Lo scorso anno ha conquistato il pubblico con la sua partecipazione a X-Factor 2023 e con con gli album “Buona Felicità” e “Turismo Sentimentale”. Il Solito Dandy torna con un nuovo progetto musicale che sfida i confini tra immaginazione e realtà: Sesinepà! è disponibile dallo scorso venerdì 22 novembre, su tutte le piattaforme digitali.
Dove va il sognatore quando il sogno si avvera? Questa è la domanda che guida Sesinepà!, un concept album che mescola introspezione e poesia, portando l’ascoltatore a interrogarsi su come affrontare la complessità della vita adulta senza abbandonare il piacere e la fantasia dell’infanzia. Le tracce dell’album esplorano temi universali come le ambizioni, le delusioni e la meraviglia, con un linguaggio che unisce la leggerezza dei bambini alla profondità di chi sa guardare oltre.
Il titolo dell’album si ispira alla celebre frase surrealista “Ceci n’est pas” (Questa non è), trasformandola in un gioco ironico che incarna la libertà di immaginare un mondo alternativo.
Attraverso canzoni che alternano atmosfere oniriche e momenti di cruda quotidianità, Il Solito Dandy crea un percorso fatto di immagini vivide: aerei di carta, scale infinite, magie impossibili e animali fantastici diventano metafore per superare i limiti imposti dalla realtà. La chiave? Ritrovare la bellezza nascosta nelle piccole cose e riscoprire il potere dell’immaginazione.
Il Solito Dandy e la rivoluzione della fantasia in Sesinepà!
Il disco si apre con “Lontanissima prendi il sole”. È il racconto di un’attesa sospesa, un’estate che si affaccia timida tra le tende a righe dei lidi e il profumo dei sorbetti al limone. Tra donne vestite di eccessi e bambini che si lanciano dal pedalò con il futuro tra le mani, lui fluttua nel mare, guardando il cielo e domandandosi: “Dopo gli esami, sarai qui con me o lontanissima, a inseguire il sole?”.
Segue “Millennial”, un grido di una generazione in bilico, schiacciata tra ansie da prestazione e una voglia irrefrenabile di vivere. I millennial, sempre troppo giovani per contare davvero e già troppo vecchi per sognare, si perdono tra karaoke nostalgici, albe spese nei fast food e quella musica che diventa rifugio. Con toni crudi e malinconici, la canzone è un inno a chi non si arrende, a chi balla anche quando non c’è niente da festeggiare, trovando sollievo tra le note.
“Irresistibile” ci dice che ogni cicatrice porta una storia. Parla di quella paura sottile di amare di nuovo, di aprirsi al rischio di soffrire. Ma poi, da lontano, arriva qualcuno capace di guardarti con occhi nuovi, di dirti con semplicità e dolcezza che per lui sei irresistibile. Perché in fondo, la primavera torna quando meno te l’aspetti.
Ci sono mostri che sembrano enormi e insuperabili. “Certi Mostri” serve a farceli guardare bene, accorgersi che spesso hanno paura più loro di noi. C’è un bambino che vive in ognuno di noi, serve solo quel coraggio necessario a prendere per mano le nostre paure, guardarci dentro e, con dolcezza, imparando a farci pace. È quasi un abbraccio ai lati più fragili del nostro io.
Dai mostri interiori ai cieli pastello
“Cara Mia Discografia” parla di amore a un mondo sempre in corsa, fatto di algoritmi, numeri e stress. Il Solito Dandy sogna una fuga ideale, lontano da scrivanie e party forzati, verso un luogo dove fermarsi a chiedere davvero come stai. Una dedica sarcastica e affettuosa a un’industria che spesso dimentica di essere umana.
Cosa succederebbe se ognuno di noi avesse il potere di riscrivere le regole del mondo? “E Se Poi Dio” sfida ogni dogma, immaginando una realtà dove non c’è giudizio universale, ma solo responsabilità personale. È un’esplorazione provocatoria sul rapporto tra uomo e divino, che invita a ridiscutere tutto, con leggerezza e audacia.
Parte poi una telefonata che si trasforma in musica. “Franca” è la storia di una relazione che si perde nei ricordi: Torino, il fiume, l’illusione di un amore che sembrava eterno. È un ritratto nostalgico e vivido, dove una finestra aperta, una vicina che urla e una melodia lontana raccontano più di mille parole. Un saluto malinconico a ciò che poteva essere e non è stato.
Capricci, romanticismo e caos tra le emozioni
“Soliti Romantici” mostra i litigi e le incomprensioni che sembrano non finire mai, ma anche la voglia di lasciarsi andare, di trovare un modo per ballare sopra la malinconia. Con la leggerezza di chi osserva la vita dal finestrino, questa canzone invita a vivere con meno peso, trasformando ogni scontro in un ballo romantico, ironico e liberatorio.
“Capriccio” invita a vivere la leggerezza dell’amore, fatto di gesti sciocchi e teneri. Non ci sono lacrime né addii in questa canzone, solo gattini addormentati, cieli pastello e quella gioia semplice di essere sciocchi insieme. Ballaci sopra, senza motivo, perché è proprio questo il bello di manifestare le proprie emozioni.
Il gran finale del disco è un’ode ai sognatori: “Casablanca Turandot”. Tra il caos dei clacson e i rumori di una Roma frenetica, parte un canto che supera i confini della realtà, puntando dritto al cielo. Una sinfonia surreale che celebra la speranza e i sogni che non si arrendono mai. Un arrivederci poetico a questa vita folle, con uno sguardo verso il domani.