Venerdì 11 Aprile, dopo 3 anni di attesa (il suo ultimo album “Mielemedicina” è uscito nel 2022) Anastasio è tornato con un nuovo lavoro discografico, Le macchine non possono pregare, pronto a stupire e sfidare il concetto che abbiamo – fin ora – avuto della musica.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Anastasio, e ci ha raccontato come sta vivendo questo momento, ma non solo. Abbiamo raccolto anche la testimonianza di tutto il lavoro che c’è dietro l’album e qualche curiosità.
Ciao Marco! Innanzitutto, come stai?
Eh come sto…Sono cinque anni che lavoro a questo disco, su cui ho proiettato un sacco di cose, quindi adesso che sta per uscire quasi non mi sembra vero e questi cinque anni di attesa sono condensati in questi pochi giorni che mi separano dall’uscita dell’album
Sono passati un po’ di anni dal tuo ultimo album, appunto. Cosa credi sia cambiato in te e nel tuo modo di fare musica, da allora?
In realtà spero non cambi mai il mio approccio a quello che faccio, io ho sempre voluto fare questo disco, questo disco e nessun altro, lo sapevo pure prima di di scriverlo, pure prima di concepirlo e di avere la prima idea, sapevo che volevo fare questo. E questo non è cambiato, non è cambiato quello che credo di volere dalla musica, dal rap. L’idea, quello che sento di voler dare, rimane lo stesso, ovviamente il cambiamento avviene perché semplicemente sono cresciuto, e sicuramente anche la musica matura, però non viene stravolta. Io ho iniziato a scrivere questo disco nel 2020, avevo 22 anni, ora ne ho 27 e chiaramente sono una persona leggermente diversa, e questo disco è cresciuto insieme a me. Ma artisticamente le mie idee e i principi fondamentali sono rimasti gli stessi.
Le macchine non possono pregare è un po’, passami il termine, l’album con cui spezzi le catene. Lo hai definito tu stesso “l’album che renderebbe fiero il me ragazzino”. Ci racconti il pensiero, l’idea, il processo creativo – e non solo – che ti ha avvicinato al concetto e poi portato al risultato?
Diciamo che in me c’è sempre stata l’idea di voler fare un’opera, ambivo a questo, quello che mancava era la storia. Poi è arrivata, come un lampo. Soprattutto grazie a Davide Nota che è un poeta con cui ho collaborato nella scrittura di questo disco, non nella scrittura nei testi, ma nel concepirli insomma nelle idee, mi ha dato molti spunti che mi sono stati utili e insieme abbiamo concepito questo concept, questa storia. E quindi ho visto, stesa di fronte a me in 12 capitoli, questa storia che poi si è tradotta nelle 12 canzoni. Chiaramente è stato molto più complesso di così, perché in cinque anni le cose cambiano, questo disco ha avuto varie modifiche, diciamo che per metà era calcolato, l’altra metà erano mutazioni genetiche, ma è nato in maniera bellissima e assolutamente libera. La cosa bella è che ho davvero goduto nel realizzare questo album, anche se l’attesa della pubblicazione è stata snervante…
Hai accennato ai 12 brani presenti nell’album, poco fa. Adesso proprio riguardo a ciò sto per farti una domanda che a tratti potrà sembrarti immorale: tra tutti i brani ce ne sarà probabilmente uno a cui per una serie di fattori sei più legato…Quale e perchè?
Questa domanda! Non posso risponderti se me ne chiedi solo uno. Ne ho tanti, non saprei scegliere, ognuno ha un certo certo significato per me. Il primo brano che posso citarti è La mosca, il primo, che ha dato il via a tutto e per me ha un certo significato. Ma quello di cui sono veramente fiero, perché credo che sia un pezzo unico e non esiste una roba del genere, è la Title Track Le macchine non possono pregare perchè è il pezzo più folle, ma proprio per questo credo che sia davvero rilevante come cosa. E poi, Il mondo di domani. Sono questi tre forse i pezzi a cui sono legato un pelo più di altri, però tutti quanti sono nati dal fuoco, questi pezzi non sono nati col ricettario, sono nati nel caos. Infatti, sono tutti i pezzi storti, la forma canzone è solo un’opinione, non è una scienza esatta e quindi la forma canzone la ritrovi in qualche pezzo, in altri invece non saprei dare una definizione, ma sono storti e belli. Ma finalmente, direi io, mi sono un po’ scocciato delle canzoni che hanno tutte la stessa identica forma.
Parlando invece dei brani che non hai citato, ci racconti qualcosa come ad esempio un piccolo aneddoto, qualcosa che magari è successo in studio mentre prendeva forma o più semplicemente la sua backstory?
Si, un aneddoto che mi viene in mente ora riguarda sicuramente il brano La pioggia, perché la chitarra è stata registrata a Ibiza, dove c’è questo mio amico -il produttore Etna Music- e lui aveva preso una casa in campagna a Ibiza. Lontana dalla Ibiza delle feste, dall’altra parte dell’isola, e aveva allestito questo mini studietto. Io sono andato a trovarlo e questo pezzo è nato in questo contesto bucolico, la prima chitarra registrata è stata registrata con un microfonino ma proprio una roba cheap e si sentiva forte il suono delle cicale sotto. Però era magica, non l’abbiamo cambiata. Di solito uno va in studio e le registra, invece era speciale e infatti pure quel pezzo, non so per me è sempre associato a quella luce e a quel pomeriggio. Poi io c’ho questa capacità, ma penso quasi tutti quelli che scrivono canzoni ricordano dove hanno scritto ogni canzone. Io so ogni canzone dove l’ho scritta e cosa facevo e questa mi ricorda in particolare quel momento.
Oltre a parlare dell’album e dei brani, non dimentichiamoci però di una cosa altrettanto importante: insieme al disco ci sarà anche il lancio di una graphic novel. Ci racconti qualcosa in più?
Visto che l’idea dietro questo album è così vivida, sembrava che il fumetto potesse innanzitutto raccontarla con un altro mezzo. Poi c’è una certa sinergia tra disco e fumetto, visto che c’è tanto di non detto nell’album rispetto a quello che invece ci siamo detti io, Davide Nota e le altre persone con cui mi sono confrontato, visto anche che c’è un universo così vasto dietro che è stato molto frammentato per metterlo in 12 canzoni sole, il fumetto era un’ottima occasione per tirare fuori anche altre cose. E quindi mi sembrava una cosa molto molto bella. poi ho lavorato anche con artisti bravissimi e il fumetto secondo me è una bomba, i disegni sono incredibili. Sono davvero esaltato.
E noi siamo esaltati quanto te, questo album sarà certamente un qualcosa di rivoluzionario e non vediamo l’ora che tutti possano ascoltarlo! Grazie per questa chiacchierata e a presto!
Anastasio incontrerà i fan in occasione dell’uscita del nuovo album, di seguito le date:
10 aprile Torino e Milano, 12 aprile Bergamo, 13 aprile Bologna, 14 aprile Cesena e Arezzo, 15 aprile Roma, 16 aprile Padova e 17 aprile Napoli. Queste le tante occasioni per un appuntamento immancabile all’insegna del rap con l’artista.










