Non serve aggiungere dell’oro a un tombino per farlo brillare, ma Panetti l’ha fatto lo stesso e ha fatto bene. TOMBINO D’ORO (EXTRA), terzo album di Simone Panetti uscito per Thamsanqa/The Orchard venerdì 25 luglio, è la deluxe che completa, sporca e rafforza “TOMBINO“.
Se le 4 nuove tracce sembrano vecchie conoscenze, è perché lo sono. Ma sono state riscritte, riarrangiate e ripensate con un vestito diverso. Sempre lurido, sempre distorto, ma con più coerenza e il merito va anche ad Auroro Borealo che qui firma la produzione insieme a Panetti.
Simone Panetti ripesca dal tombino: 4 cover, 4 trasformazioni
Panetti decide di proporci 4 cover in versione “tombinesca”, 3 brani del suo repertorio presenti in “PROFONDO ROSA” e una cover di Calcutta (sì, avete capito bene: Calcutta).
“SU DI TE” è la prima “nuova” traccia dopo “CARA BUONGIORNO 2” e apre la deluxe con un’irriverenza spudorata. Parte lenta, poi esplode nel solito caos a colpi di batteria e un testo che è subito una rasoiata (“mi sego su di te”). Rispetto alla versione del 2021, qui suona più cattiva, più lucida, più tombino. Era già volgare ma qui trova la sua forma definitiva.
L’aveva già portata dal vivo facendo impazzire i fan al MI AMI Festival lo scorso maggio e finalmente diventa parte di un progetto, non solo un momento live da culto. “COSA MI MANCHI A FARE” è la vera sorpresa. È una cover di Calcutta ma riletta come se a cantarla fosse un emo punk uscito da American Pie. È un omaggio, ma anche un cortocircuito che fa il suo.
Si continua con “GIULIA”: il buco nero emotivo che mancava in “TOMBINO” e che ora si incastra alla perfezione tra i brani già editi. Scura, amara, ma dritta. Aggiornata allo stile tombino-core risulta meno pop, più dolorosa.
“CAGNA” chiude il tutto senza cercare forzare la mano. La meno hardcore delle quattro ma è solo apparenza, mantiene quell’aria sgangherata e sincera che ormai è diventata la firma di Panetti. Si sente la voce sporca, si sente la pancia. Resta così sospesa, triste e incazzata.
Insomma, Simone ha preso il cuore di “PROFONDO ROSA” e le budella di “TOMBINO” e li ha messi a suonare insieme. Il risultato? Una bella schifezza, nel senso buono.










