“È finita la pace” di Marracash è un happy end (quasi)

da | Dic 14, 2024 | In Evidenza, Recensioni album

L'ultimo disco di Marracash è una buona conclusione della trilogia iniziata con “Persona” e “Noi, loro, gli altri”. Consolida alcune posizioni ed è in continua ricerca musicale. Pur con qualche imprecisione.

Sorpresa! Alle ore 7AM di Venerdì 13 Dicembre, come un nostrano Kendrick Lamar, l’autoproclamatosi “King del rap” Marracash ha rilasciato il suo settimo album in studio, È finita la pace. Nessun feat, nessun annuncio, nessuna estenuante campagna di marketing. Il rapper ha deciso di ribaltare le aspettative dell’industria musicale attuale lasciando che sia la musica a fare la pubblicità al proprio posto. Sarà una mossa che ripagherà?

Marracash non ha più bisogno della promo

La risposta è già evidentemente sì. Ogni uscita dell’artista viene accolta da un clamore mediatico senza precedenti, com’era già successo per “Persona” e per “Noi, Loro gli Altri”. Ci si aspetta numeri da record, targhe tenco, numerosissime apparizioni in magazine e riviste e quant’altro. Indipendentemente dalla riuscita del disco.

Tutte cose che a Marracash, sembrano non importare poi granché. Arrivato alla chiusura della trilogia iniziata con “Persona”, in È finita la pace, Marra si ritrova a fare i conti con sé stesso, più che con il proprio pubblico.

Il disco

La copertina del disco rappresenta una bolla. L’intento è di richiamare la bolla di isolamento nel quale l’artista si è “ritrovato a fare i conti con il Burnout post-Marrageddon“, come ha dichiarato lo stesso Marracash nella conferenza stampa del disco al quale abbiamo partecipato. Il disco viene quindi da un periodo di intensa riflessione e distacco dal mondo dei social e in generale dalle altre bolle del nostro vissuto.

È finita la pace: si torna in campo

Bolle come simbolo della evanescenza dei nostri tempi. Tutto è temporaneo, tutto è di fatto una bolla. È finita la pace è una fotografia dell’attualità vista con gli occhi di chi vuole stare in disparte. O almeno, di chi è stato in disparte, solo per tornare alla carica dopo. Del saper prendersi un momento per se stessi, mentre tutto intorno a noi accellera inesorabilmente.

Alle produzioni, troviamo gli ormai collaboratori di fiducia dell’artista, Marz e Zef, che si sono occupati del tappeto musicale del disco, prediligendo classici della musica italiana come campioni piuttosto che rifugiarsi nel comodo utilizzo di campioni esteri

È finita la pace è l’industria musicale

Il disco si apre proprio come si era chiuso il precedente “Noi loro gli altri”. Marra ci dice di essere pronto a rimettersi in gioco, a dimostrare il suo talento. Power Slap, questo il titolo dell’intro, è un brano dal rappato solido e dalla produzione puramente hip/hop nell’animo, seppur il sample abbia un sentore arabeggiante. Marra attacca l’industria musicale, responsabile dell’appiattimento musicale e di coinvolgere sempre e comunque gli stessi nomi.

Carriati dai feat
Fitti fitti, stessi nomi
Carriati dai rit. scritti dagli stessi autori
E ogni anno si abbassa l’asticella
Provo a farci il limbo con la testa tocco terra
Ti ricordo bimbo chi saresti con ‘sta sberla
Senza Sanremo, senza l’estivo, senza Petrella

Viene infatti fatto un riferimento a Davide Petrella, autore di numerosi testi della scena italiana, per rappresentare quello che è involontariamente il simbolo della sua fossilizzazione.

È finita la pace è rallentare

La successiva Crash vede invece la presenza del campione di “Street Opera” di Fritz da cat, uno dei pilastri dell’hip hop italico. Marracash ci intima di rallentare, il mondo è ad un passo dal collasso ed è fondamentale riuscire a fermarsi. Il ritornello urlato crea quel contrasto con la produzione che sembra quasi autodistruggersi nel corso del pezzo.

Con Gli sbandati hanno perso ritorna il concetto dell’essere in continuo movimento. È una riflessione generazionale, fatta però sulla propria generazione (e non forse arrogantemente sulle altre, come nei discorsi degli ambiti televisivi). Il brano presenta forse la linea melodica più riuscita del disco, nel ritornello.

Solo a me sembra che
Tutti quelli che conosco
In fondo sono fuori di testa
Come se una guerra l’abbiamo già persa
Come in un Grand Prix
Non ci fermiamo mai
Mai, mai, mai

È finita la pace è solitudine

La title track È finita la pace vede l’utilizzo del campione di “Firenze (Canzone triste)” di Ivan Graziani, e presenta alcune delle scelte musicali meno riuscite nel disco, con il bridge nuovamente urlato ma che risulta un po’ deboluccio nel cantato. Anche Soli figura l’utilizzo di un campione Italiano con “Uomini soli” dei Pooh.

Il brano si concentra sulla propria bolla, sul sentirsi distanti e, appunto, soli. Non riuscire a trovare comprensione nell’altro e sentire un distacco forzato, senza potervi porre rimedio.

La successiva Detox/Rehab ribalta questo concetto della solitudine cercando però il bello di questa. Il bisogno di disintossicarsi, di scollegarsi dal resto del mondo per ritrovare sé stessi. Stare nel qui e nell’ora. Anche Penthotal all’interno del disco affronta la stessa tematica, soprattutto il momento più buio del distacco.

È finita la pace è i social e la società (ancora)

Mi sono innamorato di un AI è il seguito spirituale di sindrome depressiva da social network. Lo stesso Marracash alla nostra domanda durante la conferenza ha confermato questa ipotesi rispondendo “si, si, decisamente sì“. Il brano, insieme a Troi*, inno alla promiscuità, è forse il meno riuscito a livello di liriche e sound. Scelte musicali troppo affini al periodo “Fino a qui tutto bene”, forse il meno ispirato della carriera di Marra.

Tra gli altri brani degni di nota ricordiamo Vittima dove Marra affronta una sensibile e realizzata analisi dell’animo umano e delle scuse che spesso siamo costretti ad utilizzare per nascondere le nostre ferite. In Factotum, altrettanto meritevole, troviamo una riflessione sulle condizioni critiche del lavoro.

Fuori è ancora buio pesto
Che bestemmio appena sveglio
Mangio male e poco sesso
Faccio tutto a basso prezzo
Lavori umili, vestiti sudici, in buchi umidi,
Uomini ruvidi, a 30 ruderi, con gli occhi lucidi,
Signore aiutami! Signore! Signore! Signore!

È finita la pace è un buon epilogo

Il disco si conclude con Happy end un vero e proprio Victory Lap, in cui Marra viene a riscuotere, facendo le somme dell’intera trilogia. Dopo tutte le crisi, il conflitto e le riflessioni, l’artista si gode il meritato successo. Almeno temporaneamente.

È finita la pace è una buona conclusione della trilogia. Troviamo molti dei temi cari all’autore, con qualche interessante cambio di registro e alcune conferme a livello lirico. Le scelte musicali appaiono a fuoco e ben plasmate, seppure con risultati a volte discutibili. Il cantato è in continua evoluzione, nonostante alcune forzature e alcuni momenti poco riusciti. Innegabile però come Marracash sia tra i pochi con le idee ben chiare sul suo percorso. Soprattutto nel bene.

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