Il percorso artistico di Lorenzo Vizzini
Lorenzo Vizzini è un cantautore e autore siciliano, nato a Ragusa nel 1993. La sua storia artistica inizia presto: a diciotto anni si trasferisce a Milano e da lì comincia a scrivere non solo per sé, ma anche per tanti altri artisti del panorama italiano, da Ornella Vanoni a Renato Zero, da Laura Pausini fino a Mr. Rain, Raphael Gualazzi e Riccardo Zanotti. Nel tempo ha saputo costruire una carriera che vive di due anime: quella dell’autore dietro le quinte e quella del cantautore che porta in primo piano la sua voce e la sua terra.
Ha pubblicato tre album – “Il viaggio” (2015), “L’aria di casa” (2018), “SuXmario” (2021) – e un EP, “Riviera” (2022), oltre a numerosi singoli che testimoniano la sua voglia di raccontarsi in forme sempre nuove. Dentro questa produzione, però, c’è un filo che ritorna: la Sicilia, le radici, la lingua madre. Non a caso, già in brani come “Austu” (2025) e “Bedda” (2018), Vizzini aveva scelto di scrivere e cantare interamente in siciliano, consegnando al pubblico due dichiarazioni d’amore: una all’estate che sfuma, l’altra a una donna.
Il nuovo progetto a cui sta lavorando l’artista porta ancora più forte questa necessità di ritorno. Non solo un ritorno stilistico o linguistico, ma proprio un ritorno a casa, perché, come canta lui stesso, “si torna sempre qua”.
Ed è qui che nasce Ma’, una canzone che mette al centro il legame più intimo e universale che ci sia: quello tra madre e figlio.
Ti taliu mentri canci, ti fai rura e cciu aruci
Diversamente da “Austu”, che si appoggiava sulla chitarra con un’aria di ballata felicemente nostalgica, in questo brano la voce di Vizzini dialoga con il pianoforte del conterraneo Francesco Le Metre: un accompagnamento essenziale, che lascia emergere tutta la delicatezza del testo.
Ma’
Ti taliu mentri canci
Ti fai rura e cciu aruci
Comu a innaru l’aranci
E mi spii: quantu ruommi?
Mi spii: quantu manci?
Poi mi strinci n’secunnu affruntata e t’assitti luntana ri mia
Mamma, ti guardo mentre cambi
Ti fai dura e più dolce
Come a gennaio le arance
E mi chiedi: quanto dormi?
E mi chiedi: quanto mangi?
Poi mi stringi un secondo imbarazzata e ti siedi lontana da me
Ma’ racconta il rapporto tra un figlio e una madre, una delle cose più vicine al concetto di radici che possiamo avere. I due si amano infinitamente, eppure non se lo dicono quasi mai a parole. Ma forse il bello è proprio questo: che l’amore più grande si manifesta nelle piccole cose, silenziose e potentissime.
Ma’
Comu passunu l’anni
Com’è stranu talialli
Di n’vitru a nu specciu
Ti viru a trent’anni
Ca ti passi u rossettu
E mi spii: “Chi manciamu stasira?”
Cu n’filu di malincunia
Mamma
Come passano gli anni
Com’è strano guardarli
Da un vetro a uno specchio
Ti vedo a trent’anni
Che ti passi il rossetto
E mi chiedi “Che mangiamo stasera?”
Con un filo di malinconia
In queste immagini c’è la metamorfosi della madre: la quotidianità che con il tempo diventa ricordo, un gesto semplice come mettersi il rossetto o chiedere cosa mangiare per cena che, dopo il distacco da casa, assume un valore nuovo, pieno di dolce malinconia.
Ma’ è un esercizio di memoria e identità
E iu m’addumannu ri cu t’addifenni
Quannu ammucci u cori e t’ammucci ra gghenti
Ti fai virri sulu i mia
Sulu i mia
E io mi chiedo da chi ti difendi
Quando nascondi il cuore e ti nascondi dalla gente
Ti fai vedere solo da me
Solo da me
Qui arriva la parte più intima con le domande sospese che accompagnano la crescita, il passaggio dall’infanzia all’età adulta, e quella consapevolezza che la madre resta sempre presenza costante, anche quando si nasconde al mondo. Perché alla fine si mostra davvero solo a chi le è più vicino, ovvero il proprio figlio.
Ma’ è una dedica piena d’amore, ma anche un esercizio di memoria e di identità. È un brano che dimostra anche quanto il cantare nella propria lingua madre non sia solo una scelta estetica, ma un atto di verità che ci ricorda che prima di conoscere il mondo, bisogna conoscere sé stessi e i luoghi da cui si viene. E una madre è il luogo più profondo del nostro essere, il principio attraverso il quale abbiamo avuto accesso al mondo.
Ma’ è disponibile dal 26 settembre su tutte le piattaforme di streaming.