Lo scorso venerdì 8 novembre è finalmente uscito il nuovo lavoro dei SANTI FRANCESI, Potrebbe non avere peso. Un EP contenente sei brani, tutti estremamente curati e dall’approccio delicato tipico del duo. È assolutamente percepibile con quanta minuzia e intenzione siano stati imbastiti: nemmeno un testo deludente o lasciato al caso, e dei sound che richiamano il rock dei primi anni 2000. Lontani, da molto di ciò che è al momento sulla piazza. Il tutto esprime l’esigenza primaria di farsi ascoltare, approcciandosi con gentilezza e rispetto alla musica, e soprattutto in questo ultimo EP i SANTI FRANCESI hanno molto da dire (e da dare) a chi ascolta. C’è in ogni brano un messaggio che chiede dolcemente il permesso prima di girarti attorno al cuore per poi centrarlo. Ma al contempo, questi sono brani con un grosso potenziale live, infatti il loro tour partirà il 20 novembre e resteranno in giro fino al 13 dicembre, dove chiuderanno in grande all’Atlantico a Roma.
Abbiamo incontrato i SANTI FRANCESI e, a proposito del nuovo EP POTREBBE NON AVERE PESO e del tour in partenza, gli abbiamo fatto qualche domanda.
Salve ragazzi, innanzitutto come state? Come vi state preparando al tour?
Tutto bene! Ci stiamo preparando in sala prove, proprio in questo periodo stiamo riarrangiando tutto live, cercando di creare uno spettacolo il più armonico possibile. Banalmente, ci stiamo preparando nel modo più semplice possibile.
Premettendo che stimo in maniera smisurata il vostro approccio alla musica, con questo lavoro in particolare siete intenzionati a distaccarvi dalla tanto discussa indigestione artistica che penalizza l’arte, gli artisti e chi di fatto poi non se la gode sul serio? Potete definirvi fuori da questo loop?
Questo progetto non nasce con l’esigenza di distaccarsi da qualcosa, è molto più naturale di quello che può sembrare, siamo due vecchi dentro da sempre, due rockettari. Quindi questo progetto rispecchia i nostri gusti musicali da sempre. E se il tutto esce fuori (a livello di sonorità e di concetti) da quasi tutto ciò che viene pubblicato in questo periodo, è quasi una conseguenza. Però siamo felici se quello che abbiamo fatto suona diverso dalle proposte del momento e se non viene masticato e sputato, ma ascoltato con cura.
A proposito del nuovo EP, POTREBBE NON AVERE PESO, sarei curiosa di conoscere la genesi di ogni brano. La storia che c’è dietro.
Partendo da “Quiete”, che è uno dei brani ad essere nato prima, scritto pochi mesi dopo X Factor. Parliamo di una canzone che parla dell’inizio di un amore e conserva tutta una serie di sensazioni che si provano in quel periodo di estrema devozione, ma al contempo di insicurezza perché magari non ci si sente pronti ad una cosa che magari sembra più grande di noi. Il messaggio è abbastanza chiaro nel testo.
“Ho paura di tutto” invece è quello scritto per ultimo, ed è forse quello più diretto e più chiaro. Arriviamo poi a “cose da piangere”, una mezza ballad molto romantica nata in una sessione durante un camp Sony la prima stesura del brano (quindi prima strofa e ritornello) è stata ottenuta con Benjamin Ventura, autore e produttore romano e da lì poi l’abbiamo sviluppata facendolo diventare un pezzo di 4 minuti con una coda assurda. L’intento era un po’ quello di far vedere come la stessa sequenza di parole, la stessa frase in contesti diversi può avere un effetto completamente diverso, ed è quello che succede in tutti i ritornelli, compreso l’ultimo in cui cambia la progressione armonica e improvvisamente il testo che parte come romantico, poi suona quasi come una minaccia. C’è poi “Gatti”, scritta due anni fa e nata totalmente a caso da una base rave e ripresa nella settimana in cui abbiamo chiuso tutti i pezzi insieme. Abbiamo preso questo pezzo, l’abbiamo rivisto da capo rendendolo più affine agli altri pezzi. Forse uno dei pezzi con cui abbiamo fatto un po’ più a botte. “Parole crociate” è venuta fuori da una sessione molto casuale tra noi due, più il nostro batterista a Ivrea qualche mese fa. Un pezzo che si potrebbe definire molto adolescenziale. Per concludere abbiamo “Potrebbe non avere peso”, la title track, che invece è uno dei brani nati dopo.
Invece, se volessi conoscere qualche curiosità dietro a questo EP? Potete svelarci qualche retroscena?
Beh, innanzitutto la title track, è nato prima il nome dell EP “Potrebbe non avere peso”, e in seguito è stato scritto il brano. Perché noi da sempre abbiamo avuto la consapevolezza di voler chiamare un nostro progetto così, è un concetto a cui siamo molto legati. Poi, in “gatti” è presente nel ritornello una cosa inaspettata, la registrazione del mio cane che abbaia e siamo curiosi di sapere se qualcuno se n’è accorto. È un po’ sommerso, non si capisce benissimo, un easter egg.
In studio, poi sono successe molte cose, a partire da un’infestazione di zanzare e qualche zanzara è entrata anche in qualche ripresa, mentre registravamo, quindi poi ho dovuto tagliarle. E poi, il nostro batterista che ogni mattina ci dava il buongiorno alle 7:30 suonando “In the air tonight” di Phil Collins, non so se sai che rumore può fare una batteria in una casa, metti noi tutti assonnati…
Artisti che sanno quello che vogliono, e pure come ottenerlo, grandi professionisti ad una così giovane età. Questo ep è sicuramente uno dei migliori lavori ascoltati in questo periodo, parlando in maniera obiettiva, di qualità e necessità artistica. E chiaramente, non vediamo l’ora di vederli live.