Cromosomimedia alla MMW: comunicazione e marketing dei magazine musicali

da | Nov 23, 2024 | News

Alla Milano Music Week siamo intervenuti anche noi di Cromosomi, per parlare di marketing e comunicazione digitale in merito alla musica.

La Milano Music Week è probabilmente l’occasione più interessante che il pubblico ha di potersi interfacciare col mezzo di stampa, nonché con alcuni degli artisti del panorama musicale italiano. Tutta la serie di eventi proposti sono atti a rendere visibile ed umano tutto l’ambiente musicale. Troppo spesso, difatti, ci si concentra solo sull’aspetto economico, numerico, che riguarda strettamente gli artisti. Quasi mai invece lo sguardo si posa sugli addetti ai lavori, ma soprattutto sulle varie strategie che si rendono necessarie nei diversi ambiti. Nel corso del talk di cui stiamo per parlarvi, abbiamo potuto sentire le opinioni professionali di tre esponenti di spicco di tre magazine italiani. Per Cromosomimedia, l’intervento è stato curato da Veronica Piri, Editorial Manager e componente di spicco della redazione, che ha potuto esprimersi in merito al marketing musicale che orbita intorno al lavoro di redazione e press.

Marketing e strategia: l’approccio tra magazine musicali ed emergenti

Il talk aveva un focus particolare sugli artisti emergenti, che nell’ultimo decennio hanno visto cambiare radicalmente aspettative e modalità per farsi conoscere. Gli interventi degli esperti presenti hanno mostrato come i magazine nel 2024 tendono ad avere un approccio di stima verso determinati emergenti. In questa direzione, il press di Cromosomi si propone di accompagnare gli artisti in un aspetto che, differenziandosi da quello musicale, rischia di essere preponderante rispetto alla musica stessa, Questo perché, oltre all’attenzione sul suono, sulla propria musica, anche il marketing e la giusta pubblicità risulta fondamentale.

Gli ospiti hanno infatti citato alcuni esempi, di artisti già affermati, che però con la giusta opera di marketing si sono distinti, aumentando i propri numeri. Come Tananai, che per il suo ultimo cd ha trovato numerosi escamotage, aumentando attesa e aspettative. Un altro che di recente ha fatto tanta campagna pubblicitaria è stato Lazza, che per “Locura” ha aumentato l’hype intorno al progetto, sia esibendosi live, sia creando l’attesa e il desiderio. In ogni caso, tutte queste trovate commerciali hanno in comune uno studio approfondito, del pubblico di riferimento in funzione del genere musicale che un determinato artista porta ad esso. Proprio per questo, il primo focus di questo talk, riguardava sostanzialmente il concetto secondo cui un marketing mirato ed efficace è utile almeno quanto un buon prodotto a livello musicale.

Quindi come si organizza una redazione di un magazine musicale?

In funzione delle uscite, di ciò che impone la linea editoriale. Questo è ciò che è, sostanzialmente, trasparso dalle opinioni dei tre ospiti, chiamati anche a fare meglio comprendere alcune dinamiche all’interno delle redazioni dei magazine musicali italiani. Fondamentalmente, l’obiettivo è quello di riuscire a mediare tra l’informazione di base, che coinvolge il mondo della musica in generale, le recensioni dei big e quelle degli emergenti. Il giusto equilibrio tra queste componenti concede ad un magazine sia una certa fama, sia una favorevole opinione pubblica, che può vedere come “completa” l’informazione che fa un determinato agente d’informazione.

In conclusione, si è discusso del ruolo della critica musicale, che purtroppo delle volte si scontra proprio con le dinamiche di marketing. Fondamentale è il diritto di fare critica, che non è la stessa cosa di esprimere la propria opinione su un social. Eppure, proprio l’apertura totale all’opinione che ci viene concessa dai social, è ciò che ha sostanzialmente ucciso la critica, anche secondo il parere degli ospiti del talk. Eppure è importante, quando tutti esprimono liberamente la propria opinione, ricordare attraverso la critica che ci sono anche delle oggettività, al di sopra dei pareri personali. Dunque, una domanda che è rimasta quasi in sospeso, non espressa ma aleggiante sulle teste degli ascoltatori, è questa. La critica è davvero morta, o si potrebbe rivitalizzare proprio attraverso una migliore attività dei magazine?

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