Ieri sera si è tenuto al TAM, Teatro degli Arcimboldi di Milano, l’appuntamento con “tu cosa vedi quando chiudi gli occhi”, il tour dedicato all’ultimo omonimo album del cantautore umbro Michele Bravi.
Lo spettacolo si è aperto con alcuni estratti di interviste a illustri personaggi della letteratura e del giornalismo italiano, tra i quali Giuseppe Ungaretti, Alda Merini, Giorgio Caproni, che tentano di rispondere a un quesito apparentemente semplice: che cos’è la poesia? Michele Bravi rivolge l’interrogativo agli spettatori presenti in platea, invitandoli a convivere con la loro poesia interiore, con l’augurio di riuscire a regalare lui stesso un po’ di poesia.
Durante alcuni intermezzi, Michele Bravi ha raccontato che, quando si trova a presentare un tour, si chiede a chi lo sta dedicando, a chi sta parlando. Questo tour, così come l’album – ha rivelato l’artista – sono dedicati proprio alla poesia, che funge da timone della scrittura e della narrativa dei brani in esso contenuti. La sua musica e la sua carriera, infatti, sono mosse da una ferrea convinzione: la poesia cambierà il mondo, o almeno, il modo in cui le persone lo guardano, lo respirano, lo vivono.
Michele Bravi: il rapporto dell’artista con il tempo, la poesia e il quotidiano all’interno di “tu cosa vedi quando chiudi gli occhi”
Le canzoni di Michele Bravi, come lui stesso ha raccontato nel corso della serata, nascono dalla polvere, dalla carne, dalla banalità di tutti i giorni, spesso dagli occhi delle persone, epicentro in cui si affolla tutta l’infanzia di un individuo, una finestrella attraverso cui sbirciare l’anima. “tu cosa vedi quando chiudi gli occhi”, infatti, è dedicato anche agli occhi, all’iride, e ancora una volta a una domanda: che cosa vedono gli altri quando ci guardano da fuori?
Un altro elemento cardine dello spettacolo è il tempo, raccontato splendidamente attraverso il brano “C’è tempo” di Ivano Fossati, punto di riferimento imprescindibile per Michele Bravi insieme a Lucio Dalla, Lucio Battisti, Luigi Tenco, ma soprattutto Franco Battiato, che omaggia con una personalissima interpretazione de “La canzone dei vecchi amanti”.
Non per ultime, le riflessioni sull’amore disfunzionale, un ossimoro paradossale che Michele chiarisce: se è tossico, non è amore; se ti fa sanguinare, che sia dentro o fuori, non è amore.
“tu cosa vedi quando chiudi gli occhi è stata una serata ricca di sensuale intimità, un tuffo nel cuore del cantautore per apprezzarne la sensibilità e la bellezza umana, un po’ da poetessa, un po’ da pornostar.