Ottobre mostra l’anima in “Gomme da masticare”

da | Nov 28, 2024 | Recensioni album

“Gomme da masticare” di Ottobre è un album che intreccia emozioni sincere, raccontando l’amore, la perdita e il caos interiore.

Giulia Panza, in arte Ottobre, ha pubblicato il suo EP dal titolo Gomme damasticare venerdì 8 novembre. 

L’album è intenso di emozioni crude, senza la paura di mostrarsi fragile, violento, malinconico. Ogni traccia è un pezzo di vita vissuta, una confessione sincera che si muove tra amore, solitudine e tormento.

Il disco si apre con “Un’altra idea di merda”. Questa canzone è un pugno nello stomaco mascherato da una ballad malinconica. L’artista dipinge una relazione frammentata, fatta di attese infinite e promesse mai mantenute.

È solo un’altra storia persa o solo un’altra idea di merda

Il brano scivola tra immagini di fumo che si disperde, sigarette spente, e il freddo di un amore che si è perso tra le righe. Si parla di rottura, ma con la dolcezza di chi non ha ancora smesso di sperare. Segue “Prima dell’alba”, un gioco al massacro, un amore che si consuma sempre nello stesso punto: la stanza di uno dei due. La tensione palpabile tra il bisogno di stare insieme e la consapevolezza che tutto finirà “prima dell’alba” è il cuore del brano. Ottobre gioca con la dualità del desiderio e della delusione, restituendo un quadro fatto di notti insonni e sentimenti contraddittori. La melodia si intreccia con la voce, creando un’atmosfera intima. 

Ottobre tra rabbia, amore e malinconia in Gomme da masticare

“Tachicardia” è forse la traccia più intensa e cruda dell’album, parla di vulnerabilità. Il cuore batte forte, non per amore, ma per l’ansia, per il dolore di sentirsi persi.

Addosso ho la maglia di un altro, il profumo di un altro

È una frase che racchiude tutta la confusione emotiva di chi cerca di ricostruirsi, pezzo dopo pezzo, senza sapere se ci riuscirà davvero.

“A letto sveglia” è il ritratto della disperazione moderna, fatto di notti passate tra alcol, farmaci e serie TV che non riescono a riempire il vuoto. “Non faccio come fai tu, ci penso e ripenso” è il grido di chi non riesce a smettere di analizzare un amore finito. L’artista cattura perfettamente il senso di alienazione post-relazione, quel momento in cui ci si sente persi anche tra le cose più familiari.

Sullo stesso filo segue “Pugnale”. Esplora i tormenti interiori con una brutalità. Ottobre si descrive come un vuoto che cammina tra la gente, un’anima trasparente in un mondo che non si ferma mai. Il segno resta ed è una linea che racconta la profondità delle ferite emotive, quelle che lasciano cicatrici invisibili ma persistenti.

Chiude l’album “Alla fine”, con una riflessione su ciò che rimane quando tutto sembra perduto. C’è la rabbia trattenuta, l’amarezza e anche una strana forma di speranza. L’artista mette a nudo le sue insicurezze, i suoi sospetti, e quella costante ricerca di qualcosa che non si può più trovare. È il punto finale di un lungo discorso che non volevamo finisse.

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