Giuse The Lizia è una delle promesse più solide dell’indie italiano. Per affermarlo possiamo citare i 235mila ascoltatori mensili su Spotify, il featuring con artisti di alto livello come Mecna, Fulminacci, Willie Peyote, ma forse la metrica più interessante è quella del coinvolgimento che riesce a generare nel pubblico. Non è un caso, infatti, che sia riuscito a ottenere il sold out quasi in tutte le tappe del suo tour, Roma inclusa.
Il 17 novembre Giuse The Lizia si esibisce a Roma in uno dei club di riferimento per la scena degli artisti emergenti, Largo Venue. Fuori dal locale, la fila di ragazzi e ragazze pronti a ballare sotto palco si è radunata fin dal pomeriggio. L’emozione è ben visibile sui loro volti e cercano di superare l’attesa dell’apertura porte cantando insieme i pezzi di Giuse.
Ma veniamo al racconto della tappa di Giuse The Lizia a Roma.
Il concerto si apre con “Baby” e con “Radical”, due brani estratti dall’ultimo album “Internet”. Diventa chiaro fin da subito che ci troviamo in una folla che ha voglia di cantare, urlare a squarciagola i suoi sentimenti.
Proseguiamo poi con “Erba” e “Magari Poi Ti Passa”. Alla terza canzone Giuse The Lizia ha ormai preso grande confidenza con il suo pubblico: interagisce, parla, racconta ma soprattutto balla e si diverte. Non riesce a stare mai fermo. Su ogni pezzo si muove come se nessuno potesse vederlo, come se stesse ascoltando le sue canzoni preferite in cameretta.
Il live è una montagna russa di emozioni. Passiamo a “Ricomincio da Tre”, seguita da una bellissima cover di “505” degli Arctic Monkeys che sfuma poi nelle note di “Il Brutto del Mondo”. L’arrangiamento permette di legare perfettamente i due pezzi in un effetto davvero interessante.
Non sarà l’unico “momento cover” della serata. Più avanti, infatti, si esibirà anche in “Manzarek” dei Canova e in “A Glimpse of Us”. Quest’ultima cover verrà intonata subito dopo il ritornello di “Solo Un’Idea”, creando un filo conduttore tra due canzoni dal tema molto simile, un unico racconto d’amore profondo che attraversa generi musicali e lingue differenti.
A questo punto il pubblico si è scaldato e sembriamo tutti far parte di una grande festa. Sulle note di “Eravamo Ragazzini”, Giuse chiede a tutti di ripetere la strofa finale come un mantra, una celebrazione di una giovinezza che scorre sempre troppo veloce anche quando non ce ne rendiamo conto. Subito dopo, su “Piccoli Piccoli” e “Give Me Love”, tutti balliamo come se fossimo a una serata in discoteca piuttosto che a un concerto. Nonostante il poco spazio riusciamo a prendere per mano il nostro vicino e a saltare con tutta la nostra energia.
Non mancano i momenti più seri. Prima di attaccare sulle note di “Riprova Domani”, Giuse lancia un messaggio semplice e diretto, riassunto in due parole che oggi hanno un peso forte: “Palestina Libera”.
Introducendo “Direzione” prende un minuto per discutere, stavolta in modo più leggero, dell’ansia giovanile. È infatti questo il tema della canzone, quel sentimento schiacciante di non sapere dove si sta andando, mentre la vita continua a scorrere attorno a noi chiedendoci concentrazione e ricordandoci degli esami da dare e dell’affitto da pagare.
“Questa canzone è per voi”, ci dice prima di iniziare a cantarla.
La montagna russa continua. Tra altri pezzi amati e cantati da tutti come “Flash Flash”, “Lato A Lato B”, “x te che mi conosci così bene” ed “Edwige Fenech”, dove il pubblico raggiunge forse il suo massimo coinvolgimento, ritorniamo poi anche su note malinconiche e toccanti con “One More Time”. Qui l’emozione si vede non solo nel pubblico, ma nell’artista stesso. Dalle prime file si intravedono i suoi occhi lucidi e infatti Giuse fa cantare tutti al posto suo mentre commosso ci confessa “sto per piangere”.
Il concerto si conclude sulle note di “Radical”, ripetuta una seconda volta, “Diretta Rai” e infine “Boy, Don’t Cry”, su cui tutti saltiamo e balliamo per salutarci, urlando con Giuse “Ma mica vali tutte le mie lacrime”.
Il bilancio della serata è questo: un bellissimo live con un artista di talento, appassionato e dedicato al suo pubblico. Testa e cuore ci sono tutte sul palco. Non sarà l’ultimo sold out di Giuse The Lizia: questo è sicuro.