BIANCA è il nuovo singolo del rapper pugliese RRARI DAL TACCO, originario di Monopoli, in collaborazione con Kid Yugi, pubblicato venerdì 24 gennaio.
Questo brano si distingue per lo stile incisivo, un flow accattivante e una produzione curata da III Santo. Il tutto come se non bastasse, arricchito da un’estetica visiva ispirata al cult cinematografico “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino.
La sinergia tra Kid Yugi e RRARI DAL TACCO è palpabile in ogni verso di BIANCA. La loro collaborazione non è solo un incontro tra due artisti, ma una dichiarazione d’intenti che pone ancora una volta la Puglia al centro della scena rap italiana. Il brano si distingue per i suoi versi provocatori, costruendo un quadro che esplora senza filtri il prototipo di una ragazza trasgressiva e pretenziosa così come citato nel ritornello:
Lei è tutta fatta, tutta eccitata
Pippa in mezzo alla strada, è pazza come la cazza
Occhi da gatta, la pupilla dilatata
Vent’anni, già vuole una figlia,
chiamarla Bianca
BIANCA vittima dell’effetto Tiktok?
Il singolo era stato anticipato su TikTok, dove frammenti della melodia e delle barre principali hanno rapidamente conquistato l’attenzione del pubblico, diventando virali ancor prima dell’uscita ufficiale. Ma questa strategia sempre più comune nell’industria musicale, è davvero un vantaggio?
Da un lato, TikTok rappresenta una vetrina potentissima per catturare l’attenzione di un pubblico giovane e abituato al consumo rapido dei contenuti. Dall’altro, però, esiste il rischio che un brano venga sovraesposto al punto da stancare il pubblico prima ancora del suo debutto ufficiale.
Questo doppio effetto rende la scelta di Kid Yugi e RRARI DAL TACCO interessante, dimostrando quanto i social possano essere determinanti nella promozione musicale, ma anche un’arma a doppio taglio.
Un altro elemento distintivo di BIANCA, come citato precedentemente, è la copertina. Un omaggio a “Pulp Fiction”, di Quentin Tarantino del 1994. La scelta di richiamare un cult cinematografico conferisce al singolo un’identità visiva immediatamente riconoscibile, consolidando il legame tra musica e immaginario cinematografico.
L’omaggio non è solo un tocco estetico, ma rappresenta anche un ponte tra generazioni e linguaggi artistici differenti, dimostrando quanto il rap possa essere contaminato da riferimenti culturali trasversali, arricchendo così l’esperienza complessiva per l’ascoltatore.