“LA CACIARA”🌪️💥 FUORI ORA! Finalmente la prima pietra è stata messa. Roma non è stata costruita in un giorno ma si comincia da qui e questo sarà il primo tassello di un grande impero, ovvero il nuovo disco di cui questo non è che un piccolo antipasto ma già vi può dare un idea di quello che sarà il pasto completo. Questo sarà un anno di morte e di rinascita, ma non voglio anticiparvi troppo ne perdermi in chiacchiere perché ora è tempo che sia la musica a parlare ma soprattutto ora è il momento che facciate tutta LA CACIARA 🌪️💥che potete. Il pezzo è fuori ovunque e il video girato da @trash_secco_ è su yt, godetevelo amici miei.

Ha annunciato così, Piero Baldini, al secolo Ketama126, il suo nuovo pezzo: La Caciara, un brano dal sound fresco il cui refrain ci sembra quasi di averlo già in testa, non appena infiliamo le cuffie nelle orecchie.
Rapper e producer multiplatino, solo ad oggi contiamo sei dischi di platino e cinque dischi d’oro – Ketama ci mostra un nuova sfumatura del suo estro artistico, capace di fondere elementi folk alla tradizione cantautorale romana ma dal sapore fresco, tipico dei suoi anni. Versi malinconici, disincantati (“senti che caciara // questa vita amara”) attraversati da una chitarra che si intreccia perfettamente ai fiati messi in gioco: gipsy, scapestrati. In fondo ce lo dice il brano: in Caciara.
Un accento nuovo, dato da un’armonia che si discosta precisamente dal sound a cui l’artista ci ha abituato finora: che sia un presagio della svolta sanremese più vicina che mai? Ai posteri l’ardua sentenza.
Il testo de La Caciara di Ketama126
È chiaro
‘Sta c’ha un sapore amaro
Un po’ come un whisky pregiato
Bruciava sul palato
Ma l’ho apprezzato
Amico mio versane un altro
Sennò mi faccio il sangue amaro
Ti ho già capita dallo sguardo
Sorrido ma è un sorriso amaro
Di un condannato
Ne faccio n’altra tanto de qualcosa ce’ tocca morì
Se l’è cercata sto povero scemo poi scrivono ‘RIP’
A chi tocca nse ngrugna
Il più pulito ha la rogna
La verità è una menzogna
La vuole carognaChe vita amara
Sirene in mezzo alla strada
Lei balla come una gitana
Una di Maiana
Due piotte sulla tangenziale
Senti che caciara
Che vita amara
Sirene in mezzo alla strada
Lei balla come una gitana
Una di Maiana
Due piotte sulla tangenziale
Senti che caciaraSangue tossiche nelle vene
Ancora non sono morto
Questa città che ti vuole bene
Come due mani sul collo
Poi ti mette
Le manette
Camionette
Vanno a fuoco
Lei mi prende
Lentamente
Poco a pocoNe faccio n’altra tanto de qualcosa ce’ tocca morì
Se l’è cercata sto povero scemo poi scrivono ‘RIP’
A chi tocca nse ngrugna
Il più pulito ha la rogna
La verità è una menzogna
La vuole carognaChe vita amara
Sirene in mezzo alla strada
Lei balla come una gitana
Una di Maiana
Due piotte sulla tangenziale
Senti che caciara
Che vita amara
Sirene in mezzo alla strada
Lei balla come una gitana
Una di Maiana
Due piotte sulla tangenziale
Senti che caciara
“Al liceo suonavo anche il basso nella tipica cover band dei Black Sabbath, dei Metallica, dei Red Hot Chili Peppers. A un certo punto però, quando sono cresciuto, la mia attenzione si è spostata sul rap. Mi è venuto naturale di mischiare le due cose all’interno della trap.”
Dalla trap all’indie: un nuovo passo per il rapper romano, cresciuto a Roma, dove durante l’adolescenza fonda la crew Lovegang, conosciuta anche come 126, assieme a Sean126 (noto come Pretty Solero), Franco126, Drone126, Asp126, Gordo e Ugo Borghetti. Il loro nome, infatti, deriva dai centoventisei gradini che compongono la Scalea del Tamburino tra Trastevere e Monteverde, zona spesso frequentata dai membri del collettivo.