Napoli: birra alla mano, sbadatamente rovesciata a terra e sigaretta accesa nell’altra. Il pubblico impaziente si scalda cantando cori mentre in sottofondo ci pensano i pezzi degli Stones, Lou Reed, Iggy Pop a settare il mood. Sul palco svettano due enormi amplificatori che fanno da cornice ad un cielo finto che vagamente ricorda un teatro di burattini.
Lucio Corsi sale sul palco di Napoli insieme alla “banda” – come la chiama lui – in spalline gialle e faccia dipinta di bianco. Tanta musica e poche ed essenziali pause che danno forma ad un concerto intenso che inizia con “Freccia Bianca”, dall’ultimo disco, e prosegue attraverso una scaletta che accontenta proprio tutti dai fan di vecchia data fino ai nuovi, arrivati sulla scia del successo sanremese.
Da “Radio Mayday” a “Trieste”, fino a “Il Re del rave”, “Magia nera” e “Astronave giradisco”, quando si spezza una corda, ma inarrestabile Lucio continua, quasi stoico. Tra stage diving talvolta solo accennati, assoli di chitarra e finali strumentali che richiamano alla mente un immaginario ben preciso, a metà tra il glam rock e il cantautorato anni ’70-’80 alla Francesco De Gregori, ma soprattutto alla Lucio Dalla.
Lucio Corsi: un live sgangherato, carico di un fascino piacevolmente vintage
Quello di Lucio Corsi a Napoli è un live sgangherato e carico di un fascino piacevolmente vintage, tra frequenti brusii catturati dai microfoni, fili sparsi ed infiniti strumenti. Stipati su un palco che stenta quasi a contenerli ci sono tastiere, organi hammond, chitarre, bassi, batterie e poi l’armonica suonata alla Bob Dylan, da un Lucio creatore di personaggi e mondi di fantasia. L’ultima versione di “Francis Delacroix” lo vede protagonista al piano — nientemeno che l’iconico Yamaha CP-80. Il suono che ne esce richiama alla mente le atmosfere rock anni ’70, dalle visioni teatrali di Peter Gabriel, alla potenza grezza degli Zeppelin.
Tutte sold out le date del suo Club Tour 2025. Ci prepariamo a sentirlo ancora dal vivo in un lungo e molto atteso tour estivo che toccherà 28 festival italiani, tra nord e sud. Tanti ringraziamenti. Tanti come i protagonisti dello spettacolo che ha preso corpo sotto un fittizio cielo dipinto, simbolo dei favolistici mondi creati da Lucio per chi, come noi, sceglie di immergervisi.