Cantare l’intimo davanti a migliaia: la scommessa (vinta) di Brunori Sas

da | Giu 19, 2025 | #Cromosomiintour

Brunori Sas incanta il Circo Massimo con un concerto sinfonico che ripercorre la sua carriera, tra poesia, fragilità e grandi ospiti. Un evento celebrativo, intimo e potente, che trasforma la musica in condivisione collettiva.

Ci sono concerti e poi ci sono eventi che si incidono nella memoria collettiva come istantanee capaci di fermare il tempo. È quanto accaduto ieri sera al Circo Massimo, dove Brunori Sas ha messo in scena uno spettacolo imponente e profondamente intimo, accompagnato dalla sua storica band e dalla magnifica Ensemble Symphony Orchestra, per una serata che più che un concerto è sembrata una celebrazione affettuosa del suo percorso artistico e del potere condiviso della musica.

Il cerchio che si chiude

Dario Brunori — classe 1977, calabrese, da anni figura centrale della nuova canzone d’autore italiana — ha attraversato negli ultimi anni una maturazione artistica notevole, passando dalle confessioni ironiche degli esordi al racconto dolceamaro delle fragilità dell’uomo contemporaneo. Dopo il successo sanremese, il cantautore calabrese ha scelto la suggestiva cornice del Circo Massimo — preludio alla tappa all’Arena di Verona in ottobre — per un concerto-evento dal tono intimo e celebrativo, che ha avuto il sapore di un bilancio affettuoso senza indulgere nella nostalgia.

È molto bello essere qui. Per noi è in qualche modo la chiusura di un cerchio“, ha detto commosso all’inizio. Il suo discorso introduttivo è stato un piccolo manifesto poetico: tra il pubblico e il privato, tra la gioia di una serata così solenne e il disagio sottile per un mondo fuori che sembra spesso incoerente. “Stasera proveremo a condividere questo attrito… e a trasformarlo in melodia“, ha detto, indicando l’orchestra come simbolo vivente di armonia collettiva.

Un crescendo di emozioni

La scaletta — che ha ripercorso gran parte del suo repertorio, pescando da tutti e sei i suoi album in studio — è stata costruita con cura quasi cinematografica: un crescendo emotivo, con arrangiamenti rinnovati e ariosi curati da Stefano Amato e Mirko Onofrio, impreziositi dai 30 elementi dell’orchestra diretta dal Maestro Giacomo Loprieno. Il risultato? Brani noti e amati come “Al di là dell’amore”, “Secondo me” o “Kurt Cobain” hanno preso nuova vita, sospesi tra potenza narrativa e impatto sonoro.

Tra i momenti più alti, senza dubbio, l’apparizione degli ospiti speciali, che hanno saputo donare sfumature inattese ai brani. Riccardo Sinigallia ha affiancato Brunori in “La vita com’è”, trasformandola in un inno ironico e tenero al disincanto. Emma Nolde, voce tra le più intense della nuova generazione, ha donato profondità e tensione a “Sirene” e ha poi accompagnato Brunori in una struggente versione acustica de “La vita pensata”. C’è stato spazio anche per DiMartino, che ha impreziosito “Diego e io” con la sua sensibilità poetica, e per Fiorella Mannoia, interprete magistrale in “Canzone contro la paura”. Gran finale corale con “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, eseguita insieme a tutti gli ospiti, come ultimo abbraccio collettivo.

Roma ha accolto Brunori come uno dei suoi poeti urbani

Ma al di là della perfezione musicale, il concerto ha colpito per la sua delicatezza umana. Brunori non ha mai abbandonato quella cifra ironica e dolente che lo contraddistingue, anzi: l’ha portata a una dimensione sinfonica senza mai tradire la sua voce. “L’attrito dell’archetto sulla corda può creare un suono stridulo, ma può anche generare armonia“, ha detto, spiegando — in modo che solo lui può permettersi — la metafora stessa della serata.

Roma ha accolto Brunori come uno dei suoi poeti urbani. In una cornice storica e potentemente simbolica come il Circo Massimo, le sue canzoni hanno preso il volo come lettere affidate al vento. Non un’autocelebrazione, ma un racconto collettivo, uno specchio in cui riconoscersi.

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