“Si non me vuò bene cchiù” è il nuovo singolo di Tropico: un microcosmo di vita a ritmo funk.
C’è qualcosa nei brani di Tropico che non si riesce a spiegare con una sola parola.
La narrazione di Davide Petrella non è mai stata una narrazione fine a sé stessa; le sue non sono solo canzoni, ma veri e propri piccoli film.
Momenti rubati, frammenti di umanità che si infilano sotto la pelle senza chiedere il permesso.
Con Si nun me vuò bene cchiù, Tropico ha fatto di nuovo centro.
Sarà la fine della primavera e quindi la fine della stagione degli amori, ma stavolta ha colpito dritto in un punto più profondo, quello in cui si mischiano nostalgia, orgoglio, amore e malinconia.
Un amore che finisce ma non se ne va
Si nun me vuò bene cchiù è il grido di chi non vuole cedere all’arrendevolezza.
Non una fine amara, ma una fine dolorosa.
È una fine che profuma di promesse, di un bagno fatto alle tre di notte, di un bacio sotto casa dopo aver bevuto troppo, ma profuma anche di progetti mai realizzati, di incompatibilità emotiva e di crescita personale.
Quella da vivere necessariamente lontano dalla persona che si ama, perché è doveroso lasciare la corda per darsi il tempo per respirare.
Si nun me vuò bene cchiù è quella fase lì, in cui non stai più insieme, ma non riesci nemmeno a staccarti. Quel limbo romantico dove cerchi di soffrire bene ma torni col pensiero a ripetere liturgicamente le parole che scambiavi con la persona che amavi. Quello in cui sei mentalizzato ad andare avanti perché te lo devi, ma non riesci a non pensare che sei un po’ più vuoto e scarno. Perché ci manca un pezzo.
Tropico si conferma ancora una volta il re del funk partenopeo
Nato dalla collaborazione con i produttori D‑Ross e Startuffo, Si nun me vuò bene cchiù vibra di calore mediterraneo. Il brano, musicalmente, è una bomba.
Per quanto possa essere reiterato come genere (ma ormai è il suo marchio di fabbrica), il funk di Tropico strizza l’occhio a tutti i maestri della scuola partenopea.
E lo fa in un modo così consapevole da NON POTER suonare male.
Batterie sincopate, bassi liquidi – è un funk leggero che accompagna ed alleggerisce la botta emotiva. Non è un funk sterile, non è fatto per suonare cool e basta ma è fatto per raccontare e costruire i contorni del suo progetto, la sua persona, il suo essere.
Si nun me vuò bene cchiù non è solo una hit estiva; è la colonna sonora di chi si è lasciato troppo in fretta, ma per necessità
Per chi ha ancora dentro sé la nostalgia per quei sorrisi, per quelle telefonate da parte di tua madre perché hai fatto di nuovo le sei di mattina a fumare una sigaretta e a parlare del mondo con chi ami. Per chi nutre ancora la speranza di rimettere insieme i pezzi per poterli plasmare, per poter tornare a coesistere con l’amore.
Tropico ci mette dentro tutto questo (o forse lo facciamo noi): il bene, il dolore, la poesia, la malinconia.
E lo fa senza retorica. Lo fa da essere umano. Ed è per questo che funziona.