrifici per fare di questo qualcosa in più e con il rapporto ambivalente con la sua città di origine. Oggi parla il Corrado adulto, il papà, l’uomo che ha una consapevolezza tutta nuova, emozioni più mature, impressioni diverse sulla vita.
Probabilmente il miglior disco di Mecna sarà sempre il prossimo e quello dopo ancora, grazie all’uso che Corrado fa della musica. Le sue canzoni non sono scritte a tavolino per fare streams, ma sono frutto di una catarsi personale. Nascono da emozioni autentiche, da esperienze vissute e da riflessioni su sé stesso e sulla vita – tutti elementi che rappresentano la colonna portante della discografia di Mecna. L’autenticità è ciò che rende i suoi pezzi così speciali ed è una caratteristica che non verrà mai meno. Per questo motivo ogni singolo album è “il migliore di sempre”: perché, prima di tutto, è vero.
La mia vita è la tua musica e cresco con lei vicina.
Da questa strofa di “Micidiale” contenuta in “Laska” (2015), Mecna è cresciuto, e siamo cresciuti anche noi insieme a lui. Ci vediamo sotto al palco, come le volte prima.









