Tanta polvere, un pratone calpestato da migliaia di scarpe, migliaia di persone e di vite che si sono intrecciate ieri durante il live di uno degli artisti più singolari della kermesse del Rock In Roma di quest’anno: Lucio Corsi.
Canzoni inedite, storie e filastrocche raccontate e da suonare, tantissimi musicisti racchiusi nella grazia che solo l’ultimo eroe della musica ha saputo donarci. Due ore di live e di cambio look: anche in questo l’artista maremmano non ha saputo fare altro che stupirci. Ma con eleganza, con educazione: la sua musica è una selezione naturale contro i cattivi. Difatti, ne dà prova l’enorme partecipazione di bambini al concerto, alcuni – sulle spalle dei genitori – sfoggiano cartelloni colorati: “Lucio sei il mio primo concerto”, è scritto sopra.
Lucio Corsi al Rock in Roma. Cosa resterà? La gentilezza
E tutto ciò commuove e fa riflettere: è davvero la gentilezza che salverà il mondo? Noi con pezzi come: “Radio Mayday”, “Questa vita”, “Sigarette”, “La ragazza trasparente”, “Freccia Bianca”, “Volevo essere un duro” e “Tu sei il mattino” un po’ l’abbiamo assaggiata. Un po’ ci siamo sentiti meno soli, abbiamo capito anche noi come stare al mondo dagli ulivi nella rete, che s’inchinano soltanto sotto al peso della neve.
Cocciante e Randy Newman
E poi ancora le cover di un “Hai un amico in me” di Riccardo Cocciante e “La gente bassa” di Randy Newman, tradotta in italiano. E due maxischermi enormi per tutta Capannelle. Tutti a bocca aperta. Grandi e soprattutto piccini, qui è proprio il caso di dirlo. Un concerto che ha riappacificato tutte le anime che erano lì, ieri sera.
Sul finire…
“Cosa faremo da grandi?”, canta Corsi fra gli ultimi brani in scaletta. Forse non lo sappiamo, perchè forse volevamo essere anche noi dei duri, caro Lucio – ma con te abbiamo capito che non è importante, che bisogna correre il rischio di invecchiare così come si è e che bisogna essere gelosi del nostro tempo perchè bisogna trascorrerlo solo fra carezze.