La musica dovrebbe essere (soprattutto per gli artisti) un punto in cui si può sostare abbassando le difese, ma è piuttosto un’isola circondata da squali. Ci sono dinamiche, meccanismi più grandi dietro ogni scelta (anche comunicativa) che spingono l’artista persona a separarsi da ciò che dovrebbe invece rappresentare. Ma gli artisti hanno facoltà di parola, solo che il pubblico giudizio la limita costantemente. E Anastasio lo ha dimostrato. Quando abbiamo ridotto gli artisti ad esperimenti di mercato?
Le pressioni sono tante, troppe e non tutti possono gestirle. E si finisce sempre nella gara, perdonate il francesismo, per dimostrare chi ce l’ha più lungo. Sarebbe giusto dire ai colleghi di “prendere esempio” per rimuovere questo stigma e rendere tutti più liberi, ma come vedremo non è così facile come si crede.
Abbiamo due esempi differenti, quello di Anastasio e di Elodie
Non ammettere difficoltà diventa una questione di ego, di immagine. Prendiamo il caso Elodie, di cui si è parlato e riparlato. A quanto pare, a Napoli sono stati venduti biglietti a 10€ pur di riempire, ma il problema non è Elodie. Non è mai solo l’artista. Ci sono tanti, troppi fattori che incidono. Al Maradona c’era un concerto dietro l’altro in quel periodo e la gente, che non ha moltissimi soldi da spendere, ha fatto delle scelte. In più, molti erano già in vacanza. Metti pure che Elodie ha un pubblico fidelizzato da relativamente poco tempo, non è ancora percepita nell’olimpo degli “indiscutibili” come magari può esserlo Elisa e insomma, le motivazioni sono ampie.
Ma l’Italiano medio, se legge che Elodie ha annullato i concerti per la poca affluenza fa due cose: la prima, dichiara la carriera dell’artista in caduta libera. L’immagine agli occhi dell’opinione pubblica, crolla e comincerà a perdere sempre più quota. Una profezia che si autoavvera, diffondere la percezione di un artista come “finito” gli fa davvero perdere consensi. E allora si che gli stadi non li riempirà più.
Perché, incredibile, anche la musica è una moda che in qualsiasi momento può essere accantonata e sostituita. Di esempi artistici purtroppo ne abbiamo tanti. Scegliamo ciò di cui vogliamo far parte e ciò che vogliamo seguire in base a quanto sia reputato “in”. La seconda cosa invece è godere dei suoi problemi. Ma non è una prerogativa solo dell’italiano medio, anche alcuni tra gli stessi colleghi – pur consci delle dinamiche e della facilità con cui accomunano tutti- finiscono per provare piacere.
Spesso pompare le date, aggiungerne quando non va sold out nemmeno una, serve solo a rafforzare lo status, la concezione esterna dell’artista. “Se lo fa è perché può farlo” eh no. Non sempre. Della serie, più pompo questa cosa e più si rafforza la mia immagine di artista arrivato e indiscutibile, di livello. La gente si interesserà, gli verrà voglia di venire ai concerti, di ascoltare i miei pezzi, per far parte di qualcosa. Diventa un investimento, per suscitare un effetto “ravanello pallido” (chi ha visto il film, coglierà il senso). Capirete, che con queste dinamiche gli artisti ci perdono la serenità.
Ma Anastasio non ci sta
Ed ora, Anastasio, con una naturalezza disarmante ha parlato della cancellazione di due tappe del suo tour “LMNPP” poiché non c’erano i numeri per chiudere la data. Questo gesto è stato accolto con reazioni contrastanti. Da un lato molti fan hanno apprezzato la sincerità di Anastasio, che ha preferito dire la verità invece di nascondere la situazione con scuse generiche. Dall’altro lato alcuni hanno espresso dispiacere, ritenendo che si sarebbe potuto comunque esibire per rispetto dei pochi spettatori che avevano comprato i biglietti. In ogni caso, la trasparenza mostrata dall’artista è stata vista come un atto di onestà rara nel mondo della musica, dove spesso le difficoltà organizzative vengono tenute nascoste per, appunto, motivi d’immagine. Quanto dev’essere complicato quando sei esposto e in molti inevitabilmente aspettano una tua caduta?
Questo ha ancora una volta riacceso il dibattito sullo stato del mercato dei concerti in Italia. Dopo la pandemia, molti artisti faticano a riempire le sale, e i costi di produzione sono aumentati. Le persone tendono a essere più selettive negli acquisti, e questo penalizza la maggior parte dei musicisti. Nonostante le due cancellazioni, il resto del tour resta confermato e sta registrando anche una buona partecipazione. L’artista alla fine ha invitato i fan a seguire le altre date, promettendo performance cariche di energia e contenuti. La sua decisione, seppur difficile, mostra un approccio diretto e realistico al mondo dello spettacolo, segnando un esempio di trasparenza in un’industria spesso dominata dalle apparenze, e, dalla tossicità.










