A tre anni di distanza dal precedente “GOSSIP!”, i Cara Calma tornano con ITAMI, un album che sembra proseguire il loro cammino verso una riflessione intima e complessa sul dolore. La band bresciana, ancora composta da Riccardo, Cesare e Fabiano, si presenta al pubblico con un’opera che affonda le radici nel malessere emotivo, fisico e psicologico. ITAMI è il loro quarto disco, un lavoro che esplora il concetto di sofferenza, intesa non come una condanna, ma come una fase inevitabile che, se affrontata, può portare a una trasformazione positiva.
Il titolo stesso del disco, che richiama la parola giapponese che indica il dolore, offre una chiara indicazione sulla natura dell’album.
Fin dal primo brano, “Anime e Ket4mina”, l’ascoltatore è catapultato in un mondo di introspezione dolorosa, dove il dolore, fisico o mentale, sembra essere un compagno di viaggio costante. I Cara Calma non celano nulla e non si limitano a descrivere il dolore come un semplice tema da esplorare, ma lo abbracciano completamente, quasi come una necessità espressiva. Non mancano infatti i richiami a comportamenti autodistruttivi, come nel pezzo “Male Cane“, dove il protagonista si autoalimenta nella sofferenza, rimanendo intrappolato in un circolo vizioso che porta a una continua alienazione.
Da un punto di vista musicale, ITAMI è un album pienamente emo-pop, un genere che riesce a miscelare elementi di pop-punk e sonorità più dolci e malinconiche. In effetti, l’album presenta una varietà di stili, anche se a tratti la diversificazione sembra limitata. Brani come “Dammi da bere” o “S.O.S.” mostrano una vena più riflessiva, mentre altre tracce come “Panico” esplodono in energia, con chitarre graffianti e ritmi incalzanti. Ma la sensazione generale che emerge dopo aver ascoltato l’intero album è che molte delle canzoni si somigliano, con strutture sonore che non sempre riescono a sorprendere o a spingere oltre i confini musicali già tracciati dai precedenti lavori della band.
La sensazione di “già sentito” si estende anche ai testi, che purtroppo non riescono a mantenere la freschezza e la novità dei tre dischi passati. Il tema del dolore, centrale in tutto l’album, finisce per risultare ripetitivo, spesso legato a concetti di autodistruzione tramite droga e alcol. Sebbene questo tipo di tematiche possieda una certa carica emotiva, la frequente ripetizione dello stesso tipo di sviluppo concettuale gliela fa perdere. Le stesse immagini di “vizi”, di cuori “in fiamme” e di “sentirsi cenere” sembrano riaffiorare costantemente, tanto da poter diventare quasi stucchevoli.
I Cara Calma sembrano aggrapparsi a un repertorio di immagini che, seppur potenti, rischiano di non comunicare più quella forza iniziale che le aveva rese efficaci in passato.
Nonostante ciò, il disco mantiene la sua forza nel riuscire a raccontare una sofferenza che, purtroppo, appartiene a molti. È interessante la prospettiva che la band cerca di offrire, ovvero quella di guardare al dolore non come a una condanna definitiva, ma come a una fase che può portare a una rinascita. Questo messaggio di speranza, purtroppo però, fatica a emergere in modo evidente nella musica.
La città di Brescia, che ha visto nascere la band, è un altro elemento fondamentale dell’album. Brani come “Brescia Inferno” raccontano la dicotomia che la provincia comporta: un luogo che ti dà radicamento ma che, allo stesso tempo, ti limita e ti imprigiona. La provincia diventa simbolo del dolore, ma anche della necessità di restare e di fare i conti con sé stessi.
Proprio quest’ultima canzone, insieme a “Male cane”, sono i due pezzi più forti dell’album e anche i due singoli che inizialmente erano stati pubblicati. La sensazione è quella di un album costruito un po’ a forza intorno a queste due canzoni. L’album rimane come sospeso tra una nuova vena creativa più orecchiabile e una sorta di timore a seguirla fino in fondo guardando al proprio passato.
In conclusione, ITAMI dei Cara Calma è un album che affonda nei temi della sofferenza con sincerità e intensità, ma che a tratti rischia di risultare ridondante. Se da un lato l’album si distingue per la sua onestà e la volontà di affrontare il dolore in maniera diretta, dall’altro manca di quel guizzo di novità che potrebbe rendere ogni traccia unica, sorprendente e aumentarne l’impatto emotivo.
Per i fan della band, questo album rappresenta sicuramente un capitolo importante, ma non privo di sfide nel mantenere viva quella freschezza che li ha caratterizzati negli anni precedenti.
L’uscita dell’album è accompagnata dal tour, in cui presenteranno ITAMI dal vivo
28 marzo – Brescia, Latteria Molloy
18 aprile – Torino, Capodoglio
19 aprile – Mezzago (MB), Bloom
3 maggio – Firenze, Glue
9 maggio – Roma, Traffic