Davvero tutti possono fare i giudici di X-Factor?

da | Nov 20, 2024 | News

IA e pensiero critico a confronto sui giudici di X-Factor. Scetticismo e problematiche di un intrattenimento musicale nato dalla grande crisi discografica delle major.

Ponendo la domanda se davvero tutti possano fare i giudici di X-Factor all’IA (Intelligenza Artificiale) l’affermazione solleva non poche critiche.

IA afferma che non tutti possono fare i giudici di X-Factor perché solitamente sono esperti nel campo della musica e dello spettacolo, con una carriera consolidata per poter valutare efficacemente i talenti emergenti.

Ma forse noi potremmo riassumere in otto punti, alcune argomentazioni che sosterrebbero una posizione scettica: competenze musicali, conoscenza del settore, responsabilità educativa, influenza sul pubblico, diversità di stile e genere, dinamiche di spettacolo, stereotipi e preconcetti e aspetti etici.

Prima di fare una panoramica molto riassuntiva e analitica di ciò che potremmo trarre da queste considerazioni è sicuramente necessario spendere due parole in merito al motivo della nascita di questo talent.

Come e perché nasce X-Factor

X-Factor nasce dalla reazione della discografia major alla crisi economica e culturale che ha attraversato tutto l’inizio del nuovo millennio. L’intento iniziale era quello di trovare l’artista capace di salvare il grande mercato italiano. Fallendo nella maggior parte dei casi.

Una seconda evoluzione arriva quando le major capiscono che la visione appena descritta è fallimentare e dunque iniziano a puntare su quella che Chris Anderson definì la coda lunga. Cioè: il mercato dei piccoli, se sommato, può superare quello dei più popolari.

Stando a questo, X-Factor si trasforma negli anni, sempre di più in un grande intrattenimento musicale rappresentando dapprima un problema essendo l’unico espediente per un giovane musicista di avere un contratto discografico e subito dopo attestandosi come l’emblema della mercificazione della musica.

Tornando allo scetticismo su X-Factor

E torniamo dunque agli otto punti presentati all’inizio dell’articolo. Essere un giudice di un talent show richiede competenze musicali e un orecchio abbastanza esperto. Non basta avere una personalità carismatica; ci vogliono abilità per valutare e indirizzare gli artisti in modo costruttivo.

I giudici dovrebbero avere una conoscenza approfondita dell’industria musicale non solo verso l’attenzione alle tendenze attuali ma anche, e soprattutto, delle sfide che i nuovi artisti affrontano o si troveranno ad affrontare.

I giudici hanno il compito di guidare e formare gli artisti. La mancanza di esperienza può portare a consigli sbagliati o a critiche non costruttive, danneggiando la crescita degli aspiranti.

Sembra però che andando a stringere sui restanti punti, invece, si spinga veramente tanto sull’influenza che i giudici hanno sul pubblico. Personaggi che non rispettano i canoni di professionalità (perché si la musica è una cosa seria) possono promuovere una cultura della superficialità o della mediocrità.

Non tutti possono avere una visione o una sensibilità adatta a tutti i generi musicali e spesso le scelte per i giudici sono influenzate più dalle strategie di marketing che dalla loro reale competenza. Questo può portare a un cast che dà maggiore importanza al fattore intrattenimento piuttosto che alla qualità musicale.

Queste critiche non escludono la possibilità che anche chi non ha fatto parte dell’industria musicale possa avere qualcosa da offrire, ma evidenziano l’importanza di una preparazione e di un’esperienza adeguate per svolgere un ruolo così significativo in un contesto come quello di X-Factor.

Vi abbiamo fornito i dati per poter giudicare, ora sta a voi.

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