Ieri sera il Teatro Principe di Milano si è trasformato in una piccola tempesta di luci e applausi per il party di presentazione di Uragani, il nuovo singolo di Clara, uscito da appena una settimana. Un evento intimo ma vibrante, pensato come una celebrazione collettiva di una canzone che, già in pochi giorni, ha iniziato a farsi strada tra playlist e cuori.
Dopo un inizio di serata scandito da dj-set e chiacchiere tra fan, il momento più atteso è arrivato: alle 0:30 Clara è salita sul palco, accolta da un boato. L’artista, visibilmente emozionata, ha ringraziato il pubblico e senza troppi preamboli ha intonato Uragani, regalando ai presenti una performance intensa e ruvida, capace di restituire tutta l’energia della registrazione in studio ma con la spontaneità del live.
Il brano è un piccolo manifesto di forza e vulnerabilità. Clara racconta una femminilità che non si lascia imprigionare: “Lasciami scegliere come fare e disfare un errore” diventa subito una dichiarazione di indipendenza, un invito a rivendicare il diritto di sbagliare e di vivere a modo proprio. La sua voce che nel ritornello si apre in un grido liberatorio accompagna un testo che alterna rabbia e consapevolezza, quasi una lotta interiore fra il bisogno di libertà e il peso di un amore tossico.
Clara scatena i suoi “Uragani”
Il passaggio “Bastarda scritto sulla maglia” colpisce per la schiettezza: Clara ribalta l’insulto, trasformandolo in un simbolo di orgoglio e rinascita. Nel ritornello, l’immagine delle “mani, mani dentro le mie mani” e degli “uragani” diventa il cuore emotivo della canzone: la passione che travolge, ma anche il caos di una relazione che non lascia respirare.
Uragani è un brano che vive di contrasti: la produzione intreccia ritmi incalzanti e atmosfere sospese, creando il terreno perfetto per una voce che non chiede permesso. Clara racconta una relazione che toglie il fiato ma diventa anche occasione di riscatto, e lo fa con un testo che è insieme ferita e rivincita. Il ritornello, che resta in testa al primo ascolto, diventa un grido di libertà: travolgente come la tempesta che evoca.
Sul palco, la sua interpretazione ha amplificato ogni sfumatura del pezzo. Nessun artificio, solo una presenza magnetica capace di tenere gli occhi di tutti incollati a lei. Quando l’ultima nota si è spenta, l’applauso si è trasformato in un boato: non un semplice segno di gradimento, ma la conferma che Uragani ha già il potere di farsi sentire forte e chiaro.










