Nel mondo delle luci della ribalta, non è difficile che si insidino anche i pensieri più oscuri, gli artisti infatti sono tra i soggetti più colpiti quando si parla di disagi legati alla salute mentale.
Il 10 settembre ricorre la data dedicata alla prevenzione del suicidio, ma più in generale settembre è considerato il mese dedicato alla salute mentale. Un tema ormai diventato quotidiano, per fortuna o sfortuna dipende dai punti di vista. Sarebbe sicuramente più semplice vivere in un mondo libero dalla sofferenza, ma ahimè non sarebbe reale, e se i problemi fisici vengono sempre dati per scontati, quando si tratta della nostra mente, ci sono ancora tanti tabú.
Nell’era dei social la visibilità e l’influenza dei personaggi pubblici è diventata sempre più massiva, basta una storia postata dalla persona giusta per diffondere un’idea. A tal proposito tanti cantanti nello specifico si sono esposti a supporto di temi delicati, come quelli che riguardano i disagi legati alla salute mentale. Una delle personalità più influenti in tal senso negli ultimi anni è stata Selena Gomez, che ha raccontato in diverse interviste come la terapia le abbia salvato la vita, aiutandola a lottare contro depressione, ansia, burnout e stress in parte causati dalle responsabilità e le pressioni dell’essere una celebrità.
Ed effettivamente la salute mentale degli artisti è tutelata?
Non andiamo molto lontano, basta restare in Italia. Due casi tra i più recenti riguardanti i giovani cantanti italiani: Angelina Mango e Sangiovanni. Entrambi concorrenti di Amici, entrambi ritrovatisi per mesi tra telecamere, microfoni, dinamiche televisive e commenti degli spettatori. Come si fa a reggere un cambiamento così radicale una volta finito tutto? Come si fa a passare dall’essere una persona comune, ad uscire allo scoperto dopo mesi trascorsi in una bolla, per affrontare la vita di una celebrità che in pochissimo tempo deve stare al passo con la competitività tossica dell’industria dello spettacolo?
È inevitabile che nel 2025 le celebrità vadano incontro a problemi come il burnout, l’ansia, la depressione. In primis perché è semplice perdersi tra lusso, apparenze, feste, soldi, fans, soprattutto quando sei ancora un ragazzo, ed è dall’avere tutto e subito che poi arrivano i momenti di down. In secondo luogo, perché viviamo in un periodo storico in cui tutto è talmente fluido e veloce, che finire nel dimenticatoio è più semplice che diventare virali. Chiunque ad oggi può far musica, sponsorizzarsi, farsi conoscere e realizzare il proprio sogno, ma dall’altro lato della medaglia c’è una produzione di massa ed una competizione così alta, che i ritmi da reggere diventano insostenibili.
Come è cambiata l’industria discografica e quali sono le conseguenze?
In passato diventare un artista richiedeva tantissimi sacrifici e difficoltà in più: gli investimenti per fare un disco erano molto più ingenti, i media erano ancora in fase embrionale e solo pochissime star riuscivano davvero a sfondare. Adesso per fortuna è molto più semplice trovare il proprio spazio, ma le conseguenze che implica questo nuovo mercato sono spesso distruttive. Le majors spremono gli artisti con scadenze, vincoli e avendo diritto alla maggior parte degli introiti. Le etichette indipendenti, al contrario, spesso fanno fatica a supportarli da un punto di vista economico.
La salute degli artisti, per rispondere alla domanda iniziale, non è assolutamente tutelata, anzi un artista spesso si ritrova a dover reggere ritmi tra tour, vincoli di pubblicazione, pressioni per aver sempre materiale pronto da far uscire, che lo portano ad un limite.
Ed è da qui che poi si arriva ai casi limite, come quelli sopracitati. Un limite che non dovrebbe mai essere valicato, soprattutto quando si tratta di ragazzi, che dovrebbero far musica con spensieratezza, festeggiando le meraviglie della giovinezza, e invece si ritrovano a chiudersi in sé stessi, per ritrovarsi dopo essersi persi tra la miriade di stimoli derivanti dal successo.
È importante ricordare che le celebrità sono anch’esse persone normali, che hanno bisogno di spazio, privacy, tempo per sé, e soprattutto quotidianità. Più persone dovrebbero ricordarlo, più persone dovrebbero parlarne.
In un mondo che non smette di correre, è sempre meglio fermarsi che schiantarsi.










