Gli Eugenio in Via di Gioia e l’alienazione nel ”Buio” della tecnologia

da | Mar 13, 2025 | Recensioni singoli

Con Buio, gli Eugenio in Via di Gioia ritraggono il grigiore di una quotidianità che sembra aver perso ogni forma di poesia

Il nuovo singolo degli Eugenio in Via di Gioia si chiama Buio e anticipa il nuovo album “L’amore è tutto” in uscita il 21 marzo. 

Buio è il ritratto della forma più estrema di solitudine e alienazione all’interno di un mondo dominato dalla tecnologia. Non c’è luce nel futuro, solo buio. Il progresso tecnologico ha ucciso la poesia, la luce del sole è sostituita dalla luce fredda di un LED, il cielo dal soffitto di una stanza. In tutto il brano permea un senso opprimente di vuoto, nostalgia per qualcosa che non c’è più. 

Non c’è più mare, non c’è più cielo, solo una luce e una stanza

Sono da solo tutta la notte, sento la tua mancanza

Il brano riflette su un’assenza dolorosa, sulla difficoltà di costruire relazioni profonde in un contesto in cui tutto sembra rimanere sempre in superficie, senza mai andare oltre. Ci sentiamo vuoti, soli, impotenti. C’è una piccola, remota speranza nel ritornello: una sorta di forma di riscatto nel linguaggio poetico, “canto come fosse un mantra”. Non si cerca una risposta, ma pura e semplice armonia. 

“È ancora buio qui, quel buio che viene da dentro,

quel vuoto che mangio e non riempio

quel gusto che copro e non sento

natura morta, tecnologia

nè arte, nè parte, nè poesia”

La tecnologia ha ucciso l’arte, la poesia, i rapporti umani. È tutto sterile, asettico: non c’è passione, non c’è calore. È tutto ormai freddo e distante, manca la poesia che sta dentro ai sentimenti, spazzati via da connessioni, pixel, schermi. Non ci sono più i colori, è tutto grigio e innaturale. Il vuoto che c’è fuori si riflette dentro di noi, viviamo in uno stato di perenne inquietudine, siamo circondati da sensazioni artificiali e non c’è più nulla di autentico.

Il Buio per gli Eugenio in Via di Gioia è la perdita delle emozioni umane

Ecco ciò che abbiamo perso: la spontaneità, la leggerezza, il calore di un abbraccio, l’intensità di uno sguardo. L’arte che è insita nei gesti umani, negli errori, nelle emozioni. La poesia della quotidianità, della noia – quella genuina, non quella che ci porta ad essere automi che non riescono a staccarsi da uno schermo. 

Nelle parole degli Eugenio in Via di Gioia, la vita sembra aver perso i suoi caratteri essenziali, la speranza sembra confinata ad un lontano ricordo, sbiadito da una malinconia totalizzante e immerso nella nostalgia per una dimensione ormai irrecuperabile. Non c’è luce, solo buio. Un freddo, scuro e deprimente buio. Forse non c’è soluzione, o forse la soluzione sta proprio nel riprendersi ciò che l’artificio ci ha tolto: la gioia dell’essere semplici persone. Non macchine infallibili, non automi freddi e insensibili. Solo persone, con tutte le nostre naturali e bellissime contraddizioni. 

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