Esteti del gusto, diretti e congeniali nel nuovo singolo Piramide. Si presentano così i Post Nebbia al secondo appuntamento prima dell’uscita del disco “Pista Nera”.
Per chi oggi ha trentacinque anni l’ascolto di Piramide potrebbe risvegliare le coscienze di chi all’inizio del nuovo millennio si sentiva parte di qualcosa, riconoscendosi, identificandosi senza troppi fronzoli in un mondo creepy dalla vena rock e psycho black.
Non è difficile, infatti, rifarsi all’ambiente prog del passato dei Post Nebbia che conserva da sempre la sua natura do it yourself.
Dialoghi al di sopra della Piramide dei Post Nebbia
Piramide parla dell’ambizione spregiudicata che ha portato l’umanità a desiderare sempre di più, a puntare sempre più in alto senza però prendere consapevolezza che più si sale e più la caduta potrebbe essere rovinosa.
Questa incessante ricerca di elevazione non è priva di pericoli; della caduta inevitabile di chi ambisce a mettersi al di sopra degli altri e a sopraffare tutto ciò che incontra sul proprio cammino.
Insomma un po’ come il mito di Icaro che desideroso di volare oltre i confini umani, usa le ali di cera costruite dal padre, Dedalo. Nonostante l’avvertimento di rimanere a una giusta altitudine, il giovane, accecato dall’orgoglio, si spinge troppo vicino al sole e il calore scioglie le ali, facendo precipitare Icaro nel mare.
Allo stesso modo, nella letteratura si può citare il personaggio di Macbeth, di Shakespeare che a causa dell’ambizione sfrenata per il trono lo conduce a compiere atti efferati, alimentando una spirale di violenza e tradimento.
Post Nebbia: la Piramide da esplorare
Ma a dirla tutta, chiudendo gli occhi e ascoltando la canzone Piramide dei Post Nebbia sembra di stare nel Giardino delle Delizie di Bosch, dove gli eccessi e le tentazioni dell’umanità vengono palesati un po’ per volta.
Così anche i suoni vintage del pesantone synth coprono le scene festose e i desideri materiali dipinti da Bosch, creando un parallelismo col leader del gruppo. È un bell’immaginario quello che si va a creare con questa atmosfera un po’ demodé, le chitarre clear e il pad sintetico pervasivo.
Hanno l’aria di self made man, i Post Nebbia che con una chitarra in spalla e qualche suono un po’ demodé si cimentano nelle situazioni più variegate fino al successo decadente. Quello di una generazione che si perde tra la novità e l’emulazione.